Maestro, come devo respirare?

   Durante una lezione, condotta dal M° XU YAO WU, nella quale affrontavamo uno degli esercizi di respirazione più classici (non per questo più semplice) del QI GONG, la Piccola Rivoluzione Celeste, chiesi al Maestro: "... dunque, è meglio portare il respiro dal dorso verso l'addome o dall'addome verso il dorso?". La sua risposta fu: "... tu RESPIRA!". Da quel momento ho iniziato a respirare.

   Questo piccolo aneddoto personale mi è servito per introdurre un brano tratto dallo HUAINANZI (淮南子), Capitolo 31, che esprime il punto di vista dei Saggi dell'Antichità (ZHENGREN) rispetto al concetto di respirazione nelle pratiche di Lunga Vita e marziali.

In modo particolare, diffidate dai ginnasti. Essi non conoscono che le forme e applicano l’Arte del cuore secondo uno schema puramente corporale. Quando bisogna capire la circolazione perfetta dei soffi del Cielo e della Terra attraverso il corpo, essi intendono gli scambi tra l’apparato respiratorio dell’uomo e l’aria circostante. Ovviamente, essi ignorano che bisogna respirare attraverso il tallone, questa base quadrata dell’uomo che gli da una presa sull’energia della Terra; ignorano pure che bisogna anche respirare attraverso la cima del cranio, la cui forma rotonda indica la sua comunicazione naturale e costante con l’energia del Cielo. Sappiamo bene che i Grandi praticavano questa respirazione dei ginnasti, ma essi non si fermavano lì. Ci aggiungevano il soffio del Cielo e della Terra, che gli danno il suo vero senso. Coloro che vogliono impantanarsi nell’accumulo di forme possono seguire i ginnasti, sono liberi di farlo! Noi gli diciamo semplicemente che i ZHENGREN non hanno praticato questa Via.

Appoggiarsi allo YIN e abbracciare lo YANG

di Paolo Raccagni
 
Come per altri esercizi della Scuola SAN YI QUAN questo concatenamento fa riferimento al testo del DAO DE JING (TAO TE CHING) e in particolare al Capitolo 42: 
“Il Tao da vita all’Uno; l’Uno da vita al Due; il Due da vita al Tre; il Tre da vita ai Diecimila esseri; i Diecimila esseri si appoggiano allo Yin e abbracciano lo Yang; …”. Questo concatenamento ci permette di comprendere e di sentire, dopo averlo “vissuto”, gli insegnamenti del testo classico.

Riempire il dorso e vuotare il petto
Dalla postura WUJI; partendo dal movivento interno mobilizzare il bacino, poi le spalle, in una rotazioneche parte dalla periferia verso il centro e in avanti, seguendo tre assi articolari: articolazione scapolo-omerale (Piccola Mobilizzazione); articolazione acromion-clavicolare (Media Mobilizzazione); articolazione sterno-clavicolare (Grande Mobilizzazione). 
L'azione coinvolge in successione il gomito, il polso e le dita della mano. Inspirare nella fase ascendente della rotazione che corrisponde al momento di tonificazione del dorso. Espirare durante la fase discendente della rotazione che corrisponde allo svuotamento del petto. Ampliare il movimento fino a raggiungere l’insieme del corpo. Legare l’azione delle spalle alle anche, dei gomiti alle ginocchia, dei polsi alle caviglie, delle mani a piedi, delle dita della mano alle dita dei piedi.


Riempire il dorso e vuotare il petto
La pratica l’esercizio si sviluppa nel collegare poi, in successione, i differenti punti di controllo dell’energia e se vogliamo andare oltre, ad una serie di Coppie Simboliche legate alle sensazioni:

•    Al punto HUI YIN s’esprime la struttura “salire e scendere”;
•    Al punto QI HAI s’esprime il soffio “inspirazione ed espirazione”;
•    Al punto ZHONG TING s’esprime la sensazione di “riempire e vuotare”;
•    Al punto TIAN TU s’esprime la sensazione di “tonificare e disperdere”
•    Al punto BAI HUI s’esprime “pienezza e vacuità” o “armonia” nell’insieme dei punti di controllo dell’energia, è l’ultima espressione della forma verso qualcosa d’altro che non può essere nominato, “HUA - La Trasformazione”...

Il gesto richiama l’azione di “raccogliere un fardello da dietro, caricarlo sul dorso (fase ascendente d’inspirazione e di tonificazione) per poi gettarlo in avanti (fase d’espirazione e dispersione)”. Quando il movimento raggiunge la massima ampiezza, estendere le braccia in avanti e “Appoggiarsi col dorso sul lato della montagna (YIN) e abbracciare la valle soleggiata (YANG)”. Mantenere la postura per qualche istante o per qualche respirazione... La sensazione è di tonicità sul dorso e sul petto la capacità e l’intenzione, di accogliere e di aprire. L’equilibrio tende a portare il peso sui talloni. Ritorno alla postura WUJI.

Riempire il petto, vuotare il dorso
Dalla postura WUJI; partendo dal movivento interno mobilizzare il bacino, poi le spalle, in una rotazioneche parte dal centro verso la periferia e dietro. Amplificare il movimento fino a coinvolgere l’insieme del corpo, legando la mobilità delle membra superiori e inferiori. La successione delle fasi è la stessa dell'esercizio precedente.


Riempire il petto e vuotare il dorso

Il gesto richiama l’azione di “prendere dell’acqua da terra e sollevarla per riscaldarla al sole (fase ascendente d’inspirazione e di tonificazione) bagnarsi con essa scendendo con le braccia verso la parte posteriore (fase di espirazione e di dispersione)”. Quando il movimento raggiunge la massima ampiezza, estendere le braccia dietro “Abbracciare il lato ombreggiato della montagna e rivolgere la schiena alla valle”. Mantenere qualche istante, qualche respirazione... La sensazione è di pienezza del petto e di vuoto sulla schiena. L’equilibrio tende a portare il peso sull’avampiede.

Lo scopo di questo movimento è di riempire, l’intenzione è di ricaricare il nostro corpo di un’energia nuova... dopo averlo purificato - vuotato con l’esercizio precedente.

Le figure sono tratte dal quaderno tecnico "DAO YIN FA QIGONG - Libro 1" di J. Luc SABY tradotto ed editato in proprio da TAOYINITALIA a.s.d.

Le Coppie Simboliche della pratica SAN YI QUAN

di Paolo Raccagni

   Nella pratica del QI GONG della Scuola SAN YI QUAN si fa riferimento spesso a ad una serie di Coppie  Simboliche. Queste coppie formate da termini tra loro opposti aiutano e accompagnano il praticante nel portare l'attenzione o intenzione, alla sensazione da ricercare in quell'attimo della pratica. Questa sequenza di Coppie Simboliche è tipica dell'esercizio "Appoggiarsi allo Yin e Abbracciare lo Yang" dove sono citate nel particolare, ma le possiamo trovare in tutti gli esercizi e concatenamenti dei vari stili di QI GONG.
"Il QI GONG non è altro che alzare e abbassare le braccia tutto il resto è poesia"
(Citazione di un grande maestro di Qi Gong ma non ricordo chi)

Salire – Scendere
   Nell’alternanza tra Yin e Yang, Salire - Scendere indica il movimento (DONG) che anima la vita (SHENG) in tutti i suoi principi, regole e manifestazioni. Il movimento di risalita, fase Yang, è determinato dalla “spinta” vitale che ogni essere ha al momento della nascita e che lo accompagnerà fino al alla sua maturità, il punto più alto del ciclo, lo Zenit. Seguirà poi il movimento di discesa, fase Yin, dove la spinta vitale si affievolisce fino a cessare completamente nel punto più basso del ciclo, il Nadir. Questa rappresentazione ciclica che nella “tradizione” si raffigura attraverso il periodo circadiano, dal sorgere del sole fino al tramonto e alla sua scomparsa dall’orizzonte, ma anche attraverso il susseguirsi delle stagioni, descrive le varie condizioni in cui si manifesta il Soffio, il QI. Il succedersi dello Yin e dello Yang, da una fase discendente dove il QI andrà a condensarsi in materia e assumerà una forma (XING), all’elevazione dove non vi sarà più forma ma solo energia (QI). Questo movimento o dinamismo, è assimilato nei testi classici allo scorrere dell’acqua che se mantenuta in movimento, porta nutrimento, rinnova e trasforma, dunque sostiene la vita, se ristagna la sua capacità di portare e mantenere la vita si esaurisce.
   Nella pratica del QI GONG Salire - Scendere si può esprimere in diverse varianti (come ad esempio: estendere - piegare, aprire – chiudere, mobilizzarestabilizzare, avanzare – indietreggiare, ecc.) ma con l’unico scopo di mettere in movimento il QI e una volta che il QI è mobilizzato dirigerlo, ovver,o utilizzarlo in un’azione utile. È possibile dare una lettura più esoterica come “elevarsi” e “abbandonare”, non intervenire (WU WEI) o meglio ancora agire secondo la Via, il DAO (ZIRAN la spontaneità). Questi due termini (elevarsi e abbandonare) rievocano l’indicazione confuciana di “Sollevarsi al di sopra di se stessi e abbandonarsi agli altri”, dove l’abbandono non è il “lasciarsi andare” ma mettersi a disposizione (mettere al bando, imbandire) dunque essere in uno stato di disponibilità, di apertura, sia fisica che mentale. Salire - Scendere identifica il lavoro (GONG) di armonizzazione tra l’alto e il basso, in altre parole stabilire un equilibrio tra il più sottile e il più concreto, tra il Cielo e la Terra, tra Spirito ed Essenza, tra Struttura (ossa e articolazioni) e Forma (muscoli e tendini), il tutto animato (dare un’anima) da un "movimento efficace". Salire - Scendere, come andare - venire, avanzare - indietreggiare,... presuppone un concetto di spazio.

Inspiro – Espiro
   Un’altra coppia simbolica è Inspiro - Espiro. Questa coppia esprime un’altra visione dell’alternanza tra Yin e Yang che attraverso il movimento respiratorio preannuncia le relazioni Interno (NEI) – Esterno (WEI), Entrare (RU) – Uscire (CHU). Inspirazione – Espirazione evoca il movimento (azione) dello spirito (spir) verso l’interno (in) e verso l’esterno (ex), dunque respirare è mettere in relazione ciò che è "invisibile" (interno) con ciò che è "visibile" (esterno) “… ed il susseguirsi dell’inspiro e dell’espiro porta all’incarnazione del QI” (J. M. Kespi).
   Anche in questo caso avvengono dei cambiamenti, delle trasformazioni (HUA) che presuppongono un successivo passaggio, un’evoluzione. Non sono più solo i due principi fondamentali, Yin e Yang, Cielo e Terra a essere coinvolti ma anche la loro massima “manifestazione” nel visibile, l’Uomo. Entrare – Uscire, in questo caso, è l’Uomo che si distingue dalle acque mischiate del Caos iniziale (HUN DUN), appare, assume un forma, esce alla vita (SHENG) e prende un nome (MING) per poi ritornare, rientrare, al senza - forma, senza – nome, all’indistinto, al Caos. Entrare – Uscire, due movimenti indissolubili tra loro, legati alla vita (SHENG) e alla morte (SI), al visibile, a ciò che è manifesto,  grossolano, e all’invisibile, a ciò che resta segreto e sottile. Si dice che a ogni respirazione vi è una morte (espiro) e una rinascita (inspiro). Respirare è di volta in volta portare a compimento, prima della rinascita (Dopo il Compimento, 63° esagramma dell’ YI JING – 6+3=9 massimo dello Yang), per poi rigenerarsi, rinascere, prima del compimento (Il non Compiuto, 64° esagramma – 6+4=10 ritorno all’Unità fondamentale). 

Riempire – Vuotare
   Nella visione “tradizionale” il corpo umano risponde alla stessa immagine dell’impero nella sua configurazione territoriale e organizzazione del comando. In questo concetto il Cuore (XIN) è considerato sia il Centro (ZHONG) dell’impero sia l’Imperatore (WANG). È il Centro dell’Uomo, ove tutto emana e tutto converge, è la sua vita, la sede delle sue emozioni e dei suoi affetti, … ed è per mezzo del Cuore che l’Uomo realizza il suo destino (MING). È la Sede degli Spiriti (SHEN), il luogo prescelto ove stabilirsi ed è attraverso di loro che l’Uomo comunica con il Cielo. Si legge nel Capitolo 3 del DAO DE JING “I Santi vuotavano il Cuore, riempivano il Ventre, calmavano la volontà, rendevano dure le ossa”. Per adempiere il suo compito, accogliere gli Spiriti, il Cuore deve restare vuoto. Vuoto da pregiudizi e desideri, vuoto come il mozzo della ruota, che “non ha attività ne esistenza proprie, ma al di fuori del quale non esiste realtà, libertà, verità…” (M. Granet – Il Pensiero Cinese – Adelphi). L’attitudine del Cuore è di accogliere ogni cosa senza escludere nulla e nessuno, accettarla così com’è, senza alcuna pregiudiziale.
   “Il Vuoto (XU) esprime la capacità di accogliere, la ricettività, l’attrazione; il Pieno (SHI) la capacità di penetrare”. Ancora Riempire – Vuotare, la capacità del Cuore di accogliere e di lasciare andare, senza attaccarsi a ciò che può ostacolare la “Purezza del Vuoto” come l’ambizione o il desiderio. “Vuotare il Cuore e riempire il Ventre è l’Antica Arte del Cuore” (C. Larre). È la possibilità di creare l’armonia (HE) tra i visceri (FU) e gli organi (ZHANG), tra ciò che è Vuoto e sarà riempito (Tonificare) e ciò che è Pieno e sarà vuotato (Disperdere). Riempire il ventre permette ai Soffi (QI), essenza dell’Uomo, di concentrarsi in esso così da vuotare il Cuore e permettere l’armonia tra i Cinque Spiriti (WU SHEN) emanati dai Cinque Organi (WU ZHANG).
   “Il Vuoto attira il Pieno, il Pieno contiene il Vuoto”. Riempire - Vuotare ci riporta in oltre, a due concetti dell’Alchimia Interna (NEI DAN) “Si tratta ancora una volta di dissolvere (solve) e concentrare (coagula) per giungere alla Grande Opera che possiamo comparare, senza troppi rischi, al TAO” (G. Charles - Le Rituel du Dragon - Ed. Chariot d’Or).

Pienezza – Vacuità
   Pienezza – Vacuità. Quest’ultima coppia indica, con due termini opposti, il frutto della calma mentale, un’esperienza che queste due parole, per il limite dato dalla loro dualità intrinseca, stenta a descrivere. Un concetto tra Armonia e Trasformazione, tra Pieno e Vuoto, dove Vuoto non si riferisce alla mente ... ma a ciò che è oltre la mente.


 Per i testi citati e consultati, vedi la bibliografia del blog.

Amuleti... unire il Visibile e l'Invisibile

di Paolo Raccagni  

   Quante volte siamo entrati in un ristorante, in un negozio o in un supermercato, gestito da cinesi e abbiamo notato quelle strane calligrafie appese a parete o “abbandonate” su uno scaffale o mangiato su piatti con strani simboli che si rincorrono sul bordo del piatto? Si proprio quelli! Quasi invisibili o messi in primo piano, ma sempre discreti, accompagnano da oltre duemila anni la vita di ogni giorno nella cultura tradizionale cinese. Sono i talismani, comunemente chiamati amuleti o diagrammi magici taoisti.

Amuleti o diagrammi magici, appesi in un tempio per richiedere il buon auspicio della divinità.
(per gentile concessione di M. Mazzarri)

   Quasi sconosciuta in occidente, è una forma d'arte calligrafica (esistono anche incisioni o piccole sculture) che anche nel paese da cui trae le sue origini, resta del tutto ignorata dalla storia dell'arte. Considerata fin dall'antichità una forma di “magia pratica” l'amuleto, ma ancor più la ritualità del gesto per la sua stesura grafica, permetteva allo “sciamano”, di mettersi in contatto con gli spiriti, comunicare con loro, influenzarne a proprio vantaggio l'azione e, in alcuni casi, sottometterli alla propria volontà. Lo scopo dell'esistenza dei talismani nella vita quotidiana è quello di invocare l'aiuto della divinità o dello spirito, allo scopo di curare le malattie, proteggere i campi, le case e i magazzini dagli incedi, contrarre matrimoni favorevoli, liberarsi da calamità che si potevano abbattere sulla famiglia o sul clan. Portati con sé proteggevano da animali selvatici, non facevano smarrire la strada tra i monti e tenevano lontani i malintenzionati.

Amuleti per stimolare lo "Yang" maschile: al medico o allo sciamano, si chiedevano rimedi anche meno "esoterici".  Il carattere inscritto nel primo diagramma dice "indotto a venire" o "per ordine imperiale". La malattia, un eccesso di Yin in questo caso, era curata ristabilendo il giusto equilibrio tra Yin e Yang attraverso il rapporto sessuale. 

 
   Questo su un piano più popolare o domestico, ma ad un livello più profondo e filosofico li possiamo considerare veicoli per comprendere meglio i concetti del pensiero taoista e la sua relazione con le forze della natura, l'armonia tra le due polarità yin e yang, il Cielo, l'Uomo e la Terra, i Cinque Movimenti, il Tao. Si possono considerare dei simboli particolari che ci permettono di comunicare, meglio ancora unire (dal greco symbolonsymballein, syn = insieme e ballein = mettere), "il visibile con l'invisibile, il palpabile con l'impalpabile, l'udibile con l'inaudibile".

 Amuleto Taoista destinato all’esorcismo del “Messaggero Celeste”. E’ un amuleto di protezione e di buon augurio. Rimette ordine nello spirito, favorendo la dispersione dei pensieri ingombranti o futili. Chiarisce le idee, favorisce lo sviluppo della nostra personalità o dei nostri progetti. Curioso da notare la presenza di tre piccoli cerci in corrispondenza dei tre DAN TIAN.


   La forma grafica di questi diagrammi non sempre è esplicita nella loro rappresentazione, spesso appaiono forme grafiche “simboliche” che non hanno nulla a che fare con la visione classica dell'arte cinese, tipica delle produzioni artistiche imperiali, ma che rappresentano astrazioni uscite dalla “visione” introspettiva dell'operante. Lo sciamano prima di preparare l'amuleto o l'incantesimo, entrava in in uno stato meditativo o di trance per poi riportare su carta o disegnare sulla sabbia la sua visione, evocata dal contatto con lo spirito al quale era diretta la richiesta d'aiuto.


I primi due "diagrammi" o talismani, di questa serie sono eseguiti con la tecnica a pennello. Attribuiti  a LING PAO, rappresentano l'Energia Vitale, il QI. Il terzo e il quarto  sono detti diagrammi Yin per la loro forma sottile e arrotondata. Il terzo è un amuleto di protezione contro gli influssi maligni e il quarto per purificazione del corpo. Il quinto, diagramma Yang, per le sue linee più diritte, rappresenta due costellazioni intrecciate; porta felicità.


   Riunite nella raccolta più esoterica del TAO TSANG il Canone Taoista nell'edizione del 1436, all'inizio della dinastia Ming, sono più di tremila, molto meno di quelli catalogati prima che KUBLAI KHAN ne ordinasse la distruzione. Il primo catalogo di questi talismani (FU LU o FU JOU in cinese) fu realizzato dal Maestro Taoista SHANG TIAN SHI, (Maestro Celeste SHANG) fondatore della “Scuola dei Cinque Stai di Riso” che mise a punto un procedimento di comunicazione con le entità spirituali che governano il mondo del visibile e dell'invisibile.


 Amuleti in giada (collezione privata P. Raccagni): il primo rappresenta la Fenice e il Drago l'armonia tra Yin e Yang. Il secondo è il diagramma CHEOU, la longevità.

   Il potere dei talismani deriva dal fatto che secondo le credenza taoista, siano abitati stabilmente dagli Spiriti (SHEN) e che non occorra dunque un intermediario per comunicare con loro. Da qui anche la cura e il rispetto che al talismano è dovuto quale dimora di uno spirito. I talismani rappresentavano anche un contratto (FU) con la divinità spirituale e come tale deve essere conservato gelosamente come tutti documenti importanti.

Amuleti che accompagnano la vita associativa: da un talismano che protegge il corpo composto dal carattere SHENG - Vita - a il logo dell'Associazione Tao Yin Italia che si occupa della trasmissione della conoscenza delle Arti Classiche del Tao.

Diaframma... "il grande dimenticato"

La vita umana è concentrazione di respiro; quando si concentra, c'è vita, quando si disperde, c'è morte.
(Zhuangzi)

“Il diaframma è il muscolo più importante del nostro corpo quanto a superficie; e tuttavia lo chiamerei il “grande dimenticato”.
Dovrebbe essere il nostro grande essenziale strumento respiratorio. Separando il torace dall'addome, ha il compito di spingere le anse intestinali sufficientemente in basso perché si distenda in alto l'albero polmonare. E ciò a ogni respirazione. Ma noi non respiriamo più di quanto viviamo.
Sopravviviamo lasciando che questo gracile arboscello ci dia una quantità di ossigeno indispensabile grazie ai muscoli intercostali, indipendenti dal diaframma. In una respirazione cosciente, il diaframma, massaggiando le anse intestinali con onde dolci e costanti permetterebbe un'attivazione delle funzioni digestive ed evacuative; permetterebbe sopratutto un riequilibrio costante del sistema vago-simpatico, la cui regolare funzionalità è alla base del risveglio della coscienza.”
(Annick de Souzenelle - Il Simbolismo del corpo umano - Ed. Servitium).


Il diaframma in MTC

La funzione del diaframma, nella Tradizione Medica Cinese, è quella di separare l’Alto dal Basso, l’Interno dall’Esterno, Il Chiaro dal Torbido. Emblema delle coppie Chiaro/Torbido e Puro/Impuro, separa per riunire il Chiaro, legato al concetto di Cielo, dal Torbido, legato a quello di Terra. Separa il torace, sede degli organi “nobili”, dall’addome, sede degli organi “volgari”, permettendo al Puro di salire verso i Polmoni, Cuore e Cervello, impedendo invece all’Impuro di farlo. Filtra per integrare e mantenere il Puro e l’Impuro al loro giusto posto, così da conservare la relazione armoniosa di tutte le strutture dell’essere: l’armonia è la vita stessa.
In una lettura più esoterica il diaframma permette il dialogo tra Interno (NEI) ed Esterno (WAI), più precisamente tra l’Invisibile e il Visibile, tra essenza (JING) e manifestazione della forma (XING). Distingue il vuoto o la capacità di accogliere (Interno) dal pieno, la possibilità di donare (Esterno). Un Diaframma mobile permette la comunicazione, armonizza l’espressione delle emozioni e il loro naturale fluire.
Bloccare la percezione delle nostre emozioni è una forma di difesa del nostro inconscio alla sofferenza. Se proviamo inconsciamente un’emozione che causa dolore o sofferenza il Fegato, per proteggere il Cuore da certe emozioni dolorose blocca il Diaframma che è l’accesso al “Palazzo Imperiale”, il torace. Questo blocco ha un prezzo quello di non percepire emozioni, di respirare meno, di avere meno energia, e di tentare, in qualche maniera, di “soffocare” noi stessi per non soffrire.

La visione Taoista

Anche se nella visione della Tradizione Medica dell’antica Cina, sia conosciuto come una sola Unità anatomica, fisiologica ed energetica, il corpo, o la forma corporea (XING), è composto di diverse parti interdipendenti. Ognuna di queste parti è gestita da un “Campo di Cinabro” (DANTIAN), una sorta di centro o "posto di comando" con le proprie attribuzioni e funzioni.

  • Parte Celeste: la Testa o Regione Superiore, è la sede del Campo di Cinabro Superiore (SHANG DANTIAN). La sua funzione è in rapporto con lo Spirito (SHEN) e dirige le attività spirituali e intellettuali che regolano la psiche.
  • Parte Intermedia: il Petto, o Regione Intermedia, corrispondente all’Uomo, è la sede del Campo di Cinabro Mediano (ZHONG DANTIAN) o Palazzo Scarlatto (JIANG GONG). La sua funzione è in rapporto con l’Essenza (JING) e il Soffio (QI) e dirige le attività emozionali e razionali che regolano il rapporto tra l’uomo e il suo ambiente.
  • Parte Terrestre: L’Addome, o Regione Inferiore, è la sede del Campo di Cinabro Inferiore (XIA DANTIAN) o Sala della Corte Gialla della Porta del Destino (MINGMEN WANGTING GUAN). La sua funzione è in rapporto con l’Essenza (JING) nel suo principio liquido, con il Soffio (QI) nel suo principio aeriforme e con la Forma (XING) nel suo principio materiale. Dirige le attività “materiali” di produzione e riproduzione dell’energia e della materia.

Queste tre regioni anatomiche sono separate tra loro da un diaframma o più correttamente da una “porta” che consente un’interrelazione tra queste cavità. Queste porte sono poste in relazione alle regioni anatomiche dalle quali ne prendono il nome:

  • Porta del Cielo (TIANMEN): situata nella zona occipitale, separa il DANTIAN Superiore da quello Intermedio o Mediano;
  • Porta dell’Uomo (RENMEN): situata nella zona dorsale, separa il DANTAIAN Mediano da quello Inferiore;
  • Porta della Terra (DIMEN): situata nella zona sacrale, sostiene il DANTIAN Inferiore.

La tradizione dei “Tre Campi di Cinabro” (Terra - Uomo - Cielo)
in relazione con l’anatomia e i diaframmi dell’osteopatia.
Tratto da "Taiji Quan - Pratique et Enseignement des Huit Portes et Treize Postures
G. Charles - C. Bernapel - Ed. Encre"
La stessa suddivisione è ripresa dall’osteopatia occidentale che nel suo concetto di Movimento Respiratorio Primario (MPR), possiamo ritrovare la nozione espressa nelle “Pratiche di Lunga Vita” di Respirazione Embrionaria (TAIXI).

  • Diaframma Cefalico: il velo tentorio del cervelletto che supporta il cervello e ricopre il cervelletto;
  • Diaframma Toracico: l’unico a ricevere ufficialmente il nome di diaframma, si attiva al ritmo della respirazione toraco-polmonare (RTP) stabilisce la cerniera tra torace e addome;
  • Diaframma Pelvico: costituito dall’intreccio di muscoli che formano il perineo e che sostengono gli organi all’interno del bacino.
 Attraverso il meccanismo della respirazione esterna (HUXI), o sotto l’influsso della respirazione interna (TAIXI), queste cavità s’ingrandiscono (espansione) al momento dell’inspirazione e si restringono (ritrazione) al momento dell’espirazione. Nella concezione taoista, il semplice fatto che una delle tre “porte” rimanga bloccata induce una mancanza di armonizzazione del movimento globale “interno”. In questo caso, le energie vitali sono turbate poiché l’uomo non è più in armonia con la natura, in altre parole il suo ritmo interno (microcosmo) è diverso da quello universale (macrocosmo).
Paolo Raccagni
Per i riferimenti bibliografici non citati vedere la bibliografia del blog.
Vedere anche il blog del dott. Gatti http://www.dgatti.blogspot.it dal quale ho preso qualche spunto nonché citazioni.

Il Qi

Avevo l'esigenza di scrivere un testo per gli allievi della Scuola di Shatsu con la qualle collaboro e visto l'impegno poteva diventare utile anche per i partecipanti alle lezioni di Qi Gong. Cercando del materiale su cui lavorare "incontro" questo articolo del mio insegnante, M° Georges Charles, scritto qualche anno fa (la registrazione del file risale al 2009). Era quello che volevo scrivere io. E' vero che quando ti trovi in certi momenti nei quali vuoi fermamente raggiungere un obbiettivo, semplice o complesso che sia, la "mano" del Maestro appare. In questo caso mi aspettavo un calcio nel sedere...

Il testo del Maestro era privo dei caratteri (ideogrammi) relativi ai termini in Pinyin per cui me ne sono fatto carico. Mi scuso in anticipo con il M° G. Charles e con voi, di eventuali errori o imprecisioni.
p.r.

Testo: Georges Charles
Traduzione: Yves Kieffer
Revisione: Silvia Rossi

Si dice che esistono fino a sette livelli di comprensione nella lettura di taluni caratteri classici della lingua cinese. QI (氣) è uno di questi caratteri particolari. Precisiamo che la trascrizione occidentale, attuale, ufficiale in Pinyin è “QI”. Esistono altre trascrizioni tra cui CHI, CH’I, KI, K’I, TSI, TS’RI, TCHI, che indicano sempre la stessa parola. In giapponese si trascrive KI, che ritroviamo nelle parole AIKIDO (Via dell’Unione delle Energie o dell’Energia), KIAI (Unire il Soffio), KI NO NAGARE (il Flusso del Soffio).

Il carattere antico, originale, è la radice 84 (QI - 气) della scrittura cinese e significa semplicemente “aria” o, per essere più precisi, “il vapore che sale dalla terra per formare delle nubi nel cielo”. Lo ritroviamo ancora oggi per indicare semplicemente l’aria, il vapore, un’esalazione o perfino un gas. Ma in seguito, probabilmente dal IV secolo prima della nostra era, la radice 119 (MI – 米) è stata aggiunta a questo carattere; essa indica il grano di cereale e più precisamente un fascio di cereali. A questo punto, il carattere è indicato più specificatamente come “il vapore profumato che s’innalza sopra il grano cotto e caldo”. Quindi l’immagine classica raffigura dei cereali che cuociono in un recipiente sopra il quale s’innalzano dei vapori nutritivi e profumati. E’ contemporaneamente ciò che contiene l’energia (i cereali), ciò che trasforma l’energia (la cottura) e ciò che si manifesta in energia (il vapore). Simbolicamente è quindi ciò che unisce la Terra (DI – 地), i 10 000 esseri (WANWU - 万物) e il Cielo (TIAN – 天). Ma anche ciò che va dal concreto, la forma (XING - 形), verso il sottile (il soffio celeste o SHENQI - 神氣 -  letteralmente “Spirito Soffio”).

Al primo livello, il più prammatico, il Qi è quindi un gas, un vapore e più semplicemente dell’aria. Al secondo livello, esso rappresenta un soffio come quello prodotto dalla respirazione. Al terzo livello, se c’è un soffio, c’è anche un movimento e questo movimento rinforza a sua volta il soffio. E’ il rapporto che può esistere tra il vento e gli alberi. Ma anche una cascata d’acqua o un fuoco possono produrre un soffio, e di conseguenza dell’energia. Il quarto livello riguarda poi l’energia, ciò che è prodotto da questo soffio in movimento. Il polso per esempio è una delle manifestazioni sia di questo movimento del sangue che del movimento dell’energia vitale. Al quinto livello si può dunque parlare di dinamica vitale, di movimento vitale che influisce sul comportamento e sullo spirito, implicando la forza, il vigore. Al sesto livello abbiamo una delle componenti dell’Alchimia Interna che è in relazione diretta con il JING (精), Principio Essenziale, e lo SHEN (神), Principio Spirituale. JING, QI e SHEN formano “l’invisibile, l’inudibile e l’impalpabile che si confondono in UNO” (capitolo XIV del DADEJING di LAOZI o TAO TE KING di LAO TZEU). Al settimo livello è la sostanza sottile e “universale” che costituisce e anima tutti gli esseri e fenomeni. In questo caso è il TAIJI  in movimento, il TAIJI stesso essendo la manifestazione effettiva del TAO (DAO).

Il TAO si manifesta attraverso il QI.

Tuttavia, in questo principio, occorre comprendere che non è il caso di separare o differenziare i vari livelli che si compenetrano, come occorre non differenziare le dita, la mano, il polso, l’avambraccio, il gomito, il braccio, la spalla e il torso, ognuno dei quali partecipa all’azione dell’arto superiore. Però, se uno di questi elementi viene leso, come il gomito per esempio, l’azione del braccio perde in efficienza, diventa difficile o addirittura impossibile.

Per i praticanti del TAO, in qualsiasi epoca vivono o siano vissuti, il QI rappresenta quindi la “virtù” del TAO, il cosiddetto DE o TE, termine che ritroviamo in DAODEJING o TAO TE KING. La virtù è l’efficacia, o meglio ancora: “ ciò che rende ancora più efficace”. Così come una pianta medicinale possiede una “virtù” propria che la rende “ancora più efficace”, allo stesso modo il QI rende l’azione ancora più efficace, ovviamente a patto di essere utilizzato correttamente. La pianta o il massaggio sono “semplicemente” efficaci. Anticamente le piante erano chiamate “semplici”. Ma se conosciamo e utilizziamo la “virtù” di una pianta, essa diventa più efficace. Un “semplice” massaggio o una “semplice” puntura (in agopuntura) sono “semplicemente” efficaci. Ma se manipoliamo l’ago o massaggiamo con l’aggiunta del “QI”, l’efficacia ne è aumentata.

Lo stesso vale per le arti cosiddette “interne” come il TAIJIQUAN. Il “Pugno del Grande Colmo” è anche quello che utilizza razionalmente la “virtù” del QI. Il “Grande Colmo” rappresenta semplicemente il “TAO”. Chiunque può utilizzare il “QI” per incrementare la propria efficacia. Ma in “ogni epoca” (e non soltanto nei tempi passati o anticamente, come spesso viene erroneamente tradotto), gli stessi praticanti del TAO hanno creato un sistema che permette di purificare, rinforzare, far circolare, proteggere e utilizzare il QI in modo razionale. Questo stesso sistema è utilizzato, non sempre coscientemente, nell’agopuntura (mobilizzazioni specifiche dell’ago), nella farmacopea (formule magistrali dove il QI delle piante viene controllato in vista di un’azione specifica), nella dietetica (dove i vari tipi di cottura influenzano il QI presente negli alimenti), nel massaggio (dove il QI viene condotto attraverso le mani per agire in modo specifico), nelle Arti cosiddette marziali (dove il QI è utilizzato per spingere, afferrare, colpire, proiettare) e fin nella musica, nella calligrafia, nella pittura, nel tiro con l’arco, nell’arrangiamento floreale, nella cerimonia del tè. Tutto questo non sarebbe altro che un gesticolare orientaleggiante senza la presenza del QI. Per questo fenomeno, si potrebbero trovare svariate spiegazioni di tipo occidentale legate a effetti psicologici o addirittura placebo, ad altre teorie del tutto aleatorie se confrontate con la realtà vissuta. Può darsi che l’utilizzo del QI permetta di mobilizzare lo spirito e che ciò renda il movimento più efficace. Ma questo è una spiegazione del tutto occidentale, per non dire un concetto giudeocristiano poiché lo spirito o SHEN rimane perfettamente libero. Lo spirito non è vincolato dal QI. E’ inutile fare smorfie o far finta di essere ispirati. L’intenzione (YI – 意) è forte e presente; questo si può manifestare come “forza dello sguardo”, ma lo spirito rimane libero. Se lo spirito è rigido, il QI si blocca, nel qual caso si fa “finta”. Questo è possibile in dimostrazioni quando i praticanti fanno finta di aggredirsi e difendersi. Purtroppo, il paziente che trattiamo non ha necessariamente voglia di far finta. Non si presenta per simulare una guarigione, bensì per farsi curare.

Il QI è quindi un mezzo che il terapista può utilizzare per aumentare l’efficacia del proprio trattamento. D’altra parte, l’utilizzo del QI non deve avvenire a scapito del terapista, il quale ne deve conoscere bene l’uso razionale, i mezzi per proteggersi e per rigenerarsi. Il terapista non dovrebbe mai usare il proprio QI per trattare un paziente. Deve invece essere capace di gestire il proprio potenziale di QI e accrescerlo per poterlo utilizzare in maniera razionale e efficacie. Idealmente dovrebbe diventare un semplice vettore o intermediario tra la natura e il paziente. In tal caso egli trasmette il QI. All’origine si parla di “mandato celeste” (TIAN MING – 天命). Il terapista è l’intermediario tra Cielo e Terra. Il “Cielo ordina e la Terra compie…”, questo supera ampiamente un atto semplicemente medico. E’ anche il rapporto tra verticalità simbolica del terapista (Cielo) e orizzontalità simbolica del paziente (Terra). Rappresenta “il vigore energico e la chiarezza attiva del Cielo, e la dolcezza malleabile e la ricettività della Terra”. La mano, l’ago, la pianta sono soltanto mezzi, utensili atti a ristabilire l’armonia. Si tratta di ritrovare questi utensili e di perfezionare questi mezzi. Questo è lo scopo delle pratiche energetiche come il “DAO YIN QIGONG” (Pratiche energetiche legate al Tao – letteralmente: che mantengono la Via).

L'Anno del Serpente

SHE - Serpente
Il 10 febbraio 2013, prima luna di primavera, inizia l'anno del Serpente d'Acqua che si estenderà fino al 30 gennaio 2014, anno del Cavallo.

Legato al Nord, all'elemento Acqua, all'Inverno e al colore nero, il Serpente (SHE – ) spesso è rappresentato in coppia con la Tartaruga (leggenda di AO SHUN), altro animale mitico legato all’Acqua che circonda e avvolge nelle sue spire. In quest’accoppiamento si ritrova la doppia valenza dell’Elemento Acqua (nella Medicina Tradizionale Cinese l’unico organo considerato “doppio” sono i Reni, legato appunto, alla loggia dell’Acqua): il Serpente assume la qualità Yang, maschile, la Tartaruga quello Yin, femminile. La Tartaruga sottolinea il suo aspetto simbolico portando sul carapace la Terra (Yin), mentre il Serpente, che la circonda, riproduce la ciclicità cosmica (cerchio), il Cielo (Yang).

Il Serpente e la Tartaruga
Altri due personaggi della mitologia Cinese richiamano, nel loro aspetto, il Serpente. FOU HI (FU HSI o FU XI) la mitica figura di saggio cui è attribuita la composizione dell’YI JING (I CHING o I KING il Libro dei Mutamenti) e la sua sposa NU WA (NIOU KOUA). Le figure di questa coppia primordiale, principio della manifestazione del maschile e del femminile, sono raffigurate con il basso ventre a forma di Serpente, avvolte tra loro in una sorta di amplesso ancestrale.
 
 
FOU HI e NU WA
Nella tradizione popolare cinese, il Serpente è un animale contraddittorio; venerato e temuto come un dio, nelle terre attraversate dai grandi fiumi (al dio del Grande Fiume Giallo erano offerti spettacoli teatrali per farlo divertire, ma anche fanciulle in sacrificio) che la sua forma sinuosa ricorda; è considerato ugualmente intelligente e malvagio (avere un cuore di serpente). Oltre alla simbologia fallica, sognare un serpente nero, per una donna in attesa, è presagio di una figlia femmina, bianco di un figlio maschio.

Anche nella cultura occidentale il Serpente ha questa valenza doppia. Rappresenta il regno dei morti, il mondo infernale, per la sua abitudine di nascondersi negli anfratti o in buche del terreno ma anche la vita, il rinnovamento, la rinascita, per la capacità di mutare la sua pelle.
 
Nella Bibbia rappresenta l'incarnazione del Male nell'episodio del Paradiso, ma anche a modello della crocefissione del Cristo) il serpente di bronzo che Mosè pianta nel deserto). Si alterna al Drago in alcune iconografie che rappresentano San Giorgio e avvolgono il caduceo, principale attributo di Mercurio, messaggero degli dei e portatore di concordia ed equilibrio (nell'alchimia i due serpenti avvolti del caduceo, hanno il significato di equilibrio tra sulphur et mercurius, tra azione e movimento, tra anima e spirito).
 
Mercurio (Ermes) e il Caduceo
Nel calendario cinese è il segno astrologico che segue il Drago; quest’anno, in particolare, è dedicato al Serpente d’Acqua o Serpente Nero. È la lunga e squamosa “coda del Drago”, dunque è nella natura del Serpente avere questa caratteristica di prolungamento dell'anno precedente: ciò che ha avuto origine nel periodo del Drago si rende concreto e culminerà in questo segno. Non è un anno dove sedersi e stare alla finestra anzi, è il periodo per trovare soluzioni a situazioni anomale, riflettere su come organizzare la propria attività pianificando strategie efficaci. Il Serpente con il suo sguardo freddo e inespressivo, può “ipnotizzare” la sua preda con effetti speciali, poi colpirla con rapidità, senza darle via di scampo. Non è l'anno adatto per il gioco d'azzardo o per speculazioni finanziarie, meglio programmare con cautela le proprie azioni e tenersi sempre pronti ai cambiamenti che possono essere improvvisi quanto devastanti.
 
Il serpente “possiede la saggezza dei secoli” ed è il custode dei misteri della vita. Ci infonderà energia, fiducia e coraggio, specie se la nostra attività è legata alle arti perché il serpente ama la bellezza, ma attenzione, non dimentica ed è inesorabile con chi tenta di ingannarlo.

p. r.