Simbologia della mano

La mano è la parte del corpo che appare più spesso nella simbologia di ogni cultura. Già nella pittura rupestre dell’età della pietra compaiono profili di mani o dita, con un significato rituale e di sacrificio. Come per tutti i simboli, la mano può avere più significati e valenze, positive e negative (come ad esempio nel gesto di afferrare o di allontanare), perciò, spesso, appare come potente amuleto.

La mano è simbolo di potere, poiché è la manifestazione del sovrano, dunque emblema regale. Imporre la mano significa benedire e conferire la propria forza alla persona così consacrata. La stretta di mano simboleggia un’accettazione benevola; le mani levate o piegate, la preghiera e con determinati gesti delle dita, la benedizione. Può anche essere espressione “magica” (sia in senso positivo che negativo), come toccare un’altra persona, senza dimenticare tutta la ritualità dell’imposizione delle mani nelle varie culture e religioni, come per l’espressione cristiana di tre dita elevate al cielo nell’atto di chiamare Dio a testimone o le mudra del simbolismo buddista.

Nelle interpretazioni simboliche la mano destra e la sinistra hanno significati diversi tra loro in relazione alle culture e religioni che li elaborano. Per l’ebraismo la mano sinistra è la mano di Dio, la rappresentazione della giustizia, mentre la destra è quella sacerdotale, della misericordia. Nel cristianesimo la destra struttura e dà ordine al mondo, la sinistra porta la Grazia. Con l’imposizione delle mani si realizza il passaggio del potere o della conoscenza a chi ne è degno; sempre con l’imposizione delle mani il malato guarisce o “risorge”, dunque questi erano i gesti del medico prima che vi fosse la separazione tra la religione e la medicina.

Nel saluto rituale della tradizione cinese (JINLI), la mano destra, chiusa a pugno, rappresenta il Sole (RI 日), il maschile, lo Yang e la mano sinistra, aperta che accoglie il pugno, la Luna (YUE 月), il femminile, lo Yin. L’unione dei due astri celesti rappresentati nel saluto danno origine al carattere MING (明 Ricci 3515) assumendo, oltre quello di unità, fratellanza anche il significato di chiarezza, illuminazione, brillante, chiaro, luce …


Un’altra lettura di questo gesto, legata alle pratiche “marziali” vede nel pugno chiuso la rappresentazione delle pratiche d’Esterno (Buddista) che evolvono verso l’Interno, in altre parole dal più concreto (struttura) al più sottile (soffio) e nella mano aperta le pratiche d’Interno (Taoista) che evolvono verso l’Esterno, ovvero dal più sottile al più concreto.

In Cina lo studio della mano (chirologia) trova il suo posto all’interno della Tradizione Medica e dell’energetica cinese. La forma e le caratteristiche della mano sono espressione della vitalità e della fisicità di un individuo, come il viso lo è per il carattere. Ogni Elemento o Movimento, della Tradizione Medica ha la sua tipicità espressa nella mano.

Una mano armoniosa, regolare e con una perfetta simmetria tra le dita e il palmo, segni cutanei come solchi di una corteccia, sono caratteristiche di una mano Legno. Se la mano è lunga, agile, armoniosa con dita estremamente mobili, la classica mano dell’artista, è una mano Fuoco. Invece una mano corta, tozza, forte, con dita relativamente corte, la mano di chi lavora la terra, è precisamente una mano Terra. Il Metallo è espresso da una mano lunga, appuntita, con le dita corte rispetto al palmo e una presa scarsa se non inesistente. Una stretta decisa di una mano carnosa, forte ma armoniosa e caratteristica dell’Elemento Acqua.

Paolo Raccagni