L'Uomo Orientato

di Georges Charles
Traduzione e adattamento a cura di
Paolo Raccagni e Yves Kieffer

 Già dal VI secolo a.C. i geomanti cinesi (geomanzia: divinazione in base a segni naturali o artificiali sul terreno) distinguevano già il nord magnetico dal nord geografico il quale era simboleggiato con la Stella Polare, chiamata tai yi  太一, letteralmente l'Uno Supremo, la Grande Unità Immutabile (1). La Stella Polare rappresenta il perno centrale del cielo attorno al quale gira, poco a poco, la Grande Orsa che i Cinesi chiamano “Costellazione delle Sette Stelle dello Staio del Nord” e che, a secondo delle stagioni, occupano diverse posizioni, diversi “Palazzi” nel cielo. Questi “Palazzi Celesti” sono nel numero di cinque. Le Sette Stelle della Grande Orsa definiscono, con il loro movimento circumpolare, il “Palazzo Centrale” di forma circolare. Questa posizione centrale gli permette di regolare e di situare i quattro altri Palazzi, i “Palazzi degli Equinozi”. Nella tradizione cinese il “Palazzo Celeste” rappresenta l’Imperatore (di 帝) o il Re (wang 王), quindi considerato come il “Figlio del Cielo” o più precisamente, come “discendente del Palazzo Centrale Celeste”.


La Stella Polare (Tàiběi Tàiyī - Grande Nord, Grande Unità) come perno centrale del Cielo
e le Quattro Stagioni. Palazzo del Drago Verde (Primavera); Palazzo della Fenice Rossa (Estate); Palazzo della Tigre Bianca (Autunno); Palazzo della Tartaruga Nera (Inverno).
Immagine tratta da: Georges Charles "Le Qigong de la Lumiere" Ed. Kiwi
 

Da diversi millenni, in Cina, l’Imperatore rappresenta il Figlio del Centro del Cielo dunque l’immutabilità perfetta… Un simbolismo molto simile a quello del Giappone dove l’Imperatore è il Figlio, dunque il discendente, del “Sol Levante”. In Questi due casi l’Imperatore o il Re, colui “che si mantiene fermamente tra Terra e Cielo” diviene il mediatore tra l’Uomo ed il Cielo… Situato alla sommità della piramide umana l’energia (qi) del Palazzo Centrale del Cielo” in Cina, o del “Sol Levante” in Giappone, discende in lui. diventando asse centrale e punto di riferimento di tutto ciò che è sotto il Cielo.

Ma, questa posizione centrale immutabile implica necessariamente un orientamento complementare. Quando riceve i suoi sudditi, l’Imperatore si pone rivolto a Sud in modo da manifestare tutta la sua potenza e ricevere il massimo dell’energia Yang del sole al suo zenit. Rivolge la schiena al Nord che rappresenta il massimo dello Yin, l'aspetto materiale sul quale si appoggia. Alla sua sinistra c’è la parte onorifica che segna la crescita dello Yang all’equinozio di Primavera. Alla sua destra c’è la parte protettrice che corrisponde al ritorno dello Yin, all’equinozio d’Autunno. Vi ritroviamo dunque i “Quattro Palazzi Celesti” situati da una parte e dall’altra del “Palazzo Centrale del Cielo”… Questi “Palazzi” corrispondono alle stagioni dell’anno: Nord-Inverno, Est-Primavera, Sud-Estate, Ovest-Autunno. Essi sono determinati, da una parte, dall’orientamento della “coda” della Grande Orsa, o dal manico dello staio, che è puntato verso l’oriente considerato. Lo stesso simbolismo lo ritroviamo nelle prime bussole, dove la parte magnetizzata prende la forma di un cucchiaio e dall’altra appare il Palazzo di una particolare costellazione…
 
 

Riproduzione di una antica bussola cinese.
Il manico del "cucchiaio" indica il Sud.

Evidentemente è possibile guardare il cielo, cercare la Stella Polare poi le principali costellazioni durante il corso delle stagioni, al fine di saperle meglio posizionarle nello spazio, ma è solitamente più pratico utilizzare una bussola, inventata in Cina proprio per questo scopo. In questo caso, la posizione di colui che tiene la bussola, l’osservatore centrale, è simbolicamente sul Palazzo Centrale del Cielo” quindi la Stella Polare (tai yi) è il centro e la sommità. Colui che tiene la bussola puntata assume in qualche modo il ruolo dell’Imperatore (wang). La sommità del suo cranio, il punto d'agopuntura bai hui  (20 VG), rappresenta la Stella Polare, attorno alla quale sembrano girare lentamente tutte le costellazioni per via della rotazione terrestre. La bussola permette all’osservatore di orientarsi, di ritrovare i Quattro Orienti e di scegliere quale direzione guardare per poi agire. Simbolicamente l’ago della bussola che è stato raffigurato come un cucchiaio magnetizzato, rappresenta la Grande Orsa. In questo caso la coda del cucchiaio si gira nel senso opposto della Stella Polare ed indica il Sud. L’osservatore può dunque posizionarsi secondo l’asse Nord-Sud.

 
Il cranio allora rappresenta la volta celeste. Il punto di agopuntura situato tra le sopracciglia (yin tang o "Palazzo del Silenzio”) è allora rivolto verso Sud, mentre il punto centrale dell’occipite yu zehen (9 BL - “Cuscino di Giada”) si pone verso Nord. Siamo dunque faccia a Sud e dorso a Nord … Come spiega Lao Zi al capitolo 42 del Dao De Jing (Il Classico del Dao e della sua Vurtù): “Si appoggia allo Yin ed abbraccia lo Yang” o, secondo un’altra traduzione “porta sul suo dorso l’oscurità (Yin) e stringe tra le braccia la luce (Yang)”. In questo caso ci si appoggia al Nord, alla Tartaruga Nera (Grande Yin dell’Acqua) e si lascia prendere il volo alla Fenice Rossa (Grande Yang del Fuoco), il Sud. L’Est, il Drago Verde, il Piccolo Yang del Legno, lo si ritrova a sinistra mentre l’Ovest, la Tigre Bianca, il Piccolo Yin del Metallo, si ritrova a destra.


Il Saggio rivolto verso Stella Polare per onorare il Cielo.
Stampa Taoista del XII secolo (http://tao-yin.fr/).

(1) In Cina, nei primi secoli della sua civiltà, il Polo Celeste passò successivamente vicino a diverse stelle: nel XXIX secolo a.C. era vicino a “α della Coda del Drago”; nel XXVII secolo a.C. passò vicino a “χ del Drago” e nel XXIII secolo a.C. vicino a una piccola stella tra “χ del Drago” e “α del Drago”.

Ora, la prima di queste stelle non porta alcun nome particolare nella nomenclatura cinese, mentre le due successive sono chiamate Tiān yī (天一 o 天乙 - l’Unico del Cielo) e Tàiyī (太一 o 太乙 - l’Uno Supremo) che chiaramente le designa come Stelle Polari. Ciò dimostra che nel XXIX secolo a.C. l’astronomia cinese non era ancora stata costituita, mentre è plausibile la sua creazione intorno al XXIV secolo a.C. (G. Schlegel “Uranographie Chinoise” Ed. So-Wen 1977 Milano)

L’Anno del Drago di Legno


Il Drago di Legno
Vaia di Lavarone - ora bruciato da un atto vandalico

di Paolo Raccagni

Il calendario cinese è organizzato su due cicli: il ciclo solare e il ciclo lunare, dunque si basa su osservazioni astronomiche della posizione del Sole nel ciclo delle fasi lunari. Di conseguenza il primo giorno dell’anno cinese inizia con la seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno (21 dicembre) e tradizionalmente segna l’inizio della Primavera. Ciò significa che il primo giorno del capodanno lunare può verificarsi in qualsiasi momento tra il 21 gennaio e il 20 febbraio. Si determina quindi un sistema astronomico e astrologico diverso da quello occidentale che si basa sul calendario gregoriano (1582). Questo antico calendario che risale al XIV secolo a.C., si suddivide in cicli di sessanta anni ciascuno ripartito secondo un insieme Ramo e Tronco. Si costituisce quindi un sistema di sessanta nomi che si presentano a rotazione, dove il nome di ogni anno è costituito da due parti: il nome dell’animale dello zodiaco (ramo terrestre) e l’Elemento del periodo (tronco celeste).

 

Quindi mettendo insieme i termini Tronco e Ramo, il primo anno di un ciclo di 60 è chiamato Jia-Zi (Anno del Topo di Legno) poiché Jia è il Tronco Celeste (Legno) e Zi è il Ramo Terrestre (Topo). L’anno successivo è Yi-Chou (Anno del Bue di Legno), seguirà Bing-Yin (Anno della Tigre di Fuoco) e così via. L’undicesimo anno è Jia-Xu (Anno del Cane di Legno), ecc., finché un nuovo ciclo non ricomincia con Jia-Zi.

Quest’ordine vede il susseguirsi quindi dei seguenti segni dello zodiaco: Topo, Bue, Tigre, Coniglio (o Lepre), Drago, Serpente, Cavallo, Capra, Scimmia, Gallo, Cane e Cinghiale (o Maiale). Ognuno di questi segni zodiacali si combina con i Cinque Elementi fondamentali della Tradizione cinese: Legno, Fuoco, Terra, Metallo e Acqua.  Avremo dunque, nell’ordine dei 60 anni, per quanto riguarda il Drago: il Drago di Fuoco (1976), li Drago di Terra (1988), il Drago di Metallo (2000), il Drago d’Acqua (2012), il Drago di Legno (2024). In senso più profondo ogni anno, in successione, è caratterizzato da un aspetto Yin e da un aspetto Yang.

Quest’anno avremo la luna nuova tra venerdì 9 (ore 23.59 in Italia) e sabato 10 febbraio 2024 e segnerà l’inizio dell’Anno Jia-Chen del Drago di Legno (Mù lóng 木龍) o del Drago Verde (Qīng lóng 青龍).

 


Il Drago Verde (Qīng lóng 青龍)

 

L’Emblema del Drago
Il Drago (龍 Lóng) è un animale acquatico. Nasce dall'accumulo dell'acqua nelle profondità e dalla quale assorbe la sua potenza, incontrollabile quando si scatena durante le alluvioni e i cataclismi. Rappresenta quindi il mondo ostile di una natura selvaggia da domare. Ma quando esce dall’oscurità, dallo Yin, è per affidarsi ad essa per “salire sulle azzurre nuvole e diventare il messaggero del Cielo”.

Il Drago è un animale celeste. Rimaniamo abbagliati dalla sua ascesa e dalle sue favolose evoluzioni che fanno scintillare la radiosa luminosità che emana dal suo corpo. Ha la brillantezza degli oggetti celesti (sole luna e stelle) e risplende di disegni colorati che ne fanno l'emblema della bellezza. È un essere Yang, quindi cambia forma in qualsiasi momento. Ad esso possono essere paragonati solo il potere del sovrano o la virtù del saggio. Già sotto gli Zhou prese posto tra gli emblemi del potere reale: gli stendardi sono ricamati con draghi, e “il Figlio del Cielo indossa una veste decorata con draghi da sacrificare ai suoi antenati”. È anche il corriere degli esseri eccezionali: “capaci di sollevarsi ed evolversi nel cielo, i draghi servono come cavalcature o per trainare carrozze dei viaggiatori spaziali, santi, immortali e poeti”.


Il Drago cavalcatura di santi, immortali e poeti


Il Drago, attraverso l'alternanza dei principi Yin e Yang e la loro complementarietà, rappresenta il dinamismo universale. È di natura acquatica e celeste, quindi è sia yin che yang. Attraverso il suo percorso rappresentato dal primo esagramma dell’Yi Jing, Qian ䷀ - Il Creativo, che lo porta dalle acque profonde alle altezze celesti, è il simbolo della capacità di trasformazione, opera che richiede la sottile capacità di legare delle due qualità: "Se il drago è divenuto l'emblema del sovrano, non è solo per la sua qualità di essere celestiale, ma piuttosto per la sua potenza e la sua flessibilità”.

Il Drago è l'esempio stesso del saper cambiare, un dominio in cui eccelle particolarmente l'occhio acuto del “grande uomo”, citato due volte nel primo esagramma dell’Yi Jing: “L'aspetto del drago non è sempre lo stesso e la sua dimensione non è costante. Per questo lo Zhou yi (antico nome dell’Yi Jing) lo paragona all'uomo superiore e i sovrani lo considerano un prodigio di buon auspicio”.

La grande lezione del Drago e questa: non c’è fermezza senza flessibilità, non c’è sviluppo senza adattabilità: “Il drago è l’infinità delle metamorfosi. Lo spirito è l'imprevedibilità di Yin e Yang. Per questo il percorso verso lo sviluppo dello spirito è modellato sui cinque draghi”.


L'ultimo Drago
Il Drago di Komodo in via d'estinzione

 

L’Elemento Legno
Quest’anno è governato dall’Elemento Legno, una energia legata alla Primavera che in natura si esprime nel risveglio dopo il lungo letargo dell’Inverno, la “spinta” della vita che riprende il suo scorrere naturale in tutti gli esseri viventi. Nell’ambito dei Cinque Elementi il Legno caratterizza lo stesso movimento energetico della Primavera, un movimento di passaggio da un estremo all’altro: dalla suprema interiorizzazione dell’Acqua, l'Inverno, alla massima espansione del Fuoco, l'Estate. Un movimento “avvolgente” che si esprime in tutte le direzioni ma che tende verso l’alto e a disperdere (il Vento).

Nel Ciclo di Generazione degli Elementi della Tradizione Cinese, il Legno è generato dall’Acqua, l'Inverno, e a sua volta genera il Fuoco, l'Estate. L’emblema dell'ideogramma Legno ( – 木) rappresenta una pianta, un albero, che si slancia verso l’alto (Cielo, Yang, Estate), ma che rimane ben radicata al suolo (Terra, Yin, Inverno). Nella giornata è il mattino, l’alba, il sorgere del sole. Nell’Uomo è la nascita, l’infanzia.
Nell’energetica classica, a livello del corpo umano, il Fegato esprime la stessa energia della Primavera. Il Fegato si fa carico dell’armoniosa circolazione del Soffio Vitale (Qi)  e della buona ripartizione dei liquidi. Scioglie i nodi ed elimina i blocchi, sia a livello fisico che spirituale.

Esotericamente il Legno è “uscire alla luce”, dunque, rinnovamento, nascita, ma anche, per estensione, rinascita, resurrezione dopo la morte. Non è un caso che il periodo pasquale cada in questa stagione dell'anno. La Pasqua che significa passaggio, rappresenta per il cristiano proprio la “trasformazione” dell'Uomo, operata attraverso il Legno della Croce e il Metallo dei chiodi e della lancia, in un essere Divino o Celeste.

 


Il Drago d'Acqua - Yin  e  di Legno - Yang
La Festa delle Barche Drago


L’Anno del Drago di Legno
Animale mitico sia per la tradizione orientale che per quella occidentale,  come abbiamo visto, il Drago è il simbolo della Potenza Celeste, dell'Imperatore, dello Yang, dell'Essenza Maschile. Indomabile, portatore di ricchezza e prosperità, chi lo rispetta ne trae grande giovamento, ma è causa di sventura e disastri per chi non lo ascolta. Nella tradizione orientale rappresenta, contemporaneamente, la possibilità e il pericolo, il risveglio e l’incoscienza, il sacro ed il profano. Porta conoscenza e sapere, irriga i campi con le piogge primaverili, ma può anche sollevare il mare, con un colpo di coda, e provocare tempeste che distruggono le coste e affondano le navi di coloro che si fanno beffe dei suoi insegnamenti. Un anno, dunque, quello del Drago, pieno di vivacità e contraddizioni. Un anno che darà tanto ma che vuole ancor più in cambio.

 Dopo il Coniglio, un periodo nel quale non siamo riusciti e leccati le ferite dello scontro con la Tigre, ci attende la sfida del Drago il quale ha posto le sue premesse già nel 2023. Sarà un anno di profonde trasformazioni, nel quale potremmo realizzare grandi progetti, ma dovremo mantenere sempre “i piedi per terra”. Il Drago, nella sua grandiosità, ci mostra la realtà migliore di quella che è effettivamente, dunque saremo portati a rincorrere senza prudenza le nostre, seppur giuste, ambizioni. Un anno, quello che sta per iniziare, sotto l'auspicio fortunato del Drago, nel quale è proficuo sposarsi, avere figli, aprire attività commerciali e professionali, ma con cautela. Se da una parte il Drago protegge questo modo di agire in grande, ha il vizio di sparire o di distogliere il suo sguardo, nel momento in cui ci dovremo confrontare con i nostri errori. Errori che saranno esasperati come sono stati enfatizzati i nostri successi.

 Il Drago di quest'anno è un un Drago di Legno  o Drago Verde, dunque Yang, più mite rispetto al Drago di Fuoco (Huǒ lóng 火龍), ma pur sempre un Drago Yang. Dovremo aspettarci un periodo elettrizzante su tutti i punti di vista, positivi e negativi; non ci sarà moderazione sia negli eventi climatici sia in quelli politico-sociali. Sarà un anno ricco di mutamenti e chi non sarà pronto alla trasformazione, ne sarà travolto e rischierà di soccombere.


Il testo sull’Emblema Drago che ho tradotto e adattato, è tratto dall’opera di Pierre Faure Le Yi Jing par lui-Même - Ed. Alphée.