I Colori tra Oriente ed Occidente

di Paolo RACCAGNI

L'esigenza dell'uomo di mettersi in relazione con il "Cielo" è caratteristica comune a tutte le tradizioni culturali. Il solo strumento accessibile, causa la "limitatezza" dell'essere umano, per porsi in qualche modo in contatto con il Divino è stato il simbolo. Il simbolo è uno strumento espressivo molto più agevole del linguaggio comune perché capace di esprimere numerosi significati a livelli diversi, caratteristica che apre possibilità di comprensione illimitate. Ed è in virtù di ciò che il simbolismo è il mezzo fondamentale per ogni insegnamento tradizionale.


Come per i segni ed i numeri anche i colori rientrano a pieno titolo nel novero dei simboli, strumenti la cui conoscenza divenne un mezzo di potere dei pochi eletti che potevano comprenderne i segreti più reconditi. Intimamente unito alla religione ed al misticismo, il linguaggio dei "colori simbolici" si suppone, come esprime F. Portal, abbia avuto lo stesso significato presso tutti i grandi popoli dell'antichità; dall'India alla Cina, dall'Egitto alla Grecia fino a Roma.

L'energetica cinese classica afferma, da qualche millennio, che il colore, dunque la sua vibrazione, abbia un'influenza diretta sia su gli organi che sulle loro funzioni. E che questa influenza agisca sia sullo Spirito (SHEN) che sul Soffio Vitale (QI). A testimonianza di ciò la "bibbia" degli agopuntori, il WANGDI NEIJING SUWEN (Il Libro della Medicina Interna dell'Imperatore Giallo) afferma che:

"L'aspetto verde naturale del quadrante orientale compenetra il Fegato, ...L'aspetto rosso fuoco del quadrante meridionale compenetra il Cuore, ...L'aspetto giallo terra della regione centrale compenetra la Milza, ...L'aspetto bianco del quadrante occidentale compenetra il Polmone, ...L'aspetto nero fuliggine del quadrante settentrionale compenetra i Reni, ..."
Come possiamo vedere il colore, per la M. T. C., possiede un ruolo essenziale nel mantenimento della salute e nella preservazione dalle malattie. Un'armonia dei colori permette di armonizzare la circolazione dell'energia degli organi dunque di armonizzare il processo stesso della vita. Possiamo quindi affermare che il linguaggio del colore si configura come un linguaggio simbolico particolare, fatto anche di suggestioni che non provengono dalla sola osservazione razionale. Sono un'espressione vivente della natura, attraverso i quali si può stabilire un rapporto di comunicazione ed un'esperienza interpretativa.

In principio la vita dell'uomo era regolata da due fattori che erano al di fuori del suo controllo: la notte ed il giorno, l'oscurità e la luce. Il giorno portava con sé la possibilità di agire, fornendo energia e stimolo (fase Yang), mentre la notte portava un ambiente nel quale le azioni dovevano cessare, inducendo passività, immobilità ed in generale un rallentamento (fase Yin). I colori associati a questi due ambienti sono, in tutte le tradizioni sia orientali che occidentali, il nero per l'ombra e la notte, il bianco per la luce ed il giorno. I colori bianco e nero, nelle diverse cosmogonie sono sempre stati usati come rappresentazione della creazione del mondo. In ogni cultura si parla sempre del combattimento tra la luce, il bianco, e la tenebra, il nero. Oltre al fattore "epico" di queste tradizioni si può intuire il rimando al continuo rigenerarsi dell'universo attraverso il periodico ripetersi dell'estate e dell'inverno, del giorno e della notte, del caldo e del freddo. 

Generalmente, i colori che si presentano nei miti e nei culti non sono casuali, ma hanno un significato ben preciso. Il bianco riflette tutti i raggi luminosi, il nero è la negazione della luce, il nulla, ciò che non è. Il bianco è il colore della verità assoluta, della conoscenza, del manifesto, il nero quello dell'errore, dell'ignoranza, del non manifesto. Ma il nero, oltre a queste accezioni negative, ne possiede altre di segno opposto. Il nero rappresenta l'indistinto primordiale, simbolo del principio e della fecondità, intuita nell'immagine del TAI JI TU (o più comunemente conosciuto come il simbolo del DAO (TAO) o dello Yin - Yang). Infatti se guardiamo la parte in bianco scopriremo che è nera nella sua natura più intima. Il bianco dunque perderebbe ogni significato o ragione d'essere senza il nero. Anche secondo i pitagorici, ad esempio, nella scala cromatica, il contrasto di base tra l'oscurità della notte ed il chiarore del giorno corrisponde alla coppia dei contrari nero e bianco. Inoltre la pittura vascolare greca fu caratterizzata, in un primo periodo da linee bianche su fondo nero.
Ben presto però apparve come terzo colore il rosso. Nero, rosso e bianco nella cultura indiana, sono intimamente connessi alle tre energie fondamentali: il nero per il tamas, il bianco per il sattva, il rosso per il rajas. Il primo corrisponde all'istinto, alla procreazione, all'inerzia. Rajas è l'energia del movimento, del dinamismo. Sattva, infine rappresenta il mondo divino incarnato da Visnù.

Nella Cina antica lo stesso aspetto energetico è espresso nel SAN CAI, le tre energie o le tre potenze: Terra - Cielo - Uomo. La Terra con caratteristiche prevalentemente Yin, il Cielo con caratteristiche prevalentemente Yang e l'Uomo prodotto della fusione delle energie celesti con quelle terrestri. Nella civiltà occidentale questi tre colori costituiscono i tre poli intorno ai quali, fino dall'alto Medioevo, si sono articolati tutti i sistemi simbolici a partire dall'universo dei colori (M. Pastoreau).

L'Alchimia condividendo l'antico principio della filosofia naturalistica considerava (o considera) il colore come la caratteristica basilare della materia. Utilizzando un linguaggio ermetico, nel quale il colore ha il ruolo di primaria importanza, comunica agli adepti i procedimenti per dominare la materia. Le tre fasi principali della "Grande Opera" (simbolo dell'evoluzione spirituale) procedevano secondo una scala cromatica dove il nero è legato alla materia prima, il bianco al mercurio, all'illuminazione ed il rosso allo zolfo (al cinabro nell'antica Cina), dunque al sangue. Il nero concerne allo stato di putrefazione, occultamento; il bianco corrisponde allo stato d'illuminazione, ascensione; il rosso a quello della sofferenza, dell'amore (sentimentale - relazionale). Il coronamento di questo percorso è l'ottenimento della "Pietra Filosofale": l'oro. Il giallo dell'oro, corrispondente generalmente all'aspetto mistico del sole.
Il verde è colore della vita, della nascita (rinascita - resurrezione), della gioventù, della salute, ma anche della morte, della lividezza estrema. Posto come ponte tra il nero (il colore, secondo Jung, delle origini, degli inizi, delle potenzialità), essere minerale ed il rosso, vita animale, è il colore della vita vegetale, della natura e della crescita.
Dunque se esportiamo questo percorso alchemico e lo sovrapponiamo alla rappresentazione energetica dei colori nella MTC non troveremo molte diversità tra i due sistemi. Il Nero legato all'elemento Acqua, alla stagione invernale, opera una "Dissoluzione" dalla quale si realizza una "Generazione" (Rigenerazione o Resurrezione) legata al colore Verde, all'elemento Legno, alla stagione primaverile. Questo percorso prosegue nella "Sublimazione" (o Purificazione), compiuta dall'elemento Fuoco, legato al Rosso, all'estate; verso la "Produzione" collegata all'elemento Terra ed al colore Giallo. La "Cristallizzazione" dell'elemento Metallo, autunno, richiama il Bianco di una "gemma", ancora più preziosa dello stesso oro.

 Questo percorso segnato dai colori è paragonabile al cammino che un praticante, di qualsiasi disciplina, (spirituale, filosofica ed anche energetica) deve affrontare per evolversi e giungere alla conoscenza ed alla coscienza di se.

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