DAOYIN: l'Arte di guidare il QI

   L’interesse che si è sviluppato per la Medicina Tradizionale negli ultimi decenni ritengo sia dovuto alla capacità di questa Medicina di rendere la persona responsabile di se stessa e di porla in relazione, nel miglior modo possibile, all’ambiente che la circonda. Di “educarla” alle regole della natura e di mantenere la sua unicità ed autenticità. Aspetti di una “conoscenza” comune a tutti i popoli che lo spirito scientifico moderno fatica ancora ad accettare e tanto meno ad attuare.
Questo interesse, oramai da tempo, ha coinvolto anche il pensiero Medico Tradizionale Cinese, inteso in tutte le sue componenti: dall’agopuntura alla fitoterapia, dall’alimentazione alle pratiche corporee.

DAOYIN TU - Il rotolo di seta di Mawangdui 186 - 160 a.C.
   Il QI GONG fa parte di queste pratiche corporee definite come Tecniche di Lunga Vita o Tecniche di Nutrizione della Vita (YANG SHENG FA 養生法)(1) che hanno come scopo il prolungamento e la preservazione dell’esistenza.

   Dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949, si è operato una revisione completa, sotto l’egida del governo, di alcune pratiche corporee e tecniche di respirazione, di origine diversa, e poste sotto il termine di QI GONG (氣功)(2) che traduciamo in occidente, in modo improprio, come “Lavoro Energetico”. Le origini di queste discipline sono assai remote e si ritrovano nelle danze sciamaniche di esorcismo per il trattamento delle malattie; pratiche eseguite per indurre un atteggiamento benevolo delle divinità nei confronti del postulante e che nella tradizione taoista popolare erano funzioni perlopiù riservate alle donne-sciamane (WU 巫)(3).

   Già gli antichi maestri della scuola taoista come LAOZI e ZHUANGZI descrivevano le tecniche di coloro che definivano come Uomini Autentici o Uomini Perfetti (ZHEN REN 真人)(4) come l’arte (GONG) di muoversi come gli animali e di ascoltare e guidare il proprio soffio (QI): “Nell’Alta antichità vivevano gli Uomini Autentici: si erano impadroniti del Cielo e della Terra tenevano nelle loro mani lo YIN e lo YANG, espiravano ed inspiravano essenze e soffi…”(5). Movimenti che si armonizzano con il respiro e che la scuola taoista raccoglie in un’unica disciplina: il DAO YIN 導引(6).

  Negli ideogrammi che compongono il termine DAO YIN il carattere DAO 導 ha il senso di dirigere, guidare e insegnare; il carattere YIN 引 formato a destra dall’immagine di un arco tradizionale cinese e a sinistra da una corda, ha il senso di tendere la corda, di estendere. In termini moderni, potremmo interpretare “guidare correttamente il QI” come esercizi respiratori e “tendere il corpo come un arco” all’esercizio fisico. Dunque DAO YIN assume il significato di “guidare correttamente il QI tramite un esercizio fisico”.

   La scoperta della tomba di XIN ZHUI, più conosciuta come la Marchesa di Dai, alla fine del 1973, nel sito archeologico di Mawangdui, alla periferia orientale di Changsha nella regione dello Hunan, ha permesso di entrare in possesso di un rotolo di seta (DAO YIN TU) di cm 100 x 50 in cui sono raffigurate alcune decine di figure, maschili e femminili, impegnate in esercizi di DAO YIN. L’importanza di questo ritrovamento consiste nel disporre di documenti originali risalenti all’epoca della dinastia degli Han Occidentali databili tra il 186 e il 160 a. C.

   Dunque possiamo dire che il DAO YIN è l’antenato del QI GONG e che quest’ultimo è una tecnica moderna che affonda le sue radici nella tradizione millenaria del pensiero cinese. Una tradizione che parla del QI, del Soffio Vitale, che dal Cielo si trasmette all’Uomo e che ritorna al Cielo, un processo che vede nei principi YIN e YANG i due promotori di questo movimento senza fine.

1) YANG 養(养): RICCI 5652 - nutrire, educare, mantenere, provvedere al sostentamento, allevare, far crescere;
SHENG 生: RICCI 4331 - vita, esistenza, nascere, generare, procreare, vivere, esistere, letterato;
FA 法: RICCI 1494 - norma, modello da imitare, metodo, modo, legge, codice.

2) QI 氣 (气): RICCI 485 - aria, vapore, gas, soffio, spirito che anima il corpo umano, spiriti vitali, stato d’animo, collera;
GONG 功: RICCI 2873 - opera, effetto, risultato positivo, successo, merito, abilità.

3) WU 巫: RICCI 5575 - magico, strega, stregone. Wieger (Lezione 27 E) etimologicamente lo fa derivare da un lavoro 工 di due streghe 人人 ossia un incantesimo; due sciamane che danzano per ottenere la pioggia. 

4) ZHEN 眞(真): RICCI 277 - vero, veritiero, sincero, la natura autentica degli esseri, immortale;
REN 人: RICCI 2426 - uomo, uomo adulto, essere umano, persona, il genere umano.

5) Huangdi Neijing Suwen a cura di E. R. de la Vallée e C. Larre Ed. Jaca Book.

6) DAO 導: RICCI 4756 - condurre, dirigere, guidare, insegnare, istruire;
YIN 引: RICCI 5778 - tirare a se la corda dell’arco, attirare, estendere, guidare;

Arte Cavalleresca e Arte Marziale

Questo post è tratto dal libro di G. Charles “Le Kung Fu Wushu en Souriant (Il Kung Fu Wushu col sorriso)” - Edizioni BUDO. E’ un estratto, tradotto e rielaborato, dal Primo Capitolo, dunque non integrale, cercando di mantenere comunque il senso ironico e la “leggerezza” che contraddistinguono sempre le lezioni di George Charles. Con ironia e leggerezza non voglio dire che gli argomenti trattati siano “banali”, ma solo affermarne la fruibilità anche per coloro che non sono “addetti ai lavori”.
Paolo Raccagni

In occidente raggruppiamo sotto la definizione “arti marziali”, come se si trattasse di un’entità unica e globale, un piccolo mondo eterogeneo proveniente probabilmente dall’Estremo Oriente e che mette insieme sia chi rompe mattoni, tavolette di legno o cubi di ghiaccio, sia chi porta a casa delle medaglie dai giochi Olimpici. Chi gesticola in cadenza su un parquet; chi si rotola su un tatami (ora in schiuma e non più in paglia di riso); chi si muove lentamente nei parchi municipali tutte le mattine; chi si veste da Ninja o da falso monaco per assicurarsi di essere ben riconosciuto; chi si trasforma in albero e non si muove più; chi, con l’aiuto di varie armi, taglia tutto ciò che è alla sua portata; senza dimenticarci di coloro ai quali tendete una mano, e che ve la torcono in tutte le direzioni con il pretestuoso motivo dell’autodifesa.

Marte? Un macellaio psicopatico
in gonnella di cuoio.
Ora lo si voglia o no il termine “marziale”, quando non si tratta del soprannome di un abitante delle campagne francesi dai capelli rossi, indica ciò che è in rapporto diretto con Marte, il dio della guerra caro ai Romani e che ritroviamo in Grecia antica sotto l’affascinante nome di Ares. In un caso come nell’altro, un individuo simpatico che assomiglia molto ad un macellaio psicopatico in gonnella di cuoio.

La tradizione classica vuole, e questo è comprovato nell’Iliade, che al dio Marte piaccia rivestirsi della pelle dei suoi nemici scorticati vivi. Giusto per darsi un tono. Un eccellente esempio per la gioventù d’oggi e per coloro che desiderano praticare una “martial art” autentica.

Il termine “marziale” che proviene in fatti dagli USA (martial arts; martial artist,…), è il termine peggiore che si può scegliere per designare queste pratiche (sfortunatamente lo si fa senza porsi la minima domanda al suo utilizzo), e che ne devia il loro senso originale. In Cina come in Giappone la terminologia corrispondente a queste pratiche è tutt’altra.

BU, in Giappone e WU in Cina, corrispondono al “Coraggio Cavalleresco”, per estensione agli affari militari, e sono scritte con lo stesso carattere 武 composto da due radici: ZHI 止 che significa “arrestare” e GE 戈 che significa “alabarda, arma pericolosa e mortale”. Si tratta in realtà ed etimologicamente, di arrestare l’alabarda dunque di “far cessare la violenza”. I commentari ai dizionari classici aggiungono:
  • WU (Cina) BU (Giappone): cavalleresco, coraggio e per estensione “marziale”.
  • ZHI (Cina): far cessare, arrestare, impedire, stoppare. Anticamente l’impronta di un passo, fermarsi alla frontiera, il giusto limite da non oltrepassare.
  • GE (Cina): alabarda ad uncino, arma mortale.
  • ZHENG (Cina): la rettitudine, la qualità di uno spirito dritto, “ colui che, per sua attitudine e coraggio, arresta l’alabarda”
  • SHANG (Cina): il più elevato, al di sopra di.
Il carattere ZHI identifica bene un’impronta di un piede e non il fatto di marciare. Non si tratta in alcun caso di “far marciare le alabarde”, la guerra, ma di arrestarle al giusto limite al fine di proteggere la frontiera, dunque la Pace. Il carattere SHANG indica che ZHENG (la rettitudine) contiene una ricerca di elevazione e non si limita solo ad una pratica di combattimento “terra terra”. WU: far cessare la violenza.

L’arte marziale sta all’arte come la musica militare sta alla musica o come la giustizia militare, la corte marziale, sta alla giustizia. Una caricatura pericolosa. Esiste un termine legato al coraggio, alla rettitudine e alla cortesia: cavalleresco, ma sembra evidentemente qualcosa un po’ sorpassato” (G. Charles).

Sostituire il termine “marziale” che implica violenza, contrario al senso stesso degli ideogrammi utilizzati, con Coraggio o Cavalleresco che corrispondono meglio al carattere WU, avremo che BUDO potrà essere tradotto come “La Via del Coraggio” e WUSHU come “Arte Cavalleresca”.

WU: far cessare la violenza - Arte Cavalleresca
L’Arte Cavalleresca consiste nella ricerca dell’accordo, ovvero dell’armonia, più che il “menar le mani”. Il Cavaliere è dunque colui che, per la sua attitudine alla rettitudine, fa cessare la violenza senza utilizzarla, se non come ultima istanza. Ma se questo accordo non può essere trovato è fuori questione lasciar perdere senza agire. “Anche al Buddha se gli pesti un piede tre volte di seguito si arrabbia”, afferma un proverbio cinese.

Come precisa Confucio “occorre dare alle parole il giusto valore” (ZHENG MING - letteralmente “Rettitudine dei Nomi”).

Le immagini sono tratte dal libro "Le Kung-Fu Wushu en souriant" di G. Charles - Ed BUDO

La visione del corpo nel pensiero cinese

di Paolo Raccagni
 
  La visione del corpo, o meglio, il pensiero che sottende alla visione e all’immagine del corpo umano, è molto differente da civiltà a civiltà. Quello che ogni civiltà vede del corpo, o che crede di vedere del corpo, va oltre a ciò che i sensi sono in grado di percepire. Ogni civiltà è accomunata dalla capacità interpretativa di questa immagine corporea che è sempre legata alla concezione della vita, alla sua visione dell’universo, alla proiezione di questa immagine nei suoi sistemi di governo nonché dal linguaggio che utilizza per fare questo.
  Nel pensiero cinese l’uomo è il prodotto della fusione tra il Soffio Originario del Cielo e l’Essenza della Terra: “… l’essere la cui natura è la più preziosa… è il risultato della virtù del Cielo e della Terra…” (LIZI). Da questa unione tra lo Yang, il Cielo, e lo Yin, la Terra, prende forma l’embrione e la vita si organizza seguendo i principi che sono stabiliti.
  Il corpo, in quanto manifestazione del Cielo e della Terra, ha una parte alta, celeste e una parte bassa, terrestre. La parte alta è la regione sopra la vita, la parte bassa è la regione sotto. Simbolicamente la testa, rotonda, è legata al Cielo, i piedi, quadrati sono legati alla Terra.
  Il corpo, come immagine del cosmo, è suddiviso in tre parti: una superiore, una inferiore e una mediana dove si realizzano gli scambi tra Cielo e Terra.
  Se si considera il corpo come il risultato del lavoro dei Soffi, si può suddividere in Cinque parti (WU TI) ciascuna delle quali manifesta il Soffio dei Cinque Movimenti (WU XING) ognuno comandato da uno dei Cinque organi (WU ZANG).
  Questa visione del corpo implica che che la costituzione dell’uomo è una realtà unica e coerente e che le leggi che lo governano sono sovrapponibili a quelle dell’universo. Noi siamo solidali al più infimo degli organismi viventi come alla stella più lontana; ogni pensiero, atto e parola… si ripercuote su tutto l’universo e a noi ritorna.
  Per distinguere e descrivere gli elementi fondamentali dell’uomo, nell’ottica della M.T.C. si utilizzano cinque diversi ideogrammi: REN, l’uomo; TI la struttura corporea; QU il territorio corporeo; XING, la forma corporea; SHEN, la persona.

  L’ideogramma REN (人 JEN - Ricci 2426) rappresenta un uomo in piedi, tra Cielo e Terra, ben saldo sulle gambe. Il suo significato va oltre a quello della persona esso rappresenta tutte le genti, l’Umanità intera.
Sempre il Dizionario Ricci della lingua Cinese presenta l’ideogramma REN (仁 JEN - Ricci 2427), scritto diversamente, e lo definisce come “la virtù dell’umanità”, ovvero la benevolenza disinteressata verso l’altro, la partecipazione dell’uomo alla Virtù del Cielo che si traduce anche come “l’amore per il prossimo”; l’ideale confuciano.
Così attraverso la benevolenza l’Uomo, in piedi tra Cielo e Terra, integra le loro virtù nel Cuore. “La benevolenza è il Cuore dell’Uomo… il Cuore dell’Uomo è il Cuore dell’universo” (LIZI).

  L’ideogramma TI (體 T’I - Ricci 4865) rappresenta il corpo come insieme di membra e parti del corpo stesso, la forma, l’apparenza, ma anche un modello, un sistema nonché le sue essenze e i suoi principi. Dunque TI definisce le caratteristiche essenziali del corpo umano, la sua forma e la sua essenza; l’unicità della struttura corporea dell’essere attraverso la molteplicità delle parti che la costituiscono.

  Con l’ideogramma QU (軀 CH’U - Ricci 1358) si identifica un corpo in carne ed ossa, ma con il concetto di “zona” ben delimitata, una circoscrizione amministrativa, una mappa (TU) del territorio. Questo carattere richiama la rappresentazione del corpo umano tipica della visione taoista alchemica; un corpo “rituale”, “talismanico”, dove è più importante descriverne il modello ideale e la sua funzione cosmica, che riprodurne fedelmente la realtà.

  L’ideogramma XING (形 HSING - Ricci 2010) indica una forma (XING 型 è lo stampo in argilla, il modello), la “materialità” dell’apparenza fisica, l’aspetto, ciò che rende gli esseri differenti tra loro. Il carattere si riferisce dunque alla morfologia della persona, ma evoca anche il suo comportamento, i suoi atteggiamenti e le sue espressioni.
  Ogni individuo è unico, singolare e la sua forma manifesta la sua originalità. XING è “la traccia visibile di qualche cosa che è invisibile”, e questo ci porta direttamente al concetto di XIANG, il simbolo, l’immagine. Con XING si determina la potenzialità dell’Uno attraverso le molteplici forme differenziate dei diecimila esseri.

  L’ideogramma SHEN (身 SHEN- Ricci 4323) rappresenta un corpo visto di profilo dove si possono identificare la colonna vertebrale, il rachide e l’addome. SHEN è il corpo come sede della vita, la persona nella sua esistenza, sé stessa, integrata nell’insieme di tutti i suoi elementi, in tutte le sue espressioni fisiche, psichiche, energetiche e spirituali (神 SHEN).
  E’ la persona presente qui e ora, che percepisce ciò che lo circonda attraverso i sensi, soffre e prova dolore attraverso il corpo, quel corpo che scomparirà per sempre alla sua morte. Ma SHEN rappresenta anche una donna incinta, dunque la vita nel suo percorso dalla nascita alla morte, la vita con i suoi lati oscuri e luminosi, le nostre esperienze, “il bello” e “il brutto”… Yin e Yang nella loro profonda armonia.

Bibliografia utilizzata:
Istituto Ricci - “Dizionario Francese della lingua Cinese” - Kuangchi Press;
E. R. de la Vallée - “Le 101 Nozioni Chiave della Medicina Cinese” - Red Edizioni Milano
C. Despeux - “Taoismo e Corpo Umano” - Edizioni Riza;
J. M. Kespi - “L’Homme et ses symboles en médecine traditionnelle chinoise” - Albin Michel

I DANTIAN e la pratica del QIGONG




a cura di Paolo Raccagni

DANTIAN significa letteralmente “campo di cinabro” o secondo  altre interpretazioni “campo dell’elisir”. La parola è composta da due ideogrammi:
DAN (丹 TAN Ricci 4671) il Dizionario Ricci lo traduce come cinabro, vermiglio e pillola;
TIAN (田 T’IEN Ricci 4944) il Dizionario Ricci lo traduce come campo, terra coltivata, terreno.

Il cinabro o solfuro di mercurio, è un minerale che in natura si può trovare in forma di cristalli di un colore rosso vivo. Altamente tossico per il suo alto contenuto di mercurio è alla base di tutto il pensiero alchemico cinese,  compresa l’Alchimia Interna (NEIDAN, 內 丹). Queste antiche pratiche si ponevano alla ricerca dell’elisir dell’eterna giovinezza elaborando e purificando prodotti vegetali e minerali di cui il cinabro era l’ingrediente principale.

Considerato dai praticanti del TAO “fonte della vita intera” il Libro del Centro di Lao Tzu descrive il DANTIAN come “… la radice dell’Uomo e il luogo in cui viene custodito il suo Spirito Vitale. I Cinque Soffi (dei Cinque Movimenti: Legno Fuoco, Terra, Metallo e Acqua) hanno origine in esso… Situato a tre distanze (CUN) sotto l’ombelico, accanto alla colonna vertebrale, si trova alla radice dei reni. E’ rosso all’interno (colore del Movimento Fuoco), verde a sinistra (colore del Movimento Legno), giallo a destra (colore del Movimento Terra), bianco in alto (colore del Movimento Metallo) e nero in basso (colore del Movimento Acqua). Ha una circonferenza di quattro distanze. E’ posto Tre distanze sotto  l’ombelico perché si conforma al Cielo, alla Terra e all’Uomo. Misura Quattro distanze perché il Cielo corrisponde all’Uno, la Terra al Due, l’Uomo al Tre e le stagioni al Quattro. E’ di Cinque Colori perché prende a modello i Cinque Movimenti”. Questa descrizione, ripresa da K. Schipper e da C. Despeux, ritenuta la più esatta, riguarda il DANTIAN Inferiore (XIA DANTIAN, 下丹田) e la si fa risalire al periodo della dinastia degli HAN Posteriori (947-950).

Nella pratica del QIGONG si ammette l’esistenza di tre Campi di Cinabro: un DANTIAN Inferiore che abbiamo appena descritto, uno Mediano (ZHONG DANTIAN, 中丹田) e uno Superiore (SHANG DANTIAN, 上丹田). Come per il Campo di Cinabro Inferiore la localizzazione di quello Mediano ha subito diverse variazioni nel corso del tempo: sotto il cuore, a livello dello stomaco e della milza, nella Cavità della Corte Gialla; più comunemente nel punto centrale del petto.
Il DANTIAN Superiore resta conforme alla sua localizzazione nelle varie descrizioni classiche: “Il Niwan è il Campo di Cinabro Superiore… Quando si penetra la testa a partire dallo spazio inter-sopracciliare questa corte è situata proprio al centro” (C. Despeux cita lo Shangqing).

Secondo la medicina tradizionale cinese, i “Tre Tesori” del corpo (l’Essenza JING, il Soffio QI e lo Spirito SHEN) sono immagazzinati rispettivamente nel DANTIAN Inferiore, Mediano e Superiore.
Nella pratica del QIGONG, solitamente, si porta l’attenzione al DANTIAN Inferiore perché considerato come le fondamenta della nostra casa; dunque occorre preparare accuratamente una base solida, poi passare alla costruzione delle pareti ed in fine al tetto.

Spesso i praticanti di QIGONG parlano della necessità di “far scendere il QI nel DANTIAN” durante la pratica. Con questa affermazione in realtà s’intende dire che attraverso una respirazione addominale profonda si può consapevolmente far salire e scendere di molto il diaframma. In questo modo si otterrà una sensazione di pienezza nella parte inferiore dell’addome, aumenterà la capacità respiratoria e l’incremento dei movimenti diaframmatici avrà come effetto un massaggio degli organi addominali interni e un conseguente miglioramento delle funzioni dei sistemi digestivo, riproduttivo, urinario ed endocrino.

Mantenere l’attenzione sul DANTIAN costituisce una tecnica di concentrazione mentale fondamentale nella pratica del QIGONG. Più di qualsiasi altra parte del corpo, il Campo di Cinabro diventando il centro dell’attenzione si comporta come un catalizzatore capace di aumentare la nostra concentrazione inducendo così uno stato profondo di tranquillità mentale.

Fonti bibliografiche:
Kenneth S. Cohen - L’Arte e la Scienza del QIGONG - Erga Edizioni
Cen Yuefang - I Fondamenti del QIGONG - Ubaldini Editore
Catherine Despeux - Taoismo e Corpo Umano - Edizioni Riza

Il Culto degli Antenati

 a cura di Paolo Raccagni

   Chuang-tzu stava per morire. E i suoi discepoli volevano fargli un funerale sontuoso, ma egli disse: "Ho il Cielo e la Terra come bara, il sole e la luna come simboli funebri, le stelle e gli astri come perle, le diecimila creature come parenti dolenti. non è forse perfetto il mio funerale? Che cos'altro ci volete aggiungere?" (da Il funerale di Chuang-tzu).
  
   In moltissime case cinesi esiste un altare degli antenati, ai quali si offrono doni come incenso, riso, frutta o oggetti cari al defunto. Durante gli anniversari o in certe date particolari del calendario cinese, si rinnova il legame con il famigliare defunto bruciando incenso o offerte che in alcuni casi, possono essere anche simulacri in carta che rappresentano oggetti di uso comune (elettrodomestici, auto, biciclette o facsimile di banconote e lingotti) ritenuti utili anche nell’aldilà.

   Per comprendere questa espressione religiosa occorre innanzitutto liberarsi dal modo, abituale di noi europei, di vedere la religione come qualcosa di vissuto al di fuori della società e addirittura isolate le une delle altre.

Altare dedicato agli Antenati

La Religione in Cina
   Il paesaggio religioso cinese si può recepire come “un sistema coerente” nel quale coesistono forme di pratiche religiose individuali (meditazione, tecniche del corpo, trance,…) e collettive (culto dei santi locali, culto degli antenati, riti funebri,…) che si inseriscono nel quadro cosmologico cinese. La religione cinese esiste senza avere un nome proprio, senza una struttura ecclesiale ne dogmatica.

   Ci sono tre forme di religione istituzionalizzate: buddismo, taoismo e confucianesimo (il confucianesimo di stato è scomparso all’inizio del XX secolo) che si possono trovare, nel loro senso più formale, solo all’interno di centri di formazione. Non dobbiamo dimenticare le altre tre religioni di origine straniera: islam, giudaismo e cristianesimo che, rivendicando una adesione esclusiva, hanno dovuto sviluppare forme del tutto originali per interagire con le tradizioni di questo popolo.

   La forma più diffusa è la “comunità di culto” che non è né buddista, né confuciana, né taoista. Essa è strettamente legata ai rappresentanti di tutte e tre le religioni e sono basate su tradizioni orali e strutture autonome; possiedono un tempio consacrato a un santo locale e contano “specialisti” (medium, guaritori, indovini,…) che non sono organizzati su scala nazionale.

Facsimile di monete
Negozio di oggetti per offerte

Il Culto degli Antenati
   Innanzitutto occorre dire che il passaggio alla “terra degli antenati” non è mai meritato in anticipo. Le principali categorie in cui si suddividono gli esseri “soprannaturali" di questa teologia popolare, sono strutturate su un modello caratterizzato dal numero Tre e che prende ispirazione dalla società reale dei vivi: gli antenati, le divinità e i fantasmi o demoni. Sono questi i tre strati che i defunti possono raggiungere in funzione dei loro percorsi di vita, delle loro qualità, delle circostanze della loro morte e dei riti funebri che li hanno accompagnati nell’aldilà.

Famiglia cinese all'altere degli Antenati (HUNAN)

Antenati, Divinità e Fantasmi
   Gli antenati sono i “morti bene”, deceduti in vecchiaia e in pace, dopo aver dato una discendenza e che hanno ricevuto riti che li hanno separati dai vivi e posti alla “giusta distanza” tra i due mondi.

   Le divinità o i santi, sono generalmente i morti, senza discendenza, anche se vittime di morte violenta o suicidio, oppure persone che non hanno potuto ricevere i riti funebri adeguati. Ma la loro natura di esseri eccezionali che si è manifestata attraverso le loro azioni e nelle loro qualità, gli ha permesso di non dissolversi con la morte e di accedere all’organizzazione burocratica dell’aldilà diventando “divinità ortodosse” (ZHENG SHEN).

   I fantasmi o demoni (GUI), sono persone “morte male” e per le circostanze della loro morte o per la loro personalità, non sono potuti accedere all’aldilà; sofferenti, senza una propria dimora e vendicativi, costituiscono un pericolo permanente per i vivi.

   Per alcune minoranze etniche nazionali (il governo cinese ne riconosce ufficialmente cinquantacinque), come ad esempio gli YI del SICHUAN, esistono prerogative ulteriori per limitare l’accesso allo stato di antenato. Le persone, uomini o donne, non maritate, gli uomini che hanno superato i quarant’anni e non hanno discendenza, donne che hanno trasgredito tabù sessuali, … potranno accedervi solo dopo rituali specifici. Persone, anche viventi, affette da malattie mentali (una ventina di demoni sono legati a queste malattie), o persone che hanno vissuto troppo a lungo possono essere considerate demoni.

   In epoca imperiale i personaggi importanti come i mandarini che rappresentavano l’imperatore e l’impero, diventavano divinità, i membri più anziani delle famiglie di alto lignaggio diventavano antenati, mentre gli stranieri, i banditi e i mendicanti erano destinati a diventare spiriti pericolosi e spregevoli.

   Possiamo dire che il rito che riguarda il culto degli antenati può essere interpretato come il “luogo cosmologico”, situato tra Cielo e Terra, tra Yin e Yang, nel quale gli individui, le famiglie e le comunità rinnovano il loro legame con le divinità e con gli antenati e affermano la loro distanza da quegli spiriti che nella vita quotidiana, possono provocare disordine o arrecare danno.

Tavoletta evocativa
Evocare gli Antenati
   Per evocare gli antenati, occorre abituarli al contatto! Si deve creare un’entità psichica e per fare questo bisogna elencare i nomi degli antenati, come in un albero genealogico, porli sull’altare e aggiungere, eventualmente, un loro ritratto e onorarli con doni e incenso. Poi occorre dedicare loro un po’ di tempo in meditazione per tentare di stabilire un contatto. Quando si pensa di aver ottenuto il contatto allora si può chiedere di risalire alla generazione precedente e così via.

   Generalmente gli antenati appaiono nei sogni e a questo punto è possibile chiedergli qualche consiglio o cosa si può fare per loro. Ricordiamoci che l’antenato non va disturbato, ci vuole un motivo valido per interpellarlo. Come per l’YIJING, va interrogato solo quando la domanda è cruciale per la nostra vita.

Le Pratiche Energetiche e Marziali e gli Antichi Maestri
   Chi insegna da tempo, a volte, si rende conto che durante la pratica o l’insegnamento non facciamo più quello che volevamo fare o che volevamo dire. Le cose accadono come se fossero telecomandate, come se fosse qualcun’ altro a dirigere la lezione. Molti insegnanti che rispettano la tradizione, come il saluto e le pratiche preparatorie, percepiscono o hanno percepito fortemente questa modalità. Si può affermare che il saluto e le DAO (o forma, concatenamento tipico di una pratica), sono porte di passaggio verso quest’altra dimensione che sembra straordinaria, ma che diventa la normalità per coloro che l’hanno vissuta.

   Ovviamente per coloro privi di ogni spiritualità urlano “non è possibile”. Quest’ultimi sono come persone che tentano di osservare le stelle in pieno giorno e magari con il cielo nuvoloso. Devono sussistere le condizioni. Occorre elevare lo spirito e il cuore.

   Secondo il Pensiero Cinese l’Elemento Acqua è il custode del nostro “patrimonio genetico” dunque abbiamo già “geneticamente” la possibilità di connetterci con i nostri antenati o Maestri e occupare il nostro posto nella discendenza nel rispetto dei riti. Nell’elemento Acqua esiste anche il Fuoco, il Fuoco Originario che non dipende dagli antenati, ma ci può connettere alla nostra Essenza Originaria. Due strade, due linee di lavoro che ogni individuo può integrare e su cui agire in modo da conformarsi al ritmo della vita universale.

Genealogia dello XING YI QUAN
Ramo dell'Hubei - Forma Naturale (dal sito www.tao-yin.com)




Alcuni passi del post sono tratti da articoli pubblicati dai seguenti autori: V. Goossaert, “Spazio e Tempo Sacri: i Templi”; B. Vermander, “Il Rito Sacro presso gli YI di Liangshan (SICHUAN)”.

Ringrazio il Maestro Georges CHARLES, Capo Scuola della Scuola SAN YI QUAN, gli insegnanti nonché mia sorella e mio fratello nella pratica, Cristina BERGAMINI e Yves KIEFFER, per il loro notevole contributo.

L'anno del Gallo di Fuoco

 di Paolo Raccagni

 Il calendario cinese è costruito sul ciclo solare e sul ciclo lunare, dunque il capodanno inizia alla seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno (21 dicembre). Questo determina un sistema astronomico e astrologico diverso da quello occidentale. Suddiviso in cicli di sessanta anni  ciascuno ripartito in dodici quinquenni (5 x 12) che vede nell’ordine susseguirsi i seguenti segni: Topo, Bue, Tigre, Coniglio, Drago, Serpente, Cavallo, Capra, Scimmia, Gallo, Cane e Cinghiale. Ognuno di questi segni zodiacali si combina con i Cinque Elementi fondamentali della Tradizione cinese: Legno, Fuoco, Terra, Metallo e Acqua. L’inizio dell’anno coincide, nella tradizione cinese, all’inizio della primavera.

Dal 28 Gennaio 2017 al 15 febbraio 2018 è l’anno che nel calendario cinese, è dedicato al Gallo di Fuoco (雞 JI - Ricci 442); un periodo in cui si spera che il temperamento “focoso” del Gallo possa infondere più entusiasmo ed energia nelle nostre attività, alimentando le migliori prospettive per tutti.

Termina un ciclo annuale governato dalla Scimmia, un periodo dove il dinamismo dell’elemento Fuoco si è manifestato nella sua forma più distruttiva. Governi alle prese con stravolgimenti interni e con l’incapacità di relazionarsi all’esterno. Un anno, quello della Scimmia di Fuoco, caratterizzato da ambizione e sete di avventura, un gioco al massacro che ha colpito, nuovamente, i più deboli, limitandone i diritti elementari e privandoli di una visione più chiara del loro futuro.

Nel 2017 abbiamo bisogno di rinforzare noi stessi e prepararci ad un periodo di enormi cambiamenti. Il Fuoco fonde il Metallo (elemento fisso nel segno del Gallo), e questo rapporto distruttivo significa sfide doppie durante l'anno. Tuttavia, il Gallo di Fuoco porta speranza e trasformazione a coloro che sanno agire in armonia con le circostanze. Sarà un anno in cui, se si vuole ottenere un risultato, non importa quale sia l’obiettivo, occorre agire in modo impeccabile; un anno in cui è veramente meglio fare meno, ma farlo perfettamente. Prendersi cura dei dettagli senza perdere di vista l’insieme.

L'anno del Gallo esige ordine, controllo e pianificazione strategica. Il saggio Sun-Zi, mitico stratega cinese, ancora studiato nei moderni ambienti militari, consiglia: “Ottenere un vantaggio psicologico sull'avversario e usare la forza solo come ultima risorsa”. Dunque l'anno della diplomazia.

Politicamente è un anno in cui la maggior parte delle nazioni adotteranno una linea dura. I governi mostreranno i muscoli e faranno minacce, come il Gallo che gonfia il petto per impressionare  i concorrenti e le galline del pollaio, ma probabilmente non daranno seguito alle minacce. Saranno più preoccupati di proteggere la loro leadership  e si riterranno offesi per la minima cosa.

Energeticamente è un anno in cui si tenderà a dissipare molta energia; ogni progetto richiederà un impegno che non sarà ripagato dal risultato. Meglio dunque “agire con il minimo sforzo per ottenere un risultato”. Prudenza. Astenersi nel compiere “speculazioni” di ogni tipo, perché si tradurranno  in delusioni e conflitti. L’anno del Gallo, secondo i cinesi, è l’anno giusto per firmare contratti, creare joint venture, formare nuove partnership per l’anno successivo, ma anche trovare un partner e formare una famiglia, avere figli, allargare la propria cerchia d’amici…

In una visione più spirituale, la Fenice prende il posto del Gallo. La Fenice (FENG o FENG HUANG), l'uccello mitico nato dal fuoco e che rinasce a nuova vita dalle proprie ceneri, incarna la grazia, la bellezza e il potere. In Cina era un attributo destinato esclusivamente all’Imperatrice (il Drago per l’Imperatore) e fa parte dei quattro animali mitici che circondano e presiedono i destini della Cina: FENG, la Fenice Rossa governa il Sud; GUI XIN, la Tartaruga Nera (o il Serpente) governa il Nord; LONG, il Drago Verde governa l’Est; BAI HU, la Tigre Bianca (o l’Unicorno) governa l’Ovest. Rappresenta, simbolicamente, la prosperità, la capacità di superare tutti gli ostacoli e creare opportunità per un nuovo inizio.

Rinascere non è sempre così facile. Pertanto l’anno della Fenice, per coloro che vogliono intraprendere un cammino spirituale di trasformazione, è un anno in cui è importante prendere  coscienza se stessi. Mantenere uno stile di vita semplice, rimuovere tutto ciò che è “inutile” e che ci può appesantire (è il momento ideale per “pulire” il Fegato, praticare Qi Gong, Yoga,… e tutte quelle pratiche utili a riequilibrare la nostra energia) in questa fase di cambiamento. Un momento di duro lavoro, di disciplina, di prospettive realistiche. Occorre sceglierete le proprie battaglie con saggezza perché potrebbero essere molto impegnative quest’anno.