Appoggiarsi allo YIN e abbracciare lo YANG

di Paolo Raccagni
 
Come per altri esercizi della Scuola SAN YI QUAN questo concatenamento fa riferimento al testo del DAO DE JING (TAO TE CHING) e in particolare al Capitolo 42: 
“Il Tao da vita all’Uno; l’Uno da vita al Due; il Due da vita al Tre; il Tre da vita ai Diecimila esseri; i Diecimila esseri si appoggiano allo Yin e abbracciano lo Yang; …”. Questo concatenamento ci permette di comprendere e di sentire, dopo averlo “vissuto”, gli insegnamenti del testo classico.

Riempire il dorso e vuotare il petto
Dalla postura WUJI; partendo dal movivento interno mobilizzare il bacino, poi le spalle, in una rotazioneche parte dalla periferia verso il centro e in avanti, seguendo tre assi articolari: articolazione scapolo-omerale (Piccola Mobilizzazione); articolazione acromion-clavicolare (Media Mobilizzazione); articolazione sterno-clavicolare (Grande Mobilizzazione). 
L'azione coinvolge in successione il gomito, il polso e le dita della mano. Inspirare nella fase ascendente della rotazione che corrisponde al momento di tonificazione del dorso. Espirare durante la fase discendente della rotazione che corrisponde allo svuotamento del petto. Ampliare il movimento fino a raggiungere l’insieme del corpo. Legare l’azione delle spalle alle anche, dei gomiti alle ginocchia, dei polsi alle caviglie, delle mani a piedi, delle dita della mano alle dita dei piedi.


Riempire il dorso e vuotare il petto
La pratica l’esercizio si sviluppa nel collegare poi, in successione, i differenti punti di controllo dell’energia e se vogliamo andare oltre, ad una serie di Coppie Simboliche legate alle sensazioni:

•    Al punto HUI YIN s’esprime la struttura “salire e scendere”;
•    Al punto QI HAI s’esprime il soffio “inspirazione ed espirazione”;
•    Al punto ZHONG TING s’esprime la sensazione di “riempire e vuotare”;
•    Al punto TIAN TU s’esprime la sensazione di “tonificare e disperdere”
•    Al punto BAI HUI s’esprime “pienezza e vacuità” o “armonia” nell’insieme dei punti di controllo dell’energia, è l’ultima espressione della forma verso qualcosa d’altro che non può essere nominato, “HUA - La Trasformazione”...

Il gesto richiama l’azione di “raccogliere un fardello da dietro, caricarlo sul dorso (fase ascendente d’inspirazione e di tonificazione) per poi gettarlo in avanti (fase d’espirazione e dispersione)”. Quando il movimento raggiunge la massima ampiezza, estendere le braccia in avanti e “Appoggiarsi col dorso sul lato della montagna (YIN) e abbracciare la valle soleggiata (YANG)”. Mantenere la postura per qualche istante o per qualche respirazione... La sensazione è di tonicità sul dorso e sul petto la capacità e l’intenzione, di accogliere e di aprire. L’equilibrio tende a portare il peso sui talloni. Ritorno alla postura WUJI.

Riempire il petto, vuotare il dorso
Dalla postura WUJI; partendo dal movivento interno mobilizzare il bacino, poi le spalle, in una rotazioneche parte dal centro verso la periferia e dietro. Amplificare il movimento fino a coinvolgere l’insieme del corpo, legando la mobilità delle membra superiori e inferiori. La successione delle fasi è la stessa dell'esercizio precedente.


Riempire il petto e vuotare il dorso

Il gesto richiama l’azione di “prendere dell’acqua da terra e sollevarla per riscaldarla al sole (fase ascendente d’inspirazione e di tonificazione) bagnarsi con essa scendendo con le braccia verso la parte posteriore (fase di espirazione e di dispersione)”. Quando il movimento raggiunge la massima ampiezza, estendere le braccia dietro “Abbracciare il lato ombreggiato della montagna e rivolgere la schiena alla valle”. Mantenere qualche istante, qualche respirazione... La sensazione è di pienezza del petto e di vuoto sulla schiena. L’equilibrio tende a portare il peso sull’avampiede.

Lo scopo di questo movimento è di riempire, l’intenzione è di ricaricare il nostro corpo di un’energia nuova... dopo averlo purificato - vuotato con l’esercizio precedente.

Le figure sono tratte dal quaderno tecnico "DAO YIN FA QIGONG - Libro 1" di J. Luc SABY tradotto ed editato in proprio da TAOYINITALIA a.s.d.

Le Coppie Simboliche della pratica SAN YI QUAN

di Paolo Raccagni

   Nella pratica del QI GONG della Scuola SAN YI QUAN si fa riferimento spesso a ad una serie di Coppie  Simboliche. Queste coppie formate da termini tra loro opposti aiutano e accompagnano il praticante nel portare l'attenzione o intenzione, alla sensazione da ricercare in quell'attimo della pratica. Questa sequenza di Coppie Simboliche è tipica dell'esercizio "Appoggiarsi allo Yin e Abbracciare lo Yang" dove sono citate nel particolare, ma le possiamo trovare in tutti gli esercizi e concatenamenti dei vari stili di QI GONG.
"Il QI GONG non è altro che alzare e abbassare le braccia tutto il resto è poesia"
(Citazione di un grande maestro di Qi Gong ma non ricordo chi)

Salire – Scendere
   Nell’alternanza tra Yin e Yang, Salire - Scendere indica il movimento (DONG) che anima la vita (SHENG) in tutti i suoi principi, regole e manifestazioni. Il movimento di risalita, fase Yang, è determinato dalla “spinta” vitale che ogni essere ha al momento della nascita e che lo accompagnerà fino al alla sua maturità, il punto più alto del ciclo, lo Zenit. Seguirà poi il movimento di discesa, fase Yin, dove la spinta vitale si affievolisce fino a cessare completamente nel punto più basso del ciclo, il Nadir. Questa rappresentazione ciclica che nella “tradizione” si raffigura attraverso il periodo circadiano, dal sorgere del sole fino al tramonto e alla sua scomparsa dall’orizzonte, ma anche attraverso il susseguirsi delle stagioni, descrive le varie condizioni in cui si manifesta il Soffio, il QI. Il succedersi dello Yin e dello Yang, da una fase discendente dove il QI andrà a condensarsi in materia e assumerà una forma (XING), all’elevazione dove non vi sarà più forma ma solo energia (QI). Questo movimento o dinamismo, è assimilato nei testi classici allo scorrere dell’acqua che se mantenuta in movimento, porta nutrimento, rinnova e trasforma, dunque sostiene la vita, se ristagna la sua capacità di portare e mantenere la vita si esaurisce.
   Nella pratica del QI GONG Salire - Scendere si può esprimere in diverse varianti (come ad esempio: estendere - piegare, aprire – chiudere, mobilizzarestabilizzare, avanzare – indietreggiare, ecc.) ma con l’unico scopo di mettere in movimento il QI e una volta che il QI è mobilizzato dirigerlo, ovver,o utilizzarlo in un’azione utile. È possibile dare una lettura più esoterica come “elevarsi” e “abbandonare”, non intervenire (WU WEI) o meglio ancora agire secondo la Via, il DAO (ZIRAN la spontaneità). Questi due termini (elevarsi e abbandonare) rievocano l’indicazione confuciana di “Sollevarsi al di sopra di se stessi e abbandonarsi agli altri”, dove l’abbandono non è il “lasciarsi andare” ma mettersi a disposizione (mettere al bando, imbandire) dunque essere in uno stato di disponibilità, di apertura, sia fisica che mentale. Salire - Scendere identifica il lavoro (GONG) di armonizzazione tra l’alto e il basso, in altre parole stabilire un equilibrio tra il più sottile e il più concreto, tra il Cielo e la Terra, tra Spirito ed Essenza, tra Struttura (ossa e articolazioni) e Forma (muscoli e tendini), il tutto animato (dare un’anima) da un "movimento efficace". Salire - Scendere, come andare - venire, avanzare - indietreggiare,... presuppone un concetto di spazio.

Inspiro – Espiro
   Un’altra coppia simbolica è Inspiro - Espiro. Questa coppia esprime un’altra visione dell’alternanza tra Yin e Yang che attraverso il movimento respiratorio preannuncia le relazioni Interno (NEI) – Esterno (WEI), Entrare (RU) – Uscire (CHU). Inspirazione – Espirazione evoca il movimento (azione) dello spirito (spir) verso l’interno (in) e verso l’esterno (ex), dunque respirare è mettere in relazione ciò che è "invisibile" (interno) con ciò che è "visibile" (esterno) “… ed il susseguirsi dell’inspiro e dell’espiro porta all’incarnazione del QI” (J. M. Kespi).
   Anche in questo caso avvengono dei cambiamenti, delle trasformazioni (HUA) che presuppongono un successivo passaggio, un’evoluzione. Non sono più solo i due principi fondamentali, Yin e Yang, Cielo e Terra a essere coinvolti ma anche la loro massima “manifestazione” nel visibile, l’Uomo. Entrare – Uscire, in questo caso, è l’Uomo che si distingue dalle acque mischiate del Caos iniziale (HUN DUN), appare, assume un forma, esce alla vita (SHENG) e prende un nome (MING) per poi ritornare, rientrare, al senza - forma, senza – nome, all’indistinto, al Caos. Entrare – Uscire, due movimenti indissolubili tra loro, legati alla vita (SHENG) e alla morte (SI), al visibile, a ciò che è manifesto,  grossolano, e all’invisibile, a ciò che resta segreto e sottile. Si dice che a ogni respirazione vi è una morte (espiro) e una rinascita (inspiro). Respirare è di volta in volta portare a compimento, prima della rinascita (Dopo il Compimento, 63° esagramma dell’ YI JING – 6+3=9 massimo dello Yang), per poi rigenerarsi, rinascere, prima del compimento (Il non Compiuto, 64° esagramma – 6+4=10 ritorno all’Unità fondamentale). 

Riempire – Vuotare
   Nella visione “tradizionale” il corpo umano risponde alla stessa immagine dell’impero nella sua configurazione territoriale e organizzazione del comando. In questo concetto il Cuore (XIN) è considerato sia il Centro (ZHONG) dell’impero sia l’Imperatore (WANG). È il Centro dell’Uomo, ove tutto emana e tutto converge, è la sua vita, la sede delle sue emozioni e dei suoi affetti, … ed è per mezzo del Cuore che l’Uomo realizza il suo destino (MING). È la Sede degli Spiriti (SHEN), il luogo prescelto ove stabilirsi ed è attraverso di loro che l’Uomo comunica con il Cielo. Si legge nel Capitolo 3 del DAO DE JING “I Santi vuotavano il Cuore, riempivano il Ventre, calmavano la volontà, rendevano dure le ossa”. Per adempiere il suo compito, accogliere gli Spiriti, il Cuore deve restare vuoto. Vuoto da pregiudizi e desideri, vuoto come il mozzo della ruota, che “non ha attività ne esistenza proprie, ma al di fuori del quale non esiste realtà, libertà, verità…” (M. Granet – Il Pensiero Cinese – Adelphi). L’attitudine del Cuore è di accogliere ogni cosa senza escludere nulla e nessuno, accettarla così com’è, senza alcuna pregiudiziale.
   “Il Vuoto (XU) esprime la capacità di accogliere, la ricettività, l’attrazione; il Pieno (SHI) la capacità di penetrare”. Ancora Riempire – Vuotare, la capacità del Cuore di accogliere e di lasciare andare, senza attaccarsi a ciò che può ostacolare la “Purezza del Vuoto” come l’ambizione o il desiderio. “Vuotare il Cuore e riempire il Ventre è l’Antica Arte del Cuore” (C. Larre). È la possibilità di creare l’armonia (HE) tra i visceri (FU) e gli organi (ZHANG), tra ciò che è Vuoto e sarà riempito (Tonificare) e ciò che è Pieno e sarà vuotato (Disperdere). Riempire il ventre permette ai Soffi (QI), essenza dell’Uomo, di concentrarsi in esso così da vuotare il Cuore e permettere l’armonia tra i Cinque Spiriti (WU SHEN) emanati dai Cinque Organi (WU ZHANG).
   “Il Vuoto attira il Pieno, il Pieno contiene il Vuoto”. Riempire - Vuotare ci riporta in oltre, a due concetti dell’Alchimia Interna (NEI DAN) “Si tratta ancora una volta di dissolvere (solve) e concentrare (coagula) per giungere alla Grande Opera che possiamo comparare, senza troppi rischi, al TAO” (G. Charles - Le Rituel du Dragon - Ed. Chariot d’Or).

Pienezza – Vacuità
   Pienezza – Vacuità. Quest’ultima coppia indica, con due termini opposti, il frutto della calma mentale, un’esperienza che queste due parole, per il limite dato dalla loro dualità intrinseca, stenta a descrivere. Un concetto tra Armonia e Trasformazione, tra Pieno e Vuoto, dove Vuoto non si riferisce alla mente ... ma a ciò che è oltre la mente.


 Per i testi citati e consultati, vedi la bibliografia del blog.