di Paolo Raccagni
Nel nostro ultimo viaggio in Cina, come turisti, mia moglie ed io abbiamo visitato la città di Zhenyuan, nella provincia di Guizhou. Divisa dal fiume Wuyang è un sito dell’UNESCO in cui si fondono le culture delle etnie Miao e Dong. Entrando nel museo cittadino ho incontrato l’immagine conosciuta di Wang Yangming e questo mi ha incuriosito.
Ritratto di Wang Yangming |
Dal 1506 al 1508, Wang Yangming fu esiliato a Longchang, nella provincia di Guizhou, dopo aver difeso alcuni censori perseguitati dal potente eunuco Liu Jin, uno delle Otto Tigri al servizio governativo dell’Imperatore Zhengde, il decimo Imperatore Ming che regnò dal 1505 al 1521. Subito un demansionamento, fu costretto a ricoprire il ruolo di capo di una stazione di posta a Longchang, all’epoca un luogo remoto e ostile, dove dovette affrontare dure condizioni di vita, isolamento e privazioni, sia fisiche che psicologiche. Questo periodo di soggiorno forzato segnò un punto di svolta nella sua vita.
Perché è importante il periodo del suo esilio a Longchang? Proprio a Longchang, nel 1508, Wang trasformò radicalmente il suo pensiero neoconfuciano sviluppando la teoria della “unità di conoscenza e azione”. Secondo questa nuova intuizione la vera conoscenza non è separata dall’azione morale, ma è immediatamente attuabile. Inoltre, sempre in questo periodo, formulò la teoria del “sapere innato” (良知Liangzhi), secondo cui ogni essere umano possiede già dentro di sé la capacità di distinguere il bene dal male, senza bisogno di studi esterni. Queste idee rappresentarono la principale opposizione intellettuale alla ortodossia della Scuola Razionalistica di Cheng Yi e Zhu Xi (Lixue o Cheng-Zhu).
Le opere scritte da Wang Yangming durante il periodo di permanenza a Longchang, tra cui poesie e trattati filosofici, riflettono la sua profonda trasformazione spirituale e filosofica. La sua dottrina influenzò non solo la Cina, ma anche il Giappone e altri paesi asiatici, diventando una delle correnti più importanti del pensiero confuciano. La sua esperienza a Longchang è considerata fondamentale per la nascita della sua filosofia e per il suo ruolo di riformatore del confucianesimo.
Per quanto riguarda l’influenza del pensiero di Wang in Giappone, in particolare l’idea che la conoscenza morale debba tradursi immediatamente in azione, è stata assimilata nel Bushido (武士道, letteralmente “La Via del Guerriero”), l’antico codice di condotta del samurai, come principio di coerenza tra pensiero e comportamento. Questo ha portato a una visione più dinamica e personale dell’etica del samurai, distaccandosi da un approccio più rigido e formale basato solo sulle regole esterne, enfatizzando invece valori come la lealtà, il coraggio e la pietà filiale, fondamentali nel Bushido, e promuovendo una visione del guerriero come individuo moralmente responsabile e consapevole.
Testo che affianca la foto di Wang Yangming |
Perché il suo ritratto è esposto al museo cittadino di Zhenyuan? Zhenyuan è attraversata dal fiume Wuyang, un’importante via di comunicazione per raggiungere il suo luogo d’esilio. Come si evince dal testo che affianca il ritratto, egli transitò dalla città di Zhenyuan due volte. La prima volta, mentre si recava a Longchang, scrisse i versi:
“La città montana è desolata al calar del sole,
le luci delle case si riflettono sul villaggio oltre il fiume.
Nel mondo tranquillo il mio compito è semplice,
anche nei sentieri difficili mi sostiene questo cuore.
Le meraviglie del paesaggio non sono la mia terra.”
Alla fine del suo esilio, due anni dopo, mentre si recava a prendere servizio come magistrato a Luling, nello Jiangxi, tornò a Zhenyuan e nell’attesa di imbarcarsi sulla nave lasciò ai suoi discepoli, della provincia di Guizhou, la famosa lettera “Epistole dalla locanda di Zhenyuan”:
“Al momento della partenza non posso trattenere la tristezza,
nei sogni sono ancora sulle colline occidentali,
al risveglio mi ritrovo a centinaia di li di distanza.
Non so quando potremo rivederci; dedicatevi con impegno allo studio,
attendiamo un futuro incontro.
Oggi sono arrivato a Zhenyuan, fra poco la nave partirà,
la distanza crescerà, parlarne mi fa male…”
Menzionò poi i nomi di oltre venti discepoli, fornendo un documento fondamentale per lo studio della “Scuola del Cuore” e per stabilire il ruolo storico della “Scuola di Guizhou”. Inoltre, lasciò una poesia intitolata “Canto dopo aver bevuto, in risposta al ritmo di Yan Si Tin” che trovate sempre nel testo in cinese.
Tuttora Wang Yangming rimane una figura centrale nella storia del pensiero cinese, grazie alla sua capacità di unire pratica morale e intuizione filosofica, e per la sua profonda influenza sulla cultura orientale. A riprova di questo Xi Jinping, l’attuale Segretario Generale del Partito Comunista Cinese, esorta il Partito e i funzionari governativi ad imparare dalle opere di Wang “l’unità del pensiero e dell’azione”.
Per la traduzione dei testi che ho riportato, ho utilizzato i mezzi che la tecnologia mi ha messo a disposizione. Ho cercato di mantenermi più fedele all’originale utilizzando termini più appropriati al contesto, ma la mia conoscenza del cinese è piuttosto scarsa.
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