Quan Yin: La Dea della Misericordia

Nella pratica del Kai Men Shi (Aprire le Porte della Pratica), una sequenza di tecniche di base del Qi Gong della Scuola San Yi Quan, la postura iniziale della forma a terra è denominata Quan Yin. Qui di seguito ho raccolto alcune informazioni sul mito di questa divinità. Mia è la traduzione dunque mi assumo ogni responsabilità su eventuali imprecisioni
p.r.

Quan Yin (scritto anche Guan Yin, Kwan Yin, o Kuanyin) è una delle divinità che si vedono più di frequente, sugli altari nei templi della Cina. Venerata anche dai Taoisti, in sanscrito il suo nome è Padma-pâni, o “Nata dal Loto.” Quan Yin, è l’unica, tra gli Dei Buddisti, più amata che temuta ed è il modello di bellezza per i cinesi. Considerata come la Dea della Misericordia, in origine era di sesso maschile, rimasta tale fino agli inizi del 12° secolo, si evolve poi dal suo archetipo, Avalokiteshvara, “Il Signore Misericordioso della Totale Illuminazione”, un bodhisattva indiano che ha scelto di rimanere sulla terra per portare sollievo ai sofferenti, piuttosto che godere per sé l'estasi del Nirvana.

Una delle molteplici storie che la riguardano racconta che era una semplice donna buddista che con grande amore e sacrificio, durante la sua vita, si guadagnò il diritto di entrare nel Nirvana dopo la morte. Tuttavia, come per l’indiano Avlokiteshvara, davanti alle porte del Paradiso udì un grido di dolore provenire dalla terra sottostante. Accogliendo questa richiesta d’aiuto, torna sulla terra e rinuncia alla sua ricompensa di beatitudine eterna, trovando in seguito l’immortalità nel cuore di chi soffre. In Cina ha molti nomi, ed è anche conosciuta come “La Grande Misericordia”, “La salvezza dalla Miseria”, “La Salvezza dal dolore”, o anche “Mille Braccia e Mille Occhi”. Inoltre Quan Yin è definita come la Dea del Mare del Sud (l’arcipelago indiano) ed è stata paragonata anche alla Vergine Maria ("La Bianca Vergine Maria" scolpita su pietra bianca per rendere l’immagine più appetibile ad un mercato cristiano). Lei è uno dei Ta San Shih o i Tre Grandi Esseri, rinomati per il loro potere sul regno animale e sulle forze della natura. Questi tre Bodhisattva o P’u Sa, sono: Manjusri (in sanscrito) o Wen Shu, Samantabhadra o P’u Hsien e Avalokitesvara o Quan Yin.
Quan Yin è una forma abbreviata del nome che significa “Colei Che Vede e Ascolta il Pianto che Giunge dal Mondo degli Uomini”. Il titolo cinese significa “Colei che Sempre Osserva o Presta Attenzione ai Suoni”, cioè colei che ascolta le preghiere. A volte, è soprannominata Sung-Tzu-Niang-Niang ovvero “La Signora che Porta i Bambini”. È la Dea della fecondità e della misericordia. Adorata soprattutto dalle donne, questa Dea conforta il travaglio, i malati, i perduti, i vecchi e gli sfortunati. La sua popolarità è così cresciuta attraverso i secoli che ora è anche considerata la protettrice dei marinai, agricoltori e viaggiatori. Si preoccupa per le anime nel mondo sotterraneo ed è invocata durante i riti di post-sepoltura per liberare l'anima del defunto dai tormenti del Purgatorio.

Ci sono templi, a lei dedicati, in tutta la Cina ed è venerata più dalle donne nel Sud che da  quelle del Nord della Cina. Il 19° giorno della 2a, della 6a e della 9a luna, i fedeli chiedono per i loro figli, ricchezza e protezione. Porta i bambini (in genere maschi, ma se la madre chiede una femmina sarà bellissima), protegge nel dolore, guida i marinai e i pescatori e rende innocue le armi del nemico in battaglia. Il suo principale tempio è sull'isola di Putuoshan, nell'Arcipelago di Chusan, al largo della costa dello Zhejiang, vicino a Ningbo. È un luogo di pellegrinaggio, sacro ai buddisti, e il culto di Quan Yin ne è la caratteristica più evidente in quanto si dice che la Dea abbia vi risieduto per nove anni, come Regina dei Mari del Sud. Il nome completo dell’isola è P’u T’o Lo Ka, da Pataloka, il Monte dal quale la Dea guarda l’umanità.

Nessun’altra divinità nel pantheon cinese appare in una maggiore varietà di immagini, tutte rappresentazioni di sue incarnazioni o diverse manifestazioni. Quan Yin è di solito raffigurata come una bellissima donna vestita di bianche vesti fluenti e scalza ma in forma Lamaistica (famoso un suo bronzo del XVIII secolo) è rappresentata del tutto nuda. Può essere seduta su un elefante, in piedi su un pesce o un drago, mentre allatta, avente sei braccia o mille, una testa o otto (una sopra l'altra), quattro, diciotto, o quaranta mani (ad indicare il suo sforzo di alleviare le sofferenze degli infelici). Raffigurata a cavallo di un Hou, un animale mitologico che assomiglia un po’ ad un leone buddista, simboleggia la supremazia divina, esercitata da Quan Yin, sulle forze della natura. I suoi piedi nudi sono la caratteristica costante. Sugli altari pubblici, Quan Yin è spesso affiancata da due fedeli alla sua destra, uno a piedi nudi, un giovane a torso nudo con le mani giunte in preghiera, conosciuto come Shan-Ts’ai (il Giovane Dorato), e alla sua sinistra una pudica cameriera con le mani unite nascoste dentro le maniche del vestito conosciuta come Lung-Nu (La Fanciulla di Giada). Lei è il modello di bellezza cinese e dire a una signora o a una bambina che è una Quan Yin, è il miglior complimento che può essere dato alla sua grazia ed eleganza.

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