L'Universo ... in un piatto

di Paolo Raccagni

Questo brano prende spunto da una visita fatta con mia moglie Paola al Museo delle Ceramiche di Faenza, dove, per caso ed inaspettatamente, leggo la parola WU-CHI in una tavola di cartoncino esposta un una delle sale e con una serie di disegni (che poi imparerò a chiamare studi) rappresentanti il motivo decorativo del garofano (o peonia), forse il più amato ed apprezzato dal pubblico.

La ricerca del Maestro ceramista Enzo Mari per il Museo faentino parte dalla considerazione che questa decorazione, "in molte delle sue figure sono di forma o correlazione così anomale da suggerirne implicazioni fortemente simboliche" che vanno oltre alla semplice definizione di "cineserie". Lo studio della decorazione prende quale modello di riferimento un piatto di maiolica del 1700 ed il Maestro Mari ne divide subito la rappresentazione in tre livelli: il centro, intorno al centro e fuori dal centro. La parte centrale della decorazione è suddivisa ulteriormente in altre riproduzioni.

La prima riproduzione è il WU JI (WU CHI, il Non-Colmo). Raffigurato dall'Acqua Primordiale che rappresenta in molti miti della creazione del mondo, la sorgente di ogni forma di vita (il liquido amniotico...), il caos primitivo. L'acqua raffigura anche la totalità delle possibili manifestazioni, ben si lega dunque al concetto di energia (QI) latente e non manifesta, non organizzata e nella sua massima potenzialità. Nella decorazione prende forma dalle acque l'onda, l'elemento di congiunzione tra WU JI e la Peonia Yin, il fiore legato alla primavera alla nascita (o alla rinascita). "Contemporaneamente alla Peonia nasce la prima terra" (E. Mari).

La seconda riproduzione è il RECINTO. Il recinto rappresenta il luogo sacro, l'ara sacrificale, la dimora degli Dei. "Questo elemento è sempre accomunato alle peonie. Ricorda che anche guardando il piatto ci si trova di fronte al rito dell'alleanza, implicito in un pasto collettivo, il festino che ha funzione di far sbocciare la virtù." (E. Mari)

La terza riproduzione è la PEONIA YIN. Nasce dal WU JI, ha lo stesso colore dell'acqua dunque la stessa forza generatrice. Rappresenta lo YIN la parte in ombra, il principio femminile, la Terra. "Comprende due germinazioni: quella superiore, la coppia azzurro e cinabro che ricorda la complementarietà del binomio Yin-Yang: quella inferiore, il germoglio di cinabro della Peonia Yang indica la potenzialità di mutazione della Peonia Yin in quella Yang." (E. Mari)

La quarta riproduzione è la PEONIA YANG. Sostenuta dalla Peonia YIN, rappresenta lo YANG, la parte al sole, il principio maschile, il Cielo. Il suo colore richiama quello del cinabro (cristalli di mercurio di colorazione rossa) che simboleggia l'immortalità. In cima alla Peonia YANG una germinazione azzurra indica il continuo riproporsi del rapporto Yin-Yang.

Altri elementi decorativi al centro fanno da "riempimento del vuoto", tra i quali troviamo il bambù capace di allontanare i demoni nonché simbolo di longevità, di pace e tranquillità familiare.

Intorno al centro. Una linea di demarcazione che contorna il centro e lo separa dall'esterno come per delimitare "ciò che è al di là e ciò che è al di qua dell'universo", oppure separa ciò che era prima, anteriore, da ciò che è dopo, posteriore. La decorazione utilizzata è estremamente simbolica. Si possono trovare tratti ornamentali che richiamano la suddivisione in risaia del terreno dunque un simbolo di abbondanza e ricchezza o altri tratti più simili alla pelle squamata di un "drago" simbolo di fertilità e delle piogge primaverili.

Fuori dal centro, una serie di rappresentazioni fine a se stesse che "riempiono il vuoto" come per confortarci nella "paura del nulla".

Il TAO della bocca e dei denti

Rappresentazione simbolica del cielo e della terra, l'incontro delle nostre due mascelle traduce lo stato dell'armonia interiore.
Traduzione di un'articolo di Estelle Vareeck pubblicato sulla rivista Generation Tao n° 35 - Inverno 2004-2005. (www.generation-tao.com)


La bocca materializza l'incontro del cielo e della terra ed esprime l'unione delle polarità, l'ingranarsi dei denti simbolizza la risoluzione della nostra dualità. La bocca è costruita ad immagine del mondo intorno a noi. Alla mascella superiore, la volta del palato sviluppa il suo arco ad ogiva e forma il tetto del tempio interno (cielo). La mascella inferiore la parete bassa dello spazio buccale è chiusa da un interlacciarsi di muscoli chiamato "pavimento della bocca" (terra). Così la bocca produce in noi uno spazio costruito nella verticalità dell'asse cielo-terra. All'interno di questo spazio intimo, un vero tempio interiore, abita la lingua (l'emanazione del cuore secondo i Cinesi).

La bocca, tra Cielo e Terra
La mascella superiore simbolizza il cielo, ossia il non manifesto, l'impalpabile, il sottile, l'astratto, l'infinito, il tempo. La mascella inferiore rappresenta la terra, ossia il manifesto, il palpabile, il tangibile, il concreto, il misurabile, il finito, il limite legato alla materia, lo spazio. I denti superiori ricoprono quelli inferiori come il cielo ricopre la terra. In questo sistema, i nostri denti funzionano come dei captatori d'energia: celeste per i denti della mascella superiore dove le radici si orientano verso l'alto come delle antenne: tellurica per i denti della mascella inferiore dove le radici puntano verso il basso come delle vere prese di terra.

Mostrami la mascella e ti dirò chi sei
Il piano d'occlusione, o l'ingranarsi dei denti, è il piano dove i denti superiori premono su quelli inferiori. L'incontro delle due mascelle ci mostra come i due mondi o polarità (cielo/terra) si articolano in noi. Un'armonia occlusiva traduce così l'armonia interiore, presente quando il cielo si posa perfettamente sulla terra: la ragione tempera l'azione senza imbrigliarla: impulsività e riflessione si equilibrano mutuamente: il pensiero e l'azione si completano in un movimento fluido. La persona manifesta ciò che ella è, le sue idee prendono forma con disinvoltura nella conformità delle parole e degli atti. Purtroppo tali persone sono rare. L'occlusione è di solito perturbata e traduce un disequilibrio interiore ove il cielo e la terra sono separati. Il disequilibrio può essere latente o esprimersi in modo spettacolare attraverso il digrignare dei denti (bruxismo): la guerra interna diventa rabbia, l'istinto e la ragione si combattono, ciascuna cerca di dominare la personalità. Il problema d'occlusione si ripercuote a livello dell'rticolazione delle mascelle (situata davanti l'orecchio), che materializza un altro punto di giunzione tra alto e basso. Un'articolazione che scricchiola, dolorosa o si blocca traduce la mancanza di fluidità tra la testa ed il corpo, la mancanza d'armonia interiore della persona, divisa o esitante tra desideri contraddittori.

Lo specchio della nostra mascella
Al giorno d'oggi, i problemi d'articolazione delle mascelle e d'occlusione tendono ad accrescere. I bambini non sono risparmiati. Soffrono di mal'occlusione. Al di là dell'inestetismo dell'impianto, si rileva un problema di mascelle che non si incontrano correttamente. Il fenomeno, importante per la sua ampiezza, merita che ci si pongano delle domande. La bocca dei nostri bambini mostra una disarmonia profonda (perché strutturale) tra il cielo e la terra. Questa disarmonia è il riflesso della nostra società divisa tra aspirazioni spirituali di evoluzione e di elevazione ed i desideri materiali di un consumismo irrefrenabile. Il cielo e la terra si scontrano, s'affrontano o si cercano all'interno di un equilibrio instabile. La materia non serve più il sacro e lo spirituale ignora la materia. Una scissione emerge dalla nostra società e la bocca dei nostri figli traduce questo malessere. La divisione e profonda tra la testa che pensa, concettualizza, riflette, ed il corpo che vive a sua volta relegato al rango di oggetto. La mal'occlusione più frequente è caratterizzata da una sovrapposizione eccessiva della mascella superiore a scapito di quella inferiore (sopracclusione). In altro modo, la testa, il mentale, l'intelletto è troppo presente in quanto il corpo, imbrigliato, controllato all'eccesso scompare. La bocca dei nostri figli mostra che abbiamo sviluppato una società centrata esclusivamente sulle performances dell'intelletto e non si occupano del corpo. Noi siamo sulla via di diventare un "mentale" senza emozioni che sottomette la materia ed il mondo ai suoi capricci, sacrifica la terra e la natura alla dittatura della produttività e del rendimento. Il problema d'occlusione e di mal"occlusione sono un appello a ritrovare l'armonia interiore ed il giusto equilibrio delle polarità. È urgente ritrovare la via di mezzo, quella proposta dal Tao da migliaia di anni.

I Colori tra Oriente ed Occidente

di Paolo RACCAGNI

L'esigenza dell'uomo di mettersi in relazione con il "Cielo" è caratteristica comune a tutte le tradizioni culturali. Il solo strumento accessibile, causa la "limitatezza" dell'essere umano, per porsi in qualche modo in contatto con il Divino è stato il simbolo. Il simbolo è uno strumento espressivo molto più agevole del linguaggio comune perché capace di esprimere numerosi significati a livelli diversi, caratteristica che apre possibilità di comprensione illimitate. Ed è in virtù di ciò che il simbolismo è il mezzo fondamentale per ogni insegnamento tradizionale.


Come per i segni ed i numeri anche i colori rientrano a pieno titolo nel novero dei simboli, strumenti la cui conoscenza divenne un mezzo di potere dei pochi eletti che potevano comprenderne i segreti più reconditi. Intimamente unito alla religione ed al misticismo, il linguaggio dei "colori simbolici" si suppone, come esprime F. Portal, abbia avuto lo stesso significato presso tutti i grandi popoli dell'antichità; dall'India alla Cina, dall'Egitto alla Grecia fino a Roma.

L'energetica cinese classica afferma, da qualche millennio, che il colore, dunque la sua vibrazione, abbia un'influenza diretta sia su gli organi che sulle loro funzioni. E che questa influenza agisca sia sullo Spirito (SHEN) che sul Soffio Vitale (QI). A testimonianza di ciò la "bibbia" degli agopuntori, il WANGDI NEIJING SUWEN (Il Libro della Medicina Interna dell'Imperatore Giallo) afferma che:

"L'aspetto verde naturale del quadrante orientale compenetra il Fegato, ...L'aspetto rosso fuoco del quadrante meridionale compenetra il Cuore, ...L'aspetto giallo terra della regione centrale compenetra la Milza, ...L'aspetto bianco del quadrante occidentale compenetra il Polmone, ...L'aspetto nero fuliggine del quadrante settentrionale compenetra i Reni, ..."
Come possiamo vedere il colore, per la M. T. C., possiede un ruolo essenziale nel mantenimento della salute e nella preservazione dalle malattie. Un'armonia dei colori permette di armonizzare la circolazione dell'energia degli organi dunque di armonizzare il processo stesso della vita. Possiamo quindi affermare che il linguaggio del colore si configura come un linguaggio simbolico particolare, fatto anche di suggestioni che non provengono dalla sola osservazione razionale. Sono un'espressione vivente della natura, attraverso i quali si può stabilire un rapporto di comunicazione ed un'esperienza interpretativa.

In principio la vita dell'uomo era regolata da due fattori che erano al di fuori del suo controllo: la notte ed il giorno, l'oscurità e la luce. Il giorno portava con sé la possibilità di agire, fornendo energia e stimolo (fase Yang), mentre la notte portava un ambiente nel quale le azioni dovevano cessare, inducendo passività, immobilità ed in generale un rallentamento (fase Yin). I colori associati a questi due ambienti sono, in tutte le tradizioni sia orientali che occidentali, il nero per l'ombra e la notte, il bianco per la luce ed il giorno. I colori bianco e nero, nelle diverse cosmogonie sono sempre stati usati come rappresentazione della creazione del mondo. In ogni cultura si parla sempre del combattimento tra la luce, il bianco, e la tenebra, il nero. Oltre al fattore "epico" di queste tradizioni si può intuire il rimando al continuo rigenerarsi dell'universo attraverso il periodico ripetersi dell'estate e dell'inverno, del giorno e della notte, del caldo e del freddo. 

Generalmente, i colori che si presentano nei miti e nei culti non sono casuali, ma hanno un significato ben preciso. Il bianco riflette tutti i raggi luminosi, il nero è la negazione della luce, il nulla, ciò che non è. Il bianco è il colore della verità assoluta, della conoscenza, del manifesto, il nero quello dell'errore, dell'ignoranza, del non manifesto. Ma il nero, oltre a queste accezioni negative, ne possiede altre di segno opposto. Il nero rappresenta l'indistinto primordiale, simbolo del principio e della fecondità, intuita nell'immagine del TAI JI TU (o più comunemente conosciuto come il simbolo del DAO (TAO) o dello Yin - Yang). Infatti se guardiamo la parte in bianco scopriremo che è nera nella sua natura più intima. Il bianco dunque perderebbe ogni significato o ragione d'essere senza il nero. Anche secondo i pitagorici, ad esempio, nella scala cromatica, il contrasto di base tra l'oscurità della notte ed il chiarore del giorno corrisponde alla coppia dei contrari nero e bianco. Inoltre la pittura vascolare greca fu caratterizzata, in un primo periodo da linee bianche su fondo nero.
Ben presto però apparve come terzo colore il rosso. Nero, rosso e bianco nella cultura indiana, sono intimamente connessi alle tre energie fondamentali: il nero per il tamas, il bianco per il sattva, il rosso per il rajas. Il primo corrisponde all'istinto, alla procreazione, all'inerzia. Rajas è l'energia del movimento, del dinamismo. Sattva, infine rappresenta il mondo divino incarnato da Visnù.

Nella Cina antica lo stesso aspetto energetico è espresso nel SAN CAI, le tre energie o le tre potenze: Terra - Cielo - Uomo. La Terra con caratteristiche prevalentemente Yin, il Cielo con caratteristiche prevalentemente Yang e l'Uomo prodotto della fusione delle energie celesti con quelle terrestri. Nella civiltà occidentale questi tre colori costituiscono i tre poli intorno ai quali, fino dall'alto Medioevo, si sono articolati tutti i sistemi simbolici a partire dall'universo dei colori (M. Pastoreau).

L'Alchimia condividendo l'antico principio della filosofia naturalistica considerava (o considera) il colore come la caratteristica basilare della materia. Utilizzando un linguaggio ermetico, nel quale il colore ha il ruolo di primaria importanza, comunica agli adepti i procedimenti per dominare la materia. Le tre fasi principali della "Grande Opera" (simbolo dell'evoluzione spirituale) procedevano secondo una scala cromatica dove il nero è legato alla materia prima, il bianco al mercurio, all'illuminazione ed il rosso allo zolfo (al cinabro nell'antica Cina), dunque al sangue. Il nero concerne allo stato di putrefazione, occultamento; il bianco corrisponde allo stato d'illuminazione, ascensione; il rosso a quello della sofferenza, dell'amore (sentimentale - relazionale). Il coronamento di questo percorso è l'ottenimento della "Pietra Filosofale": l'oro. Il giallo dell'oro, corrispondente generalmente all'aspetto mistico del sole.
Il verde è colore della vita, della nascita (rinascita - resurrezione), della gioventù, della salute, ma anche della morte, della lividezza estrema. Posto come ponte tra il nero (il colore, secondo Jung, delle origini, degli inizi, delle potenzialità), essere minerale ed il rosso, vita animale, è il colore della vita vegetale, della natura e della crescita.
Dunque se esportiamo questo percorso alchemico e lo sovrapponiamo alla rappresentazione energetica dei colori nella MTC non troveremo molte diversità tra i due sistemi. Il Nero legato all'elemento Acqua, alla stagione invernale, opera una "Dissoluzione" dalla quale si realizza una "Generazione" (Rigenerazione o Resurrezione) legata al colore Verde, all'elemento Legno, alla stagione primaverile. Questo percorso prosegue nella "Sublimazione" (o Purificazione), compiuta dall'elemento Fuoco, legato al Rosso, all'estate; verso la "Produzione" collegata all'elemento Terra ed al colore Giallo. La "Cristallizzazione" dell'elemento Metallo, autunno, richiama il Bianco di una "gemma", ancora più preziosa dello stesso oro.

 Questo percorso segnato dai colori è paragonabile al cammino che un praticante, di qualsiasi disciplina, (spirituale, filosofica ed anche energetica) deve affrontare per evolversi e giungere alla conoscenza ed alla coscienza di se.

L'Alchimia dei Numeri

di Paolo Raccagni

Nell'uomo i concetti fondamentali matematici di simmetria, geometria e calcolo sono preesistenti, innati, sono espressione del suo bagaglio evolutivo (DNA - YUANQI). Semplice, dunque, accettare idealmente la rappresentazione, attraverso i numeri, dello sviluppo di ogni vita in rapporto con la sua origine e con ciò che lo mantiene.

Anche nel pensiero cinese i numeri hanno un ruolo speciale. Interessarono i "Saggi" non solo per le loro esigenze matematiche, anzi l'utilizzo dei numeri è dovuto proprio alla capacità di esprimere, attraverso ad essi, altri concetti che esulano dalla manifestazione della quantità. Come spiega Marcel Granet ne "Il pensiero cinese" (Ed. Adelphi): "Ci si serve dei Numeri per classificare poiché essi possono servire a localizzare e a raffigurare concretamente. Sono degli emblemi. Ad essi si attribuisce innanzitutto un vero potere descrittivo".

La possibilità offerta dai Numeri di essere "manipolati" in diverse combinazioni numeriche, il cui risultato può essere "dominato", diede origine ad una specie di alchimia dove i Numeri sono concepiti all'interno di un sistema d'emblemi o simboli, nel quale non esprimono la quantità ma la qualità delle cose. Il Numero, in quanto Simbolo, permette di risvegliare un'intuizione che il solo linguaggio non può esprimere. Il Numero riesce ad attivare, nello stesso tempo, i molteplici "collegamenti" della mente umana, in altre parole, è capace di legare gli aspetti più diversi e permettere un'immagine d'insieme.

L'importanza dei Numeri è confermata dalla struttura di molti testi classici della filosofia cinese, come ad esempio lo Hongfan, il Daodejing e l'Yijing. In questi testi classici sono rappresentate diverse interpretazioni della costruzione dell'universo tutte basate sui Numeri. Numeri che agiscono come simboli, di cui la serie dall'Uno al Dieci è sufficiente a classificare l'universo e l'ordine della Creazione.

In fatti da Uno a Cinque abbiamo la serie dei Numeri detti di "apparizione", cioè numeri preposti alla descrizione della creazione della vita, dalla produzione all'apparizione di un essere vivente. Dal Sei al Nove incontriamo i Numeri che descrivono il suo sviluppo ed il suo "compimento". I Numeri di apparizione o di generazione corrispondono a ciascuno dei Cinque Elementi, in considerazione del loro ordine di apparizione o di potenza genetica: 1 = Acqua, 2 = Fuoco, 3 = Legno, 4 = Metallo, 5 = Terra. Indicano, altresì, l'ambito spaziale, il sito, l'oriente (1 = Nord, 2 = Sud, 3 = Est, 4 = Ovest, 5 = Centro).

I Numeri di compimento, invece, sono ottenuti addizionando il numero proprio dell'Elemento al numero Cinque. Da Cinque a Nove (o Dieci) essi indicano che una volta che l'opera elementare è stata realizzata, ne emerge una manifestazione che a sua volta prende forma a partire da questa capacità di generare. Questi Numeri sono abbinati all'ambito temporale dei Cinque Elementi sulla terra, le stagioni. La numerazione degli eventi stagionali è riportata secondo il loro rapporto di "rango" (6 = Inverno, 7 = Estate, 8 = Primavera, 9 = Autunno).

UNO (YI): il Tao
La difficoltà di spiegare ed interpretare il Tao (Dao) senza limitarne la vera natura nel descriverne il concetto, ("Il Tao che si può definire Tao non è il vero Tao" - Laozi dal "Dadejing Il Libro della Via e della Virtù") ha convinto i "Saggi" taoisti ad inserirlo all'interno di qualcosa d'altro, ad esempio un simbolo o meglio ancora, ad esprimerne il principio semplicemente con un numero, il Numero 1. Dunque il Numero 1 non è soltanto un numero ma il Numero. Un simbolo numerico che aiuta a comprendere l'Unità Primordiale, l'Unità Fondamentale che è all'origine di tutti i fenomeni manifesti, il Tao, da cui hanno tratto origine tutti gli esseri ("La Via generò l'Uno, l'Uno divenne il Due, il Due divenne il Tre, il Tre ha prodotto i Diecimila Esseri" - Laozi dal "Daodejing - Il Libro della Via e della Virtù"). Da questo Numero si generano tutti gli altri e nello stesso tempo sono contenuti nella sua Grande Totalità, espressa dal Numero 10.

Scendendo di livello, l'Uno è collegato alla figura del Cielo (TIAN) e per analogia al Padre. Proprio come il Padre, il Numero 1 dona all'Uomo (REN) il soffio vitale (QI), lo spirito (SHEN) e lo mantiene nella sua integrità di individuo, nella sua Unità (YI).

DUE (ER): il dualismo Yin e Yang
L'Uno genera il Due. Il Tao è costituito da due aspetti, Yin e Yang, due entità opposte ma complementari che sono regolate da un mutuo rapporto di coesistenza, una non può esistere senza l'altra. Come per ombra e luce, basso e alto, dietro e avanti, unione e separazione, questi due principi non sono mai presenti separatamente. In ogni fenomeno è rappresenta la qualità più o meno elevata dell'uno e dell'altro, inoltre, essendo in continua "mutazione", lo Yin e lo Yang si trasformano ciclicamente l'uno nell'altro. Questa "qualità" è espressa dal Numero 2.

Se oltre al Tao il Numero 1 è espressione anche del Cielo (TIAN), del TAIYANG (Grande Yang), il Numero 2 identifica il suo opposto, la Terra (TI), il TAIYIN (Grande Yin). La materialità del Numero 2 si identifica, in generale, nella forma (XING) la quale si estende poi, alla struttura, all'apparenza esteriore ed alle forme organiche.

TRE (SAN): Il Cielo, la Terra e l'Uomo
"(Il) Cielo (vale) 1; (la) Terra (vale) 2; L'Uomo (vale) 3; ...". 1 + 2 = 3 dunque l'Uomo come risultato della fusione tra Cielo e Terra. Al Numero 3 ben si addice, dunque, l'idea di Creazione (origine, nascita, uscita, esteriorizzazione) verso un insieme completo (anima, corpo e spirito). Tre sono le linee intere o spezzate che formano gli otto trigrammi; tre sono i livelli temporali: passato, presente, futuro; ancora tre sono i Focolari (o Riscaldatori) che mantengono la vita.

La mutevolezza dei numeri, come ben evidenziato nello Yijing, c'insegna ad evitare di fissarsi su definizioni statiche, altrimenti non riusciremo a seguire la loro dinamicità. Il Numero 3, per la sua natura dispari, può assumere anche valenza Yang, Cielo, Maschio ed andare a contrapporsi al Numero 2, pari, valenza Yin, Terra, Femmina.

QUATTRO (SI): Il Tempo e lo Spazio
La ciclicità delle stagioni, in una cultura prevalentemente contadina, ne scandisce il tempo. L'Estate è facilmente identificabile nello stato di Massimo Yang (TAIYANG), l'Inverno nello stato di Massimo Yin (TAIYIN). Questo movimento ciclico crea degli stadi intermedi in cui uno stato non si è ancora esaurito e l'altro sta crescendo, questo genera il Piccolo Yang (SHAOYANG), la Primavera e di Piccolo Yin (SHAOYIN), l'Autunno.

Simbolicamente il Numero 4 richiama il quadrato (anche il suo ideogramma significa cintato, chiuso), la delimitazione di uno spazio e la sua identificazione nelle quattro direzioni, nei quattro punti cardinali, Sud, Nord, Est e Ovest.

CINQUE (WU): Il Centro
Il ciclo di mutazione dal Massimo Yang (Numero 3) raggiunge il Massimo Yin (Numero 2) e torna nuovamente al Massimo Yang, in un movimento senza fine. Questa rotazione avviene attorno un Centro (il Capo, l'Imperatore) identificato dal Numero 5. La nozione di Centro, spesso, viene assimilata a quella di vuoto mediano, in seno al quale si svolge la vita. Il 5 è posto al centro della serie di numeri che vanno dal Numero 1 (l'Unità) al Numero 9 (il limite accessibile alla conoscenza umana) che classificano l'Universo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9.

Ora la Terra, su cui avviene il mutarsi di tutte le cose, muta a sua volta, diventando operativa e la sua valenza passa da 2 a 5. La creazione si è compiuta con il Numero 5 che conclude la serie dei numeri che descrivono la creazione della vita.

Il Numero 5 è il valore dell'elemento Terra all'interno del ciclo dei Cinque Elementi (secondo la numerazione data, in base al "valore", ai vari elementi dallo Hong Fan l'Acqua assume valore 1, il Fuoco 2, Legno 3, il Metallo 4 e la Terra 5).

Nel TAO YIN (DAO YIN) Cinque sono i Palazzi: BAI HUI (Cento Incontri - Centro Supremo), MING GONG (Palazzo della Chiarezza - Centro Superiore), TIAN TU (Pilastri - Celesti Centro Intermedio), MING TANG (Padiglione della Chiarezza - Centro Mediano), MING MEN WANGTING GUAN (Sala della Corte gialla della Porta del Destino o Centro Inferiore). Sempre cinque sono ciò che abbiamo di più prezioso: i Cinque ZANG (Cuore, Reni, Polmoni, Fegato e Milza).

SEI (LIU): La Positività, l'Interiore
Il Sei è il Numero delle Energie Periferiche del Ciclo dei Nomadi (Metallo, Acqua, Legno, Fuoco Imperatore, Fuoco Ministeriale e Terra), sei gli agenti atmosferici che influenzano il nostro organismo (vento, freddo, calore, umidità, secchezza, fuoco).

Il Numero 6 rappresenta anche la Creazione (il numero 3) espressa attraverso lo Yin e lo Yang (3 x 2). Ancora Sei sono i punti di controllo dell'energia (i sei draghi) su cui lavora la tecnica del TAO YIN: HUI YIN, QI HAI, ZHONG TING, TIAN TU, YIN TANG, BAI HUI.

Nell'aspetto divinatorio sei sono le linee che compongono i 64 esagrammi dello Yijing, nel quale il Numero 6 assume come responso la mutazione di una situazione in senso positivo, in avanti.

SETTE (QI): le Sette Stelle
"Il Numero 7 è la "perfezione dello Yang". Questa considerazione viene espressa da un insigne storico cinese
che pone il Numero 7 all'interno di un sistema duodenario (a dodici elementi) ed in questo sistema indica la posizione dell'Orsa Maggiore, la costellazione delle Sette Stelle. Questa definizione di "perfezione" del Numero 7 è data anche dalla sua caratteristica di centralità "spaziale". In un insieme di sette numeri (7 = 4 + 2 + 1) indica il Centro (1) dello spazio nel quale un quadrato (4 = Nord, Sud, Est e Ovest) è attraversato da un asse (2 = Zenit e Nadir). Oltre che per questa definizione geometrica - astronomica il Numero 7 è conosciuto anche come il numero che ritma lo sviluppo femminile (7 x 4 = 28 giorni del ciclo lunare), parimenti al Numero 8 che scandisce il ritmo di quello maschile.

OTTO (BA): gli Otto Trigrammi
L'utilizzo dei tratti interi e spezzati nella combinazione dei trigrammi porta alla costruzione di otto strutture di base che la numerologia dello Yijing identifica come le Otto Energie Celesti (BAGUA): il Cielo (QIAN), il Lago (DUI), il Fuoco (LI), il Tuono (ZHEN), il Vento (XUN), Acqua (KAN), la Montagna (GEN), la Terra (KUN). Questi Otto trigrammi sovrapponendosi tra loro danno origine ai 64 (64 = 82 = 8 x 8) esagrammi che compongono il Libro delle Mutazioni. Il Numero 8 è anche l'espansione del Numero 4, che vede nella rosa dei venti la possibilità di superare i suoi limiti.

NOVE (JIU): Il Limite della Conoscenza
Il Numero 9 si pone al "limite" dei numeri da 1 a 9, i quali determinano la conoscenza dello spirito dell'Uomo per il mondo tangibile, il mondo che possiamo percepire attraverso i sensi e la ragione, il mondo che ruota attorno al proprio Centro (il Numero 5). Il Numero 9 ha la particolarità che se moltiplicato per un altro numero riporta sempre a se stesso (9 x 1 = 9, 9 x 2 = 18 = 1 + 8 = 9, ...) chiude dunque un ciclo. Dopo il Numero 9 si ritorna al Numero 1, oppure si accede ad un livello superiore, al 10, al 100, ..., od ancora si arriva al Numero 0, al Nulla.

Secondo la medicina tradizionale cinese, 9 sono gli orifizi dell'uomo che lo mettono in contatto con l'esterno, paragonandolo ad un palazzo dalle nove porte o dalle nove stanze. E proprio a questo Numero è legato, nella forma, il quadrato magico del Luoshu.

L'importanza di questo numero per il taoismo è dimostrata dal fatto che il Dadejing è redatto su 81 (9 x 9) capitoli e lo stesso Laozi, secondo la mitologia propria di questa filosofia, è rimasto in gestazione ottanta anni per nascere proprio al compimento del 81-esimo anno. Nella divinazione questo numero si pone all'opposto del Numero 6 e rappresenta il movimento retrogrado, il ritorno.

DIECI (SHI): La Grande Totalità
Questo numero si compone di due elementi: l'Unità rappresentata dal Numero 1 e il Nulla rappresentato dallo 0, dunque il Tutto e il Nulla, l'Essere ed il Non - Essere. Richiamandoci ai due tratti, intero = 1, spezzato = 0, troviamo la completezza del Cielo nella Terra, l'Unità profonda dell'organismo restituita all'Uomo dallo Yin e dallo Yang attraverso i cinque elementi (10 = 2 x 5) o la sua ristrutturazione lungo il percorso dei simboli numerici, dal Numero 1 al Numero 9. Se il Daodejing è legato al Numero 9 (81 Capitoli), il Numero 10 domina l'Yijing(64 esagrammi - 6 + 4 = 10).

UNDICI (SHI YI): L'Unità sull'Unità
Il numero Undici è il numero che rappresenta l'armonia tra il Cielo Anteriore ed il Cielo Posteriore, tra il Cielo e la Terra; l'Unità sull'Unità, il Cielo sul Cielo. Ma il numero Undici richiama anche alla stretta relazione tra i Cinque Organi ed i Sei Visceri nella medicina tradizionale cinese (Suwen).

DODICI (SHI ER):
Il numero Dodici è spesso richiamato nella medicina tradizionale cinese: i dodici meridiani principali, i sei agenti atmosferici nei loro aspetti Yin e Yang. Dodici sono i mesi dell'anno che realizzano l'armonia nel Tempo (il dodecagono che evoca il Tempo ,il Cielo, il rotondo, dodici sono gli animali del calendario cinese, dodici sono le doppie ore della giornata.

La Via del bandito

Un apprendista ladro si era unito alla banda del vecchio Zhi, un famoso brigante che da decenni svaligiava i ricchi e dava da vivere a oltre mille anime. Una sera, durante un banchetto, la nuova recluta chiese al patriarca dei malviventi quale fosse il segreto del suo successo. Il vecchio ZHI vuotò la coppa, si asciugò la barba con la manica e rispose:

“Ogni vera arte non è forse una Via che porta al Dao? Sappi che il magistero del nostro mestiere poggia su cinque virtù: ispirazione, coraggio, bontà, prudenza e giustizia.”

“Ma capo, replicò il novizio, non sono precisamente le qualità che ci si aspettano da un bandito!”

“Zitto, ignorante, e sta' a sentire quali sono i principi che ogni ladro degno di questo nome e che voglia raggiungere un'età rispettabile, deve osservare. Indovinare dove si trova un grosso gruzzolo: questa è l'ispirazione. Essere il primo a introdursi sul posto: questo è il coraggio. Essere l'ultimo a ritirarsi per coprire i propri uomini: questa è la bontà. Saper valutare se il colpo non sia troppo pericoloso: questa è la prudenza. Dividere equamente il bottino, questa è la giustizia.


Da “ Pascal Fauliot - Racconti dei saggi taoisti – Ed. L'ippocampo”