La leggenda dei Dieci Soli

di Paolo Raccagni

Una leggenda racconta che in Cina, molto tempo fa, esistevano Dieci corvi e ad ognuno di essi l'Imperatore Celeste aveva dato un Sole con il compito di portarlo in Cielo (1). I Dieci corvi vivevano su un grande albero che sovrastava l'Oceano Orientale. L'albero era così grande e vasto che  mille uomini con le braccia tese non sarebbero riusciti a congiungere le mani attorno al tronco. I suoi rami salivano così in alto nel Cielo che dalla Terra non si potevano vedere le punte (2).

Allo spuntare dell'alba, uno dei corvi si levava in volo dalla sommità dell'albero e si librava lentamente in Cielo sostenendo un Sole che illuminava il mondo finché non faceva ritorno sull'albero per la notte. Ogni corvo portava un Sole, ogni giorno un Sole diverso illuminava la Terra. Gli uomini amavano il Sole perché portava loro luce, calore e aiutava a maturare i frutti di cui si cibavano.

Il corvo come uccello solare
(particolare della bandiera di Mawangdui)
Tutto si svolgeva nel giusto ordine, sino ad un terribile giorno in cui, senza ragione, tutti i Dieci corvi decisero di alzarsi in volo con il loro Sole. All'inizio il Cielo si illuminò come al solito, poi un altro Sole apparve in Cielo e si fece molto più caldo, e quindi ne usci un altro e un altro ancora. Quando tutti i Dieci Soli furono alti nel Cielo, la Terra cominciò ad inaridire, le coltivazioni a seccare e l'acqua dei fiumi a evaporare. Non vi era pioggia. La sete inizio ad uccidere gli uomini e gli animali, gli incendi devastavano le foreste.

L'imperatore Yao (3) disorientato inizio a pregare e a chiedere aiuto al Sovrano Supremo. Il Sovrano ascoltò le preghiere di Yao e decise di inviare sulla Terra il suo guerriero migliore, Yi l'arciere. Yi (Houyi, Hou-i, Shenyi) giunse sulla terra di notte, quando i Dieci corvi erano andati a riposare sul loro albero. Yao fu impressionato dal grande arco dell'arciere Yi, ma era ancora dubbioso sull'utilizzo di un arco e delle frecce contro i Dieci Soli. Yi decise allora di mostrare all'imperatore il potere del suo arco. Lanciò una freccia alta nel cielo e la vide viaggiare per miglia, spezzando in due il tronco di un maestoso pino che si innalzava sulla cima di una montagna lontanissima.

L'Imperatore Yao
L'imperatore Yao cominciò a sperare e pregò per tutta la notte il Sovrano Supremo per la riuscita dell'impresa di Yi l'arciere. All'alba i due si incamminarono verso la torre più alta della città, da dove Yi avrebbe avuto un ottima vista sul sorgere dell'alba.

Quando il Cielo a est comincio a schiarire con la luce dell'alba, Yi scelse dieci frecce dalla sua faretra, una per ogni corvo che portava un Sole. La processione dei Dieci Soli iniziò e quando l'aria iniziò a riscaldarsi sollevo l'arco e scagliò la prima freccia. In un attimo il primo corvo, trapassato dalla freccia di Yi, cadde al suolo e il Sole si spense nell'Oceano Orientale. Yao ne fu impressionato, ma rimanevano ancora Nove corvi e l'aria era già insopportabile. Yi senza perdere tempo abbatté il secondo corvo, il terzo … e giunto al sesto corvo Yao si accorse che Yi aveva ancora quattro frecce da scoccare. Yi si sarebbe dimenticato e avrebbe abbattuto tutti i Dieci Soli facendo cadere nell'oscurità la Terra?

Mentre Yi prendeva la mira del settimo corvo, Yao si avvicinò all'arciere e nascose una freccia nella sua manica. Yi scoccò le ultime frecce abbattendo Nove dei Dieci Soli lasciandone soltanto uno a riscaldare la Terra. Presto le nubi tornarono a formarsi nel Cielo e la pioggia riprese a cadere. La terribile siccità era finita.

(1) La stessa leggenda, in alcune versioni, vede al posto dei corvi (uccelli solari) dei “bambini erranti” figli dell'Imperatore del Cielo o figli di un immortale, l'Imperatore Jun (Di Jun).
(2) La tradizione identifica l'albero come un gelso
(3) Il mito vuole che l'imperatore Yao abbia governato per cento anni dal 2333 al 2234 b.c.

2 KUN – 坤: Lo Slancio Ricettivo, La Terra

di Paolo Raccagni 

Gli Esagrammi del Calendario sono una sequenza d’immagini legata alla “simbologia” dei mesi dell’anno e sono parte integrante dell’YI JING, testo essenziale (JING) della cultura cinese, formato da sessantaquattro immagini che prendono forma da un tratto spezzato (YIN) e da un tratto intero (YANG). Con la combinazione di questi due tratti, a gruppi di sei, si ottiene una serie di dodici immagini che esprimono la proporzione tra YIN e YANG, ovvero il cambiamento del rapporto tra luce e ombra nell'arco dell'anno. A differenza degli altri esagrammi, le linee di questi dodici non sono mischiate tra loro, ma restano contigue in una successione progressiva che porta al riempimento dell'immagine fino al suo culmine. Il tratto intero cresce nel periodo Primavera-Estate, il tratto spezzato durante l'Autunno-Inverno.

L'esagramma di questo periodo, tra inizio Dicembre e inizio Gennaio, è KUN (K'UN 坤 - Ricci 2859: la potenza passiva della realizzazione, l'attributo della Terra, il Femminile), lo Slancio Ricettivo, la Terra. È il secondo dei sessantaquattro esagrammi che compongono Il Libro delle Mutazioni, YIJING, ed è formato da sei tratti spezzati posti uno sopra l'altro. Nell'insieme degli esagrammi del calendario rappresenta il Solstizio d’Inverno.

Il solstizio è il punto di svolta. Nel nostro emisfero il Sole si “ferma” (dal latino solstitium – sole e fermarsi) allo Zenit d’Estate e al Nadir nel periodo invernale, convenzionalmente il 21 dicembre. Due estremi che evocano la luce del giorno e la notte più lunga, come in un percorso di vita, un processo conoscenza o lo sviluppo di una capacità. Due momenti che nell’antichità erano celebrati, anche in occidente, da ritualità. Balli, feste e falò nel solstizio estivo; celebrazioni, come i saturnali, nel periodo invernale dove schiavi e padroni s’invertivano i ruoli, a simboleggiare questo capovolgimento di direzione.

Se nella tradizione occidentale il Solstizio d'Inverno rappresenta l'inizio del periodo invernale, nella tradizione cinese è l'apice, la massima espressione di questa stagione iniziata quarantacinque giorni prima. Il segno rappresenta, nell’ambito dei Cinque Movimenti, L’Acqua (SHUI 水), la “decrescita”, la capacità di adattamento, il Nord, dunque l’Inverno.

Il suo stato identifica il punto più alto dell’espressione energetica dello YIN, il Grande YIN (TAI YIN), la mezzanotte, “l’acqua” della fertilità. È anche il punto in cui lo YIN, raggiunto il limite, si trasforma ed inizia il suo percorso verso l’estremo opposto, il Grande YANG (TAI YANG). Questo è il punto da cui la materia si “dissolve” per diventare energia. Il movimento dell’Acqua è verso il basso, nelle profondità della terra, irrigandola e rendendola fertile. Nell’energetica classica, nel corpo umano, i Reni (SHEN) esprimono la stessa energia dell’Inverno. I Reni, depositari delle potenze originarie, consolidano continuamente la vita. Sede della saggezza e del volere che ci sostengono nel non esitare a scegliere quale direzione prendere per realizzare la nostra natura originaria, il nostro “mandato celeste” (MING).

L’ideogramma KUN è rappresentato, nella sua grafia antica, con due immagini: a sinistra un cumulo di terra sul quale è posata una pietra megalitica destinata a rendere omaggio al potere fecondante della terra; a destra due mani contrapposte che tendono una corda, evocando due forze contrapposte (P. Faure).

L’esagramma KUN, la Terra sopra la Terra, nell'ordine degli esagrammi, segue QIAN il Cielo nel gioco dell'alternanza delle due polarità, YIN e YANG che danno origine alla totalità del reale. Sono le porte (MEN) attraverso cui tutto passa. Sono “… le due istanze che troviamo al principio della realtà, perché questa… non deve la sua generazione all'azione personale , oscura, invisibile, di un volere divino trascendente, ma all'interazione spontanea di due poli di cui constatiamo semplicemente l'esistenza dal momento in cui alziamo e abbassiamo gli occhi: Il Cielo e la Terra che offrono un quadro alla realtà nella sua interezza” (F. Jullien).

Riguardo al simbolismo delle immagini dell'YI JING, racchiuso in KUN, troviamo lo sviluppo di tutte le qualità YIN: la forza d’accoglienza, la disponibilità, la capacità di adattamento, la materializzazione, la propensione a ripartire i soffi e l’attitudine al nutrimento. Lo Slancio Ricettivo manifesta la potenza della Terra che dal Centro si sviluppa nelle Quattro Direzioni.

Riferito al comportamento umano, la natura di KUN è generare “… esseri senza deviare mai, in questo è rettilinea; essa è tranquilla e silenziosa, in questo è rettangolare; essa non si rifiuta di sostenere qualunque essere, in questo è la sua grandezza. Perciò senza gesti esteriori e senza intenzioni particolari, essa compie ciò che è retto per tutti. Per l’uomo significa suprema saggezza diventare nel proprio operare così spontaneo come la natura” (Wilhelm).
 
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Il QI GONG può essere pericoloso?

di Paolo Raccagni

Capita che qualche allievo, di solito all’inizio del percorso nella pratica del QI GONG, mi faccia questa domanda: “Il QI GONG può essere pericoloso? La mia risposta che sintetizzo di seguito, prende spunto dalla pratica di oltre vent’anni e dagli insegnamenti dei miei maestri.

Come per tutte le attività umane siano esse professionali, sportive o ludiche, se mal praticato il QI GONG può presentare degli inconvenienti. Come in ogni attività fisica, un errore di postura, se non prolungato per anni, comporta un danno comunque assai limitato. Come attività “energetica”, se si commettono errori, soprattutto se ripetuti, si può perturbare o interferire con il metabolismo e lo psichismo. E’ opportuno quindi praticare sempre con una certa moderazione e avvertire l’insegnante se si dovessero manifestare dolori o contratture. Fare attenzione in particolare, a dolori lombari che possono essere generati da “radicamenti” statici mal integrati e prolungati.

Sul piano di pratica legata al benessere fisico e di prevenzione, il rischio principale, in caso di una pratica mal adattata al caso personale, è di non ottenere alcun effetto, ciò è comunque sempre “dannoso”. Secondo degli studi molto seri fatti in Cina, i danni della pratica del QI GONG sono sempre legati a una pratica eccessiva, effettuata senza controllo competente e senza seguire l’evoluzione energetica del praticante.

Il consiglio che ne deriva, senza minimizzare gli effetti benefici del QI GONG su numerose situazioni di malessere, è quello di essere diffidenti da chi promette “guarigioni” miracolose a breve termine, legate ad una pratica eccessiva ed effettuata senza il controllo di un insegnante.

Come tutte le “pratiche di salute” serie ed efficaci, il QI GONG possiede delle indicazioni precise e delle controindicazioni particolari che un insegnante competente è tenuto a conoscere e a comunicare al praticante. Un percorso di pratica è di solito assai lungo e implica perseveranza e volontà per ottenere evidenti miglioramenti di uno stato di disagio. Praticare QIGONG ed in particolare insegnarlo, non s’improvvisa.

23 BO – 剝: La Frantumazione, l'Usura


di Paolo Raccagni
Gli Esagrammi del Calendario sono una sequenza d’immagini legata alla “simbologia” dei mesi dell’anno e sono parte integrante dell’YI JING, testo essenziale (JING) della cultura cinese, formato da sessantaquattro immagini che prendono forma da un tratto spezzato (YIN) e da un tratto intero (YANG). Con la combinazione di questi due tratti, a gruppi di sei, si ottiene una serie di dodici immagini che esprimono la proporzione tra YIN e YANG, ovvero sia il cambiamento del rapporto tra luce e ombra nell'arco dell'anno. A differenza degli altri esagrammi, le linee di questi dodici non sono mischiate tra loro, ma restano contigue in una successione progressiva che porta al riempimento dell'immagine fino al suo culmine. Il tratto intero cresce nel periodo Primavera-Estate, il tratto spezzato durante l'Autunno-Inverno.

L'esagramma di questo periodo, tra inizio Novembre e inizio Dicembre, è BO (PO 剝 – Ricci 4108), La Frantumazione, Lo Sgretolamento, l'Usura, la Decadenza. È il numero 23 dell'insieme dei sessantaquattro esagrammi che compongono Il Libro delle Mutazioni, YI JING, ed è formato da un tratto intero che copre come un tetto cinque tratti spezzati.

Il trigramma inferiore significa la Terra …; quello superiore il Monte… Ciò suggerisce di adattarsi ai tempi cattivi e di stare fermi… Non è quindi viltà, bensì saggezza, se ci si acconcia e si evita d'agire” (Wilhelm).

BO, La Frantumazione, come esagramma della serie del calendario precede KUN, Il Ricettivo La Terra, il solstizio d'Inverno. “La forza Yin si fa avanti sempre più potente ed è in procinto di rimuovere completamente la forza Yang” (Wilhelm).

Il periodo stagionale corrisponde all'inizio dell'inverno che giungerà al suo apice il 21 dicembre data del solstizio. La costruzione dell’ideogramma enfatizza proprio l’aspetto della stagionalità nei lavori in campagna. Composto da un carattere, a destra, che rappresenta in senso generale una lama, come un coltello o una spada, inserito in un manico lungo e ricurvo all'estremità (刂 DAO - Wieger - Lezione 52 A), con il senso di tagliare. A sinistra è rappresentato un albero (木 MU) sopra al quale scende un'ascia. L'albero è raffigurato con i rami “staccati” dal tronco a seguito della potatura che è propria di questo periodo stagionale, quando la pianta ha perso le foglie e riposa attendendo il freddo dell'Inverno.

La potatura non deve indebolire la pianta con il rischio che in primavera non abbia la forza di ricrescere, ma al contrario liberala da ciò che è superfluo in modo che durante il riposo invernale possa raccogliere le forze per una nuova rinascita.

Il Monte poggia sulla Terra. Se è ripido e stretto e non possiede larga base, deve crollare. Solo elevandosi vasto e grande, non superbo e ripido, la sua posizione è assicurata” (Wilhelm).

La struttura dell'esagramma è costituita, come abbiamo già visto, dal trigramma inferiore KUN, la Terra, e dal trigramma superiore GEN, il Monte. Il commento all'immagine dell'esagramma di Wilhelm è il filo conduttore sul quale si svolge tutto l'ordine delle sentenze. Il Monte rappresenta il Sovrano che si appoggia sui suoi sudditi per governare. Se la sua condotta è saggia e benevola il popolo, la Terra su cui poggia, lo sostiene; un comportamento diverso porta allo sgretolamento del suo potere.

Nei mesi invernali “ci si corica presto, ci si alza tardi, ci si rimette per tutto alla luce del sole... Si sfugge il freddo, si ricerca il calore, non lasciando sfuggire nulla attraverso gli strati della pelle, per paura di essere pericolosamente sforniti dei propri Soffi. Così ci si conforma ai Soffi dell’inverno, via per il mantenimento della tesaurizzazione della vita” (C. Larre - E. R. De La Vallée - “Huangdi Neijing Suwen - Le Domande Semplici dell'Imperatore Giallo” - Ed. Jaca Book).

Così anche il Saggio si adatta e si comporta secondo i tempi. Non è il momento di agire, ma di astenersi da pratiche non adatte al periodo che porterebbero all'usura del Soffio Vitale, per raccogliersi e prepararsi alla rinascita primaverile.

Un altro aspetto importantissimo del Taoismo che l'esagramma della Frantumazione porta in evidenza è il “non intervenire” o “non agire” (WU WEI 无为). Non una inattività assoluta bensì un'azione controllata, conforme alla Via. L'azione dell'Uomo deve dunque seguire la natura del DAO, evitando ogni azione consapevole per raggiungere uno scopo. Ogni intervento umano che si oppone al processo di alternanza cosmica, lo YIN/YANG, come si può intuire, provoca disordine quindi infelicità e dolore.

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20 GUAN – 觀: La Contemplazione, vedere ed essere visti

di Paolo Raccagni

Gli Esagrammi del Calendario sono una sequenza d’immagini legata alla “simbologia” dei mesi dell’anno e sono parte integrante dell’YI JING, testo essenziale (JING) della cultura cinese, formato da sessantaquattro immagini che prendono forma da un tratto spezzato (YIN) e da un tratto intero (YANG). Con la combinazione di questi due tratti, a gruppi di sei, si ottiene una serie di dodici immagini che esprimono la proporzione tra YIN e YANG, ovvero sia il cambiamento del rapporto tra luce e ombra nell'arco dell'anno. A differenza degli altri esagrammi, le linee di questi dodici non sono mischiate tra loro, ma restano contigue in una successione progressiva che porta al riempimento dell'immagine fino al suo culmine. Il tratto intero cresce nel periodo Primavera-Estate, il tratto spezzato durante l'Autunno-Inverno.

L'esagramma di questo periodo, tra inizio Ottobre e inizio Novembre, è GUAN (觀 – Ricci 2785b), La Contemplazione. È il numero 20 dell'insieme dei sessantaquattro esagrammi che compongono Il Libro delle Mutazioni, YI JING, ed è formato da due tratti interi che si sovrappongono a quattro tratti spezzati.

Il vento (XUN il trigramma esterno, quello superiore) giunge ovunque sulla terra (KUN il trigramma interno, quello inferiore) e rivela ogni cosa… Il contemplare è il togliere, l’insegnamento è il dare” (Wilhelm).

Questo è il commento del Wilhelm all'immagine di GUAN, La Contemplazione. Come esagramma della serie del calendario segue PI La Stagnazione, il 12° esagramma che rappresenta l’equinozio d’Autunno. La parte “oscura” avanza e lo Yang perde terreno. Il Saggio rivolge il suo sguardo all’interno.

La costruzione dell’ideogramma enfatizza proprio l’aspetto dello sguardo o del guardare. Composto da un carattere, a destra, che rappresenta in senso generale un uomo e un occhio (見 JIAN - Wieger - Lezione 158 C), con il doppio senso di vedere ed essere visto e dall’altra parte la rappresentazione di un uccello con una specie di cresta (雚 GUAN - Wieger - Lezione 72 J), che caratterizza un uccello notturno come la civetta.

“La civetta capace di vedere nell’oscurità, associata dagli antichi Greci alla saggezza di Atena… Uno sguardo notturno …, interiore, che non esplora con acutezza il mondo esteriore, ma invita a prendere coscienza del modo di percepirlo”. E ancora “... si tratta di scoprire gli aspetti della situazione che a volte ci sfuggono inavvertitamente o di solito, per rifiuto di vederle” (C. J. D. Javary – Pierre Faure).
L’esagramma ha una valenza doppia data dal tono con il quale è pronunciato (Wilhelm) e questa sua duplicità è confermata dal Dizionario Ricci della Lingua Cinese: guardare lontano, vedere, contemplare, osservare, apparire, punto di vista; ma anche luogo elevato, monastero taoista e per quanto riguarda il Libro delle Mutazioni, “percezione dell’invisibile”, momento in cui si percepisce l’influsso delle energie nascoste. L’esagramma intrinseco di GUAN è rappresentato dal Monte (o da una torre) sopra alla Terra, un punto elevato dal quale si può osservare lontano, ma che può essere visto anche da lontano. Elevare il proprio sguardo. Non sempre occorre salire su una montagna per allargare il proprio punto di vista ed andare oltre la superficialità, a volte occorre rivolgerlo al proprio interno per cercare la risposta.

Per quanto riguarda l’Uomo è il momento dei bilanci. La Contemplazione è il proseguimento di un percorso iniziato con l’esagramma 33 – La Ritirata, continuato con l’esagramma 12 – La Stagnazione. L’Autunno dell’Uomo che inizia mettendosi in disparte dando la possibilità di crescere a chi proseguirà la sua opera, rivolgere lo sguardo all’interno con l’attenzione a ciò che si è compiuto.
Lo stesso percorso può essere visto anche come la preparazione a un lavoro “interno” (NEI DAN) o ad una pratica meditativa: ci si pone in disparte, perfino sopra un monte, ci si ferma e si rivolge lo sguardo al “centro” di noi stessi.
 
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12 PI – 否: La Stagnazione, i contrari non si parlano

di Paolo Raccagni

Gli Esagrammi del Calendario sono una sequenza d’immagini legata alla “simbologia” dei mesi dell’anno e sono parte integrante dell’YI JING, testo essenziale (JING) della cultura cinese, formato da sessantaquattro immagini che prendono forma da un tratto spezzato (YIN) e da un tratto intero (YANG). Con la combinazione di questi due tratti, a gruppi di sei, si ottiene una serie di dodici immagini che esprimono la proporzione tra YIN e YANG, ovvero sia il cambiamento del rapporto tra luce e ombra nell'arco dell'anno. A differenza degli altri esagrammi, le linee di questi dodici non sono mischiate tra loro, ma restano contigue in una successione progressiva che porta al riempimento dell'immagine fino al suo culmine. Il tratto intero cresce nel periodo Primavera-Estate, il tratto spezzato durante l'Autunno-Inverno.

L'esagramma di questo periodo, tra inizio Settembre e inizio Ottobre, è PI (否 – Ricci 1600b), La Stagnazione. È il numero 12 dell'insieme dei sessantaquattro esagrammi che compongono Il Libro delle Mutazioni, YI JING, ed è formato da tre tratti interi che si sovrappongono a tre tratti spezzati.

Il Cielo e la Terra non si uniscono… Così il nobile si ritira nel suo valore interiore per sfuggire alle difficoltà...” (Wilhelm).

Così la traduzione di Wilhelm dell'immagine di PI, La Stagnazione. Come esagramma della serie del calendario fa parte degli esagrammi cardinali, quelli che separano, orizzontalmente, l'alto e il basso segnando il momento di passaggio dall'Estate all'Inverno e dall'Inverno all'Estate. La Stagnazione o il Ristagno, rappresenta l’Equinozio d’Autunno, (12 – TAI, La Prosperità rappresenta l'Equinozio di Primavera) il momento dell'anno che segna l'entrata dell'Autunno, la stagione di raccolta e immagazzinamento delle provviste che ci permetteranno di superare l'Inverno.

Al contrario di TAI, la Prosperità, la Pace, l’esagramma PI ha come primo trigramma, quello inferiore, la Terra, come secondo, quello superiore, il Cielo. Tutto sembrerebbe al suo posto, il Cielo in alto la Terra in basso, ma dal punto di vista delle energie in gioco, questa situazione comporta una separazione. L'energia del Cielo, YANG, tende verso l'alto, quella della Terra, YIN, tende verso il basso, dunque “Il Cielo e la Terra non si uniscono...”, non si parlano, e questa separazione, questa mancanza di comunicazione, porta alla catastrofe.

La situazione è ben descritta anche dal carattere che identifica PI (否 – P'I). Composto di due ideogrammi, uno inferiore che rappresenta una bocca (KOU 口) e uno superiore (BU 不) una negazione che il dizionario Francese della lingua Cinese Ricci, traduce come: calamità, disastro, sciagura, ma anche come bocca ostruita, non poter avanzare ne aver successo, opporsi all'avvicinamento. Una bocca che dice no ( 否 o 否 Wieger - Lezione 133a).

L'immagine descrive l'avanzare dello YIN, il freddo e l'oscurità, rispetto lo YANG, il calore e la luce. Il punto di equilibrio, l'Equinozio, è stato raggiunto, ora il movimento della natura è verso l'interno, così anche l'Uomo, parte integrante di questo sistema si deve adeguare:
Ci si corica presto, ci si alza presto. Si hanno i movimenti del gallo. Si esercita il volere quietamente e tranquillamente, per mitigare l’effetto repressivo dell’Autunno, raccogliendo gli Spiriti e accumulando i Soffi, assecondando il ricco equilibrio dei Soffi dell’Autunno, senza che il volere si spanda al di fuori, assecondando la purezza propria dei Soffi del Polmone. Ci si conforma ai Soffi dell’Autunno, via per il mantenimento del raccolto della Vita. Andare controcorrente porterebbe danno al Polmone...” (C. Larre - E. R. De La Vallée - “Huangdi Neijing Suwen - Le Domande Semplici dell'Imperatore Giallo” - Ed. Jaca Book).

D'altra parte l'immagine rievocata da PI, “Così il nobile si ritira nel suo valore interiore per sfuggire alle difficoltà...”, si può interpretare come la capacità di economizzare le proprie energie in una situazione che “non è favorevole all'esternazione e alla elevazione”. Non è fare un passo indietro come rappresentato dall'esagramma precedente, La Ritirata, ma è entrare in se stessi, canalizzando l'energia nel dare nutrimento alle proprie radici, in attesa del sorgere del sole, della Primavera. Come dice il grande Edoardo in Napoli Milionaria: “S'ha da aspettà, Ama'. Ha da passà 'a nuttata”.

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33 DUN – 遯: La Ritirata, Ritirarsi

di Paolo Raccagni

Gli Esagrammi del Calendario sono una sequenza d’immagini legata alla “simbologia” dei mesi dell’anno e sono parte integrante dell’YI JING, testo essenziale (JING) della cultura cinese, formato da sessantaquattro immagini che prendono forma da un tratto spezzato (YIN) e da un tratto intero (YANG). Con la combinazione di questi due tratti, a gruppi di sei, si ottiene una serie di dodici immagini che esprimono la proporzione tra YIN e YANG, ovvero sia il cambiamento del rapporto tra luce e ombra nell'arco dell'anno. A differenza degli altri esagrammi, le linee di questi dodici non sono mischiate tra loro, ma restano contigue in una successione progressiva che porta al riempimento dell'immagine fino al suo culmine. Il tratto intero cresce nel periodo Primavera-Estate, il tratto spezzato durante l'Autunno-Inverno.
L'esagramma di questo periodo, tra inizio Agosto e inizio Settembre, è DUN (遯 – Ricci 5345), La Ritirata, Ritirarsi, fuggire, scappare, nascondere o nascondersi, sparire, ma anche imbrogliare, ingannare, eludere, tradire. È il numero 33 dell'insieme dei sessantaquattro esagrammi che compongono Il Libro delle Mutazioni, YI JING, ed è formato da quattro tratti interi che si sovrappongono a due tratti spezzati.
L’elemento oscuro è in ascesa, quello luminoso si ritira per mettersi al riparo, in modo che l’oscuro non possa danneggiarlo. Questa ritirata non è dovuta ad arbitrio umano, bensì alle leggi degli accadimenti naturali” (Wilhelm).
Così il commento tradotto da Wilhelm della sentenza di DUN. Come esagramma della serie del calendario, La Ritirata, mostra l’aumento dell’aspetto YIN (iniziato con il 44 - Farsi Incontro) nelle giornate, il loro accorciarsi, dunque, chi si “ritira”, è la luce del giorno, lo YANG, che diminuisce fino al raggiungimento dell’equilibrio nell’Equinozio d’Autunno (12 – PI, Il Ristagno).
Il suo carattere è composto di due ideogrammi, il primo rappresenta un piede, il carattere generale di camminare, lo stesso del DAO o TAO (道), il secondo è a sua volta diviso in due parti: un ideogramma che indica la carne, e uno che rappresenta un maiale. Ritirarsi raffigura dunque il movimento naturale di un maiale che indietreggia (movimento YIN) quando si tenta di afferrarlo (C. J. – D. Javary – P. Faure).
La bandiera del Tibet con i due Draghi sulla montagna
L’esagramma DUN ha come primo trigramma, quello inferiore, il Monte, come secondo quello superiore, il Cielo. “La Ritirata non è da confondere con la fuga, che non mira ad altro che alla salvezza a tutti i costi… ma in questo caso è il giusto modo di agire… quello che non consuma le forze… Ritirarsi è indizio di forza”.

L’immagine evocata dalle parole del Wilhelm, richiama quella del Drago (il Cielo) che si nasconde sulla cima della Montagna per non consumare le sue forze e attendere il momento propizio per agire.
Un’altra immagine rievocata da DUN la possiamo trovare nel commentario a QIAN, il primo esagramma: “Solo il Santo sa avanzare e ritirarsi… senza perdere la sua retta indole” (Wilhelm). La capacità di fare un passo indietro al momento opportuno per non esaurire le proprie forze, prendersi un momento di pausa per riflettere su come agire, capire quando per un atleta, e non solo, è il momento giusto per ritirarsi dalla pratica attiva e dedicarsi, ad esempio, all’insegnamento. Tutto questo può essere il modo di interpretare La Ritirata; non una fuga, ma un momento per ascoltare se stessi e gli altri per poi agire, al momento opportuno e in modo appropriato. Come diceva WANG TSE MING: “In certe circostanze non fare nulla è già fare qualcosa”.
Se nell’esagramma precedente, 44 - “Farsi Incontro”, abbiamo legato l’immagine di GOU con la capacità di cogliere o accogliere, il “frutto” del lavoro svolto per concretizzarlo, ora dobbiamo abbandonarlo, farlo scorrere, ovvero uscire dagli schemi della pratica svolta ed entrare nella spontaneità della pratica stessa, “ritirarci” per accrescere e far crescere. Come un genitore o un insegnante che si pone in disparte per far crescere coloro ai quali ha dato la sua esperienza e conoscenza.

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44 GOU – 姤: Farsi Incontro, Essere Accoglienti

di Paolo Raccagni

Gli Esagrammi del Calendario sono una sequenza d’immagini legata alla “simbologia” dei mesi dell’anno e sono parte integrante dell’YI JING, testo essenziale (JING) della cultura cinese, formato da sessantaquattro immagini che prendono forma da un tratto spezzato (YIN) e da un tratto intero (YANG). Con la combinazione di questi due tratti, a gruppi di sei, si ottiene una serie di dodici immagini che esprimono la proporzione tra YIN e YANG, ovvero sia il cambiamento del rapporto tra luce e ombra nell'arco dell'anno. A differenza degli altri esagrammi, le linee di questi dodici non sono mischiate tra loro, ma restano contigue in una successione progressiva che porta al riempimento dell'immagine fino al suo culmine. Il tratto intero cresce nel periodo Primavera-Estate, il tratto spezzato durante l'Autunno-Inverno.
L'esagramma di questo periodo, tra inizio Luglio e inizio Agosto, è GOU (姤 – Ricci 2677a), Il Farsi Incontro o Essere Accoglienti; è il numero 44 dell'insieme dei sessantaquattro esagrammi che compongono Il Libro delle Mutazioni, YI JING, ed è formato da cinque tratti interi che si sovrappongono ad uno spezzato, il primo tratto dell’esagramma. Questo è il periodo dell’anno che segue il Solstizio d’Estate.

Giunto al suo culmine, il Grande YANG (TAI YANG), l’aspetto maschile dell’Energia o meglio del Soffio Vitale, non può far altro che diminuire, le giornate anche se ancora in modo impercettibile, si accorciano. Il principio YIN che era stato completamente “espulso” nell’esagramma precedente, riappare da sotto l’immagine per riaffermare la complementarietà tra l’aspetto femminile e quello maschile. YIN e YANG non possono esistere uno senza l’altro. In qualche momento o situazione, un aspetto può essere più evidente rispetto l’altro, ma questo non vuol dire la sua scomparsa. Il suo “germe” rimane sempre presente come ben si evidenzia nel simbolo del TAO; il punto nero, in questo caso, è ben visibile all’interno del campo bianco.

L’esagramma GOU ha come primo trigramma, quello inferiore, il Vento, come secondo quello superiore, il Cielo. L’immagine che appare è accomunata a quella del sovrano, il Cielo, che emana i suoi ordini, il Vento, manifestando la sua volontà ai sudditi dell’impero. “Il Cielo è distante dalle cose terrene, ma le mette in moto con il Vento” (Wilhelm). L’aspetto nascosto dell’immagine è il femminile (XUN - il Vento rappresenta la figlia maggiore), un solo tratto spezzato alla base dell’esagramma, l’aspetto che nelle sentenze è più presente con diverse ricorrenze: il ferro (Metallo, Giovane YIN), la vasca con i pesci (Acqua, Grande YIN), il melone, il maiale… Purtroppo, nella traduzione del Wilhelm, l’immagine del femminile risente della situazione in cui la donna si trovava alla fine del ’800, primi del ‘900. Affermazioni come “ragazza insolente”, “elemento ignobile” non le troviamo, ad esempio, nella traduzione di P.L.F. Philastre.

GOU (姤) rappresenta, nella prima parte dell’ideogramma, una donna (Wieger - Lezione 67) e nella seconda, un principe (per estensione una principessa) che notifica un ordine al popolo (Wieger - Lezione 30). Un’immagine con un atteggiamento che tende a rivolgersi più all’interno, all’aspetto femminile (attitudine YIN) dopo un periodo orientato prevalentemente all’espansione (attitudine YANG). “Quando il Cielo e Terra si vengono incontro, tutte le creature giungono alla prosperità” (Wilhelm). Farsi Incontro si potrebbe interpretare come l’attitudine del Principe che rivolgendosi ai sudditi mantiene una certa disponibilità all’ascolto e all’accoglienza; una situazione che si ritrova anche nell’esagramma 19 LIN – L’Avvicinamento.

Nella pratica di tutte le discipline possiamo accomunare quest’immagine con la capacità di cogliere o accogliere, il “frutto” del lavoro fin qui svolto, alla concretizzazione dello scopo dopo averlo raggiunto, attraverso lo studio, la pratica e l’allenamento.

Ed è proprio per questa interpretazione di GOU che nella serie degli esagrammi del calendario, lo si fa coincidere al periodo della Tarda Estate abbinandolo all’Elemento Terra, alla produzione, alla fruttificazione, il periodo in cui si raccolgono i frutti, si mietono i cereali e il foraggio per poi immagazzinali (Autunno - Elemento Metallo) preparando le scorte per l’Inverno (Elemento Acqua).


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L'incenso: quel buon odore di santità

di Georges Charles
traduzione di Paolo Raccagni

In Cina, profumo ed incenso sono indicati dallo stesso carattere: XIANG 香. L'importanza di questa sostanza aromatica, che noi bruciamo in modo rituale da diversi millenni allo scopo di purificare un luogo consacrato od un locale, è tale che il carattere rappresenta ancora una chiave, o radice, essenziale della scrittura cinese classica (radice o radicale 186 di KANGXI o KANG HSI). Nella sua forma più antica questo carattere rappresenta una bocca, dunque la capacità di esprimere, di comunicare, sormontata da una pianta, o da un piccolo albero, che produce una moltitudine di goccioline di latte.

XIANG in cinese antico rappresenta dunque "l'essenza che permette la comunicazione". Questo stesso carattere designa inoltre il profumo della virtù, la buona reputazione (il buon nome), il buon esempio... ed in una certa misura la "buona fama". Un luogo nel quale brucia l'incenso non può dunque essere "malfamato". Per estensione rappresenta ciò che è collegato al culto, al tempio, al monastero e designa finalmente l'epiteto buddista. Ossia la buona reputazione dell'incenso in Cina e per ripercussione, in tutto l'Estremo Oriente fino al Medio Oriente.
XIANG è uno dei qualificativi i più elogiativi che si possa usare... in quanto evoca semplicemente il "buono odore di santità". Questo termine, sia nella letteratura classica che nella poesia, permette, in senso proprio o figurato, di "incensare" il soggetto. Cosicché il Maestro Kong (Kongzi, Kongfuzi o Confucio) parlando di un governo ideale afferma "... il quale deve esalare un odore d'incenso". XIAN YEN "Bellezza d'Incenso" indica, nel Libro delle Odi, la beneamata lontana sognata dall'ufficiale in guerra. Ciò rappresenta sia un ricordo che una sensazione quasi fisica di una presenza profumata. Il vecchio gioiello della corona britannica, Hong Kong, si pronuncia e si scrive, in realtà, XIAN GANG... la "Porta dell'Incenso". Questo luogo è stato, malgrado la sua aridità, considerato come il più favorevole dai praticanti di FENG SHUI i quali non si sono affatto sbagliati. Se però prendete il traghetto che collega KOWLOON, i "Nove Draghi" ad Hong Kong, dunque a Victoria, una sera d'estate comprenderete che si tratta di una semplice metafora o, come dicono i nostri amici inglesi, di un "understatement"! Pertanto quando si sa che XIANG si traduce stimato, redditizio, apprezzato, favorevole ai buoni affari, XIAN GANG esala molto più volentieri l'odore di "GANG ZHI", i dollari locali.

Dei Riti Millenari
Ad Hong Kong come anche in Cina, il quindicesimo giorno della ottava luna è uso bruciare, in modo rituale, dell'incenso all'interno dei templi, sia buddisti che taoisti o confuciani, in onore degli Spiriti del Cielo, mentre il trentesimo giorno della settima luna si brucia l'incenso in favore degli Spiriti della Terra. Infatti, per soddisfare questi spiriti sottili, ossia le trentaseimila divinità del Panthéon cinese, si brucia dell'incenso tutti i giorni, a casa propria ed almeno una volta all'anno al tempio. Questa "Buona Fama" dell'incenso non è evidentemente solo per la Cina in quanto tutto l'oriente lo considera la più bella offerta che si possa fare a Dio, qualunque sia il Suo Nome. Pure coloro che, per integralismo, diffidano del profumo perché invenzione del diavolo o, peggio ancora, della donna e ne sconsigliano l'uso agli adepti della fede, non possono che inchinarsi davanti all'incenso. "Il profumo inebria e cattura ma l'incenso purifica, santifica e libera" si dice volentieri in casa dei Copti d'Egitto. L'incenso è il dono più prezioso fatto dal Magio Gaspare a Gesù Bambino, mentre Melchiorre e Baldassarre offrono della mirra e dell'aloe, tuttora utilizzate per delle fumigazioni rituali. Nel Cantico dei Cantici, i seni della beneamata sono chiamati "Collina dell'Incenso" e l'altro "Montagna della Mirra". Ritroviamo così l'antico carattere cinese che utilizza delle gocce di latte, simbolo di maternità ... dunque di creazione.

Dal sacro al profano
Secondo Plinio il Vecchio, i Greci chiamavano l'incenso Scriba, come dire "segreto" ed i Minoici sembrano essere stati i primi mercanti d'incenso. Egli afferma che soltanto gli Arabi hanno il privilegio di vendere l'albero dell'incenso e che solo tre famiglie possono pretendere, in via ereditaria, il diritto di sfruttamento e di vendita di questa resina sacra. Egli distingue l'incenso maschio dall'incenso femmina e spiega che il prezzo di questa sostanza è esorbitante per il semplice fatto che occorre mettere in conto più di sessantacinque tappe di cammello, circa 3.600 Km prima di arrivare al porto di Gaza in Giudea dove verrà finalmente spedito a Roma. Giunto a destinazione sarà bruciato (incensum - da cui il suo nome attuale) sull'Altare dell'Olocausto. Una tradizione romana molto antica vuole che sia consumato nel sacrum (osso sacro) dell'animale sacrificato a Dio. I preti avevano probabilmente notato che questo osso, oltre alla sua forma scavata "imbarcata" ha numerosi fori che favorivano la combustione dei carboni ardenti.
L'incenso fu, in seguito, utilizzato all'esterno dei templi per evitare la propagazione delle pestilenze, dunque delle epidemie e delle malattie infettive. Ippocrate lo prescrive per questo uso particolare. Di conseguenza l'incenso diventa un medicamento utilizzato per le fumigazioni profane perdendo poco a poco il suo carattere sacro. Del resto per secoli sarà il solo modo efficace per profumare e risanare un luogo. Per la cura del corpo entra nella composizione di numerosi unguenti dove il più conosciuto, tuttora utilizzato dai nostalgici hippy o fricchettoni rimane il patchouli indiano.

Nella tradizione Aiurvedica è il profumo preferito da Vishnu e patchouli significa semplicemente in bengalese "incenso liquido". In quanto alla mirra, sua vicina cugina, una leggenda racconta che Myrrha, figlia del re Kyrinas di Cipro, l'isola dei profumi, ebbe con quest'ultimo, uomo bellissimo, dei rapporti incestuosi. Gli dei come punizione la trasformarono in un arbusto dalla cui essenza profumata nacque Adone. Con tali referenze universali l'incenso non può essere che un poco magico!


C'è incenso ed incenso...
Originariamente l'incenso era l'essenza prodotta da un piccolo albero della famiglia delle trementine, la Boswelia sacra. Per estensione questa denominazione d'incenso s'allarga ad altre resine pure come l'oliban (Boswelia thurifera), la mirra (Comiphora molmol e Comiphora abyssinica), il benzoino (che raggruppa anch'esso diverse resine come il benzoino del Siam (Styrax benzoino), il benzoino di Sumatra (Styrax oppoponax), il benzoino del Vietnam (styrax Tonchinese)...) ed egualmente alla resina del Balsamodendron opolbasamum e gileadense così come la resina del Commiphoro opobaslanu conosciuta altrimenti, come in profumeria, sotto il nome di Balsamo della Mecca, Balsamo di Giudea o Balsamo di Gilead.

Da sempre l'incenso designa dunque principalmente una resina aromatica il cui profumo si esala da una lenta combustione su dei carboni ardenti o eventualmente su una pietra riscaldata fino a diventare incandescente. L'arte del profumiere e la sua conoscenza delle differenti resine gli permette, grazie ad una infinità di miscele sottili, di dosare questi incensi in funzione della loro utilizzazione o destinazione. Così il benzoino passa per "fissare lo spirito" ed accrescere la concentrazione intellettuale; la mirra, al contrario, è più sensuale mentre che l'oliban, conosciuto per il suo carattere mistico, è utilizzato per le cerimonie di carattere sacro.
Secondo Jean-Pierre Bousquet la mirra è l'incenso che favorisce principalmente il risveglio dell'energia Yin, della polarità femminile. Esso agisce sulla struttura psichica e permette di sviluppare una più grande sensibilità alla realtà del mondo esteriore e a meglio sentire le energie che emana. Permette di combattere la confusione tra realtà ed illusione ed aiuta a sviluppare la forza interiore. Esso è ugualmente utilizzato per la tendenza che consiste nel lasciarsi andare agli eventi. L'oliban, al contrario, è l'incenso che favorisce il risveglio delle energie Yang, della polarità maschile. Esso agisce sulle strutture in modo da sviluppare la volontà, la stima di se, la determinazione e la capacità di dirigere.

In Cina si distinguono ancora sei tipi di miscela d'incenso: la tranquilla, la reclusa, la lussuosa, l'estetica, la raffinata, la nobile. E' dunque possibile concepire una miscela propizia alla meditazione, un'altra che favorisce il lavoro intellettuale, o adatta a purificare un luogo, o permettere il sonno, o al contrario la veglia, propiziatorio nelle cerimonie religiose o civili, alla consacrazione di un rito o a risvegliare un desiderio. Tutto ciò è in funzione della scelta di un'essenza o di un dosaggio. E' così possibile aggiungere, ciò che si fa quasi abitualmente, delle sostanze aromatiche, delle essenze degli estratti che sottolineano o accrescono le particolarità di qualsiasi miscela.


L'imbarazzo della scelta
In passato, ma ancora adesso, questi incensi naturali sono prodotti, raccolti, preparati, miscelati da diverse congregazioni religiose, di tutte le tendenze e di tutte le confessioni che le utilizzano per talune loro funzioni. Possiamo così trovare dell'incenso buddista tibetano, dell'incenso buddista indiano, dell'incenso buddista giapponese, dell'incenso buddista tailandese che possiedono delle specifiche particolari, di sovente in rapporto con le aspirazioni particolari dei praticanti di questi diversi paesi. L'incenso giapponese sarà, in qualche modo, semplice e scarno, mentre l'incenso tibetano sarà un poco più complesso e misterioso. Ciò che è vero per il buddismo lo è anche per il cattolicesimo e per gli altri. Un incenso "ortodosso" non sarà assimilabile ad un incenso "progressista".

La preparazione dell'incenso è un'arte sottile che può portare a degli errori grossolani poiché un incenso preparato per una grande cerimonia funebre non sarà certo adatto per profumare la propria sala da pranzo prima della visita di un buontempone. Il fatto di bruciare dell'incenso su dei carboni ardenti gli conferiscono sempre un senso rituale che non possiedono ne i coni ne i bastoncini. Conviene anche sapere dosare i grani di resina per non trovarsi rapidamente in una caligine impenetrabile con il rischio di vedere i vicini chiamare i pompieri. Tuttavia con un poco di abitudine, si riesce assai rapidamente a trattare l'incenso da veri conoscitori che niente potrà rimpiazzare. C'è lo stesso rapporto tra l'incenso vero in grani e l'incenso in bastoncini e in coni che tra il tè in foglie od il tè in bustine, se non il solubile profumato con essenze artificiali di frutta. E' piacevole ma è ancora del tè?


L'incenso facile: i bastoncini, chiodi, coni, spirali ... e carta d'Armenia
Gli Asiatici e gli Orientali sono gente di grande inventiva e praticità. Essi hanno dunque ricercato per diversi secoli il modo di utilizzare l'incenso con minori costrizioni... soprattutto quando si tratta di un utilizzazione quotidiana e comune che non necessiti di implicazioni troppo personali o troppo ufficiali.
Essi continuano utilizzare l'incenso naturale in grani, o gocce, per grandi cerimonie ma preferiscono più solitamente, per maggiore comodità, l'uso di bastoncini, di spirali, di chiodi fumanti. Si tratta solitamente di una misura economica ben comprensibile: si vuole ben onorare giornalmente gli dei, gli antenati, i templi, i santuari, ma non si può consacrare tutta questa fortuna. E' dunque naturale cercare e trovare il modo il più efficace per restringere il costo della produzione e soprattutto d'utilizzazione dell'incenso.

La resina d'incenso (oliban, benzoino, mirra...) triturata finemente poi miscelata ad un supporto combustibile costituito da diversi materiali: inflorescenze secche d'artemisia, utilizzate da millenni in agopuntura per praticare la moxibustione, segatura di legno, carbone di legno essiccato, carta arrotolata, miscela di nitrato di potassio per mantenere e facilitare la combustione lenta della miscela. Questo supporto è più o meno poroso ed è possibile aggiungere delle essenze profumate o dei profumi di sintesi. Al fine di mantenere la coesione dell'insieme quando si tratta di bastoncini o di spirali si utilizzano dei bastoncini vegetali di bambù o di achillea. Le loro forme e le loro taglie possono variare considerevolmente fino ad assumere la consistenza di una enorme serpentina pesante fino ad un quintale ed utilizzate in numerosi templi in Cina, fino a dei fragili bastoncini di qualche millimetro di spessore come solitamente producono i Giapponesi.

Gli Occidentali, da parte loro, utilizzano volentieri una forma assai pratica d'incenso che consiste in finissimi fogli di carta comune denominati carta d'Armenia. Questo incenso particolare è allora di migliore qualità di un buon numero di bastoncini a buon mercato e permette un'utilizzazione molto facile e pratica in modo da averla sempre con se anche nel proprio portafoglio. E' indispensabile per tutti coloro che si spostano di sovente e di solito purificano gli ambienti che occupano temporaneamente, come le camere d'albergo o le camere di amici che non sono areate spesso. Questa carta d'Armenia è indispensabile nelle stanze aerate per climatizzazione e dove le finestre non possono essere aperte. E' ugualmente utile per le vetture prese a noleggio. E' un modo come un altro per eliminare il ricordo energetico e spesso olfattivo del precedente utilizzatore.


Bruciare con una certa moderazione...
L'incenso di mediocre qualità è prodotto con della segatura di legno, della colla, del nitrato di potassio e del profumo di sintesi a basso prezzo... Come dire che non è per forza un beneficio per i polmoni né per lo psichismo. Sono solo utili, probabilmente, ad allontanare le entità malevoli sensibili e delicate che le sopportano meno di quelle abituate a questo tipo di fumigazione assai simile a quelle prodotte da serpentini di piretro (zampironi) che allontanano le zanzare. In una certa misura è meglio versare qualche goccia del vostro profumo preferito su una lampada o su una piastra della vostra cucina...

Fortunatamente esiste ancora qualche produttore serio e onesto, di solito un artigiano, che produce dei bastoncini e dei coni discreti. I coni ed i bastoncini giapponesi, di solito a sezione quadrata, sono assai apprezzati e permettono di profumare gradevolmente una stanza o un luogo della pratica. Questo incenso di buona qualità porta spesso la dicitura "essenza naturale". Malauguratamente in giapponese o in sanscrito! L'indicazione "Natural Incense" è già un punto a favore. Per quanto concerne i famosi bastoncini conviene sapere che in Cina, in Giappone, in Vietnam ed in Corea si utilizzano ancora in numero dispari (1, 3, 5, 7, 9...). A meno che non si tratti di una offerta ad un defunto nel qual caso si utilizzano in numero pari (2, 4, 6, 8...). A meno che non si voglia bruciare dell'incenso sull'Altare degli Antenati o davanti al monumento ai caduti del vostro Comune è dunque preferibile utilizzare un solo bastoncino al massimo tre, che in una stanza chiusa di dimensioni normali è già sufficiente.

L'incenso, insieme al sale, è una delle sostanze più purificatrici utilizzate sul piano sottile. Conviene dunque non esitare ad usarlo se esistono delle perturbazioni non definite in una stanza o in una casa e a maggior ragione in un luogo di culto. E' facile comprendere che un tempo le chiese lo utilizzavano per numerosi culti che rigeneravano il luogo in permanenza: battesimi, comunioni, confermazioni, ordinazioni, matrimoni ... Quelle che al contrario sono chiuse da tempo, o che servono soltanto, o quasi, a celebrare dei funerali finiscono per accumulare delle energie assai sfavorevoli che sono raramente espulse. In questo caso, solo l'incenso ed il rituale possono permettere di liberare il luogo sacro da questa pesante influenza. Siccome l'incenso si eleva verso il cielo, esso trascina con se queste energie e in un certo qual modo, malgrado il fumo, deterge l'ambiente. L'uso dell'incenso non è dunque limitato da quello che si fa da tempo e non è necessariamente sinonimo di un trascorso passato ma è proprio un ottimo modo per legare i diversi piani della realtà.


Moxibustione
Moxibustione (Jiu o Tchiou): dal giapponese Moe Kusa (Mogusa) semplificato in Moxa il cui significato è semplicemente artemisia. Si tratta in realtà di una cauterizzazione, più o meno forte, effettuata per mezzo di un piccolo cono o di una piccola pallina di artemisia comune (Artemisia Vulgaris) o di un'altra qualità d'artemisia come l'Artemisia Annua. Quest'ultima allontana le zanzare più efficacemente del piretro e contiene una sostanza, l'artemisina, utilizzata per trattare il paludismo. L'artemisia bruciata ad una temperatura ideale ed in modo costante permette di riscaldare certi punti di agopuntura a scopo terapeutico. Il fumo prodotto dall'artemisia è anche altamente purificante ed è utilizzato in Cina, come in tutto l'Estremo Oriente, durante riti d'esorcismo ma può alla lunga provocare dei problemi respiratori, delle cefalee o emicranie. È dunque da utilizzare con precauzione.

Praticamente in estate (il giorno di San Giovanni) si raccolgono le inflorescenze cotonose della pianta che si trova generalmente in terreni umidi (in particolare ferrovie abbandonate). Si fa seccare questa specie di schiuma, poi si rotola tra le dita fino ad ottenere una pallina o un cono ed infine si fa bruciare. L'artemisia si consuma lentamente e produce un leggero fumo bluastro. È possibile anche trovare dei rotoli d'artemisia destinati alla moxibustione nei negozi dove vendono materiale per agopuntori. Questo rotoli assomigliano a grossi bastoncini d'incenso e bruciano molto lentamente.

Sono dunque particolarmente consigliati nell'ambito del Feng Shui per purificare, in modo profondo, un luogo sospetto di portare energie perturbatrici. I Gui (Kouei) hanno orrore di questo fumo che, in origine, come l'ago dell'agopuntore, era destinato a scacciare i "tredici demoni" (L'Agopunture Chinoise di Jacques Lavier Ed. Henri Veyrier). Questo dà un'idea della sua efficacia. L'artemisia possiede lo stesso effetto sui Gui (Kouei) cinesi che l'aglio e i crocifissi su vampiri dei Carpazi, ma sono rari coloro che lo sanno.

1 QIAN – 乾: Lo Slancio Creativo, il Cielo

di Paolo Raccagni

Gli Esagrammi del Calendario sono una sequenza d’immagini legata alla “simbologia” dei mesi dell’anno e sono parte integrante dell’YI JING, testo essenziale (JING) della cultura cinese, formato da sessantaquattro immagini che prendono forma da un tratto spezzato (YIN) e da un tratto intero (YANG). Con la combinazione di questi due tratti, a gruppi di sei, si ottiene una serie di dodici immagini che esprimono la proporzione tra YIN e YANG, ovvero il cambiamento del rapporto tra luce e ombra nell'arco dell'anno. A differenza degli altri esagrammi, le linee di questi dodici non sono mischiate tra loro, ma restano contigue in una successione progressiva che porta al riempimento dell'immagine fino al suo culmine. Il tratto intero cresce nel periodo Primavera-Estate, il tratto spezzato durante l'Autunno-Inverno.

L'esagramma di questo periodo, tra inizio Giugno e inizio Luglio, è QIAN (乾 - Ricci 767), lo Slancio Creativo, il Cielo. È il primo dei sessantaquattro esagrammi che compongono Il Libro delle Mutazioni, YIJING, ed è formato da sei tratti interi posti uno sopra l'altro. È il Solstizio d’Estate. Se nella tradizione occidentale il Solstizio d'Estate rappresenta l'inizio del periodo estivo, nella tradizione cinese è l'apice, la massima espressione della stagione iniziata quarantacinque giorni prima. Il segno rappresenta, nell’ambito dei Cinque Movimenti, il Fuoco (HUO 火 ), il fiorire e la maturazione dei frutti, la “crescita” (ZHANG 長), il Sud, dunque l’Estate.

Il suo stato identifica il punto più alto dell’espressione energetica dello Yang, il Grande YANG (TAI YANG), il sole a mezzogiorno, il “fuoco” della giovinezza. È anche il punto in cui lo YANG, raggiunto l’apice, inizia il suo declino verso l’estremo opposto, il Grande YIN (TAI YIN). Questo è il punto da cui l’energia inizia a concentrarsi per diventare materia. Il movimento del Fuoco è verso l’alto e, come le fiamme di un incendio, tende a diffondersi e propagarsi ovunque. Nell’energetica classica, a livello del corpo umano, il Cuore (XIN 心) esprime la stessa energia dell’Estate. Il Cuore permette la corretta circolazione del sangue, veicolo del Soffio Vitale (QI 氣), è la sede della coscienza e del discernimento, ma anche degli spiriti (SHEN 神) che animano la nostra vita e attraverso essi, il Cuore, l’Imperatore (WANG 王), comunica con il Cielo.

L’ideogramma QIAN rappresenta, nella sua grafia antica, i raggi del sole che penetrano attraverso i rami e le foglie della vegetazione; il terreno, riscaldato, emana dei vapori che tendono verso l'alto formando delle nubi (Wieger - Lezione 117D) dunque, per estensione, il dinamismo del Cielo, il sole del mattino che solleva le nebbie, l'alba.

L’esagramma QIAN, il Cielo sopra il Cielo, precede, nell'ordine degli esagrammi, KUN la Terra. Nella cosmogonia del Pensiero Tradizionale Cinese non esiste “creazione” o un Creatore, come nella visione giudaico-cristiana, ma è il gioco dell'alternanza delle due polarità, YIN e YANG che danno vita alla totalità del reale. Sono le porte (MEN 門) attraverso cui tutto passa. Sono “… le due istanze che troviamo al principio della realtà, perché questa… non deve la sua generazione all'azione personale , oscura, invisibile, di un volere divino trascendente, ma all'interazione spontanea di due poli di cui constatiamo semplicemente l'esistenza dal momento in cui alziamo e abbassiamo gli occhi: Il Cielo e la Terra che offrono un quadro alla realtà nella sua interezza” (F. Jullien).

Riguardo al simbolismo delle immagini dell'YI JING, racchiuso in QIAN troviamo il Drago. Animale mitico sia per la tradizione orientale che per quella occidentale, il Drago (LONG 龍) è il simbolo della Potenza Celeste, dell'Imperatore, dello YANG, dell'Essenza Maschile. Nella tradizione orientale rappresenta, contemporaneamente, la possibilità e il pericolo, il risveglio e l’incoscienza, il sacro ed il profano (vedi anche I Quattro Animali dei Palazzi Celesti). Porta conoscenza e sapere, irriga i campi con le piogge primaverili (il Drago Verde è legato alla Primavera dunque all'Energia del Legno), ma può anche sollevare il mare, con un colpo di coda, e provocare tempeste che distruggono le coste e affondano le navi di coloro che si fanno beffe dei suoi insegnamenti. Il suo volo pacifica l'universo.

Se vogliamo riferire il susseguirsi dei sei YAO, le linee che formano l'esagramma, al comportamento umano, corrisponde al percorso personale verso l’affermazione di se, anche in ambito sociale (vedi anche I sei Draghi volano in Cielo). Affermazione che secondo i canoni confuciani, si conquista attraverso la rettitudine e l’integrità morale. Questo cammino può essere accomunato ad un percorso iniziatico, “la via dell'eroe o del saggio nascosto” (Wilhelm) che si sviluppa verticalmente, in sei fasi successive, e che porta l'uomo comune alla sua realizzazione.
 
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43 GUAI – 夬: Mostrarsi Risoluti, lo Straripamento

di Paolo Raccagni

Gli Esagrammi del Calendario sono una sequenza d’immagini legata alla “simbologia” dei mesi dell’anno e sono parte integrante dell’YI JING, testo essenziale (JING) della cultura cinese, formato da sessantaquattro immagini che prendono forma da un tratto spezzato (YIN) e da un tratto intero (YANG). Con la combinazione di questi due tratti, a gruppi di sei, si ottiene una serie di dodici immagini che esprimono la proporzione tra YIN e YANG, ovvero il cambiamento del rapporto tra luce e ombra nell'arco dell'anno. A differenza degli altri esagrammi, le linee di questi dodici non sono mischiate tra loro, ma restano contigue in una successione progressiva che porta al riempimento dell'immagine fino al suo culmine. Il tratto intero cresce nel periodo Primavera-Estate, il tratto spezzato durante l'Autunno-Inverno.

L'esagramma di questo periodo, tra inizio Maggio e inizio Giugno, è GUAI, (夬 - Ricci 2761), La Risolutezza, il Mostrarsi Risoluti o lo Straripamento; è il numero 43 dell'insieme dei sessantaquattro esagrammi che compongono Il Libro delle Mutazioni, YIJING, ed è formato da cinque tratti interi posti alla base e uno spezzato, come ultimo tratto, che ricopre l’esagramma. Questo è il periodo dell’anno che anticipa il Solstizio d’Estate. La Primavera ha lasciato il posto al periodo estivo, l’ultimo tratto YIN sta per essere espulso per fare posto al sesto tratto YANG. Il segno rappresenta l’avvicinarsi del “traguardo”, l’approssimarsi al raggiungimento di un progetto, ma al conseguimento del nostro scopo si oppone un ostacolo, la forte tensione che accumulata per lungo tempo si trasforma in un eccesso (YANG) che, se non adeguatamente controllato, può portare a un esito fatale per il nostro programma.

L’esagramma GUAI ha come primo trigramma, quello inferiore, il Cielo, come secondo quello superiore, il Lago. Entrambi tendono verso l’alto creando una tensione che se trattenuta per lungo tempo può, come un fiume in piena (l’Acqua sopra il Cielo), rompere gli argini e inondare tutta la pianura distruggendo il lavoro di una vita. La situazione raccontata dall’immagine è il momento in cui occorre prendere una decisione, il tempo dell’attesa è finito, si deve agire con determinazione ed efficacia. Romper gli indugi e “tagliare e gettar fuori” (F. Jullien cita Wang Chuanshan o Wang Fu Zhi – 1619-1692) il fattore negativo, in questo caso rappresentato dal tratto YIN in alto, divenuto un ostacolo alla “trasformazione” o al compimento del nostro scopo.

L’ideogramma GUAI rappresenta, nella sua grafia antica, una mano che con un colpo d’ascia taglia in due parti un oggetto (L. Wieger – CHUEH: Lezione 43 O). Dunque un atteggiamento deciso, la presenza di un’“arma”, che non si rivolge contro qualcun altro, ma che compie un lavoro, dunque un’azione. “La risolutezza deve basarsi sull’unione della forza e della gentilezza” (Wilhelm).
La forza è rappresentata in questo caso dal Cielo, e la gentilezza dal Sereno, l’immagine del Lago. Dunque non la “cieca temerarietà” ma la risolutezza e la prudenza ci permette di essere pronti a cogliere il momento opportuno per l’azione che porterà al conseguimento del risultato. “Seta e Acciaio” è l'atteggiamento che dovrebbe accompagnare il praticante di Arti Marziali, Interne ed Esterne, ma anche il “guerriero” che c'è in noi tutti.
Ed è proprio verso questo guerriero che il commento alla sentenza, riportato da Wilhelm, pone l’accento. Un combattimento che deve essere portato verso se stessi, contro le nostre passioni “capaci di ottenebrare la ragione” e contro i nostri difetti. Questa lotta deve essere condotta senza armi, con prudenza e serenità, non in modo diretto, altrimenti passioni e difetti saranno sempre vittoriosi. Occorre dunque lavorare sul proprio carattere, senza irrigidirsi, “mantenendosi aperti agli influssi esterni attraverso un costante e severo esame di coscienza”.

Nella serie degli esagrammi del calendario lo Straripamento è l'immagine che anticipa il Solstizio d’Estate (1 - QIAN, Lo Slancio Creatore, il Creativo). Per i Cinesi dell’antichità questo momento dell’anno è già Estate, poiché il Solstizio è l’apice di questa stagione, iniziata 45 giorni prima. L’energia del Fuoco caratterizza la stagione con la sua estrema dinamicità, espansione e tendenza verso l’alto. Nel Ciclo di Generazione degli Elementi della Tradizione Cinese, il Fuoco è generato dal Legno, la Primavera, e a sua volta genera la Terra, la Tarda Estate.


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34 - DA ZHUANG: La Potenza del Grande


di Paolo Raccagni

Gli Esagrammi del Calendario sono una sequenza di immagini legata alla “simbologia” dei mesi dell'anno e sono parte integrante dell'YI JING, testo essenziale (JING) della cultura cinese, formato da sessantaquattro immagini che prendono forma da un tratto spezzato (YIN) e da un tratto intero (YANG). Con la combinazione di questi due tratti, a gruppi di sei, si ottiene una serie di dodici immagini che esprimono la proporzione tra YIN e YANG, ovvero il cambiamento del rapporto tra luce e ombra nell'arco dell'anno. A differenza degli altri esagrammi, le linee di questi dodici non sono mischiate tra loro, ma restano contigue in una successione progressiva che porta al riempimento dell'immagine fino al suo culmine. Il tratto intero cresce nel periodo Primavera-Estate, il tratto spezzato durante l'Autunno-Inverno.

L'esagramma di questo periodo, tra inizio Aprile e inizio Maggio, è DA ZHUANG, 大壯, La Potenza del Grande o La Grande Forza; è il numero 34 dell'insieme dei 64 esagrammi che compongono Il Libro delle Mutazioni, YIJING, ed è formato da quattro tratti interi posti alla base e due tratti spezzati che li ricoprono. Gli esagrammi sono composti tradizionalmente da due trigrammi sovrapposti che in questo caso rappresentano il Cielo, lo YANG, il movimento che sale, il trigramma inferiore, e il Tuono, espressione della forza, il trigramma superiore. Entrambi hanno un movimento ascendente conforme al moto Primaverile che caratterizza il periodo.

L'ideogramma di DA ZHUANG si divide in due immagini, un uomo adulto con il significato di grande e un altro elemento grafico che rappresenta un guerriero che richiama la forza. L'uomo è un adulto (大 DA – Ricci 4621 – grande, importante, nobile), nel pieno del suo vigore, rappresentato in piedi, ben piantato sulle gambe e con le braccia aperte che estende come per voler abbracciare il mondo; un immagine questa che richiama il simbolismo della Croce o il Cristo Redentore. L'ideogramma DA (大) evolve in FU (夫), l'Uomo realizzato, in TAI (太) assumendo il senso di “il più grande”, “supremo”, per poi “trasformarsi” in TIAN (天), il Cielo. L'altra immagine che segue (壯 ZHUANG – Ricci 1219) è composta dalla parte sinistra di un albero (MU木 – 木) tagliato (L. Wieger) o un utensile tagliente come una lama o un'alabarda (Ricci), tra le mani di un uomo importate (士 SHI - Ricci 4354 – uomo istruito, ufficiale, guerriero, saggio), un generale, ancor meglio un saggio. La composizione di questi “pittogrammi” dà il senso di “grandezza” e “vigore” che esprime l'esagramma del mese, ma la Forza del Grande Uomo (DA 大), dell'Uomo realizzato attraverso la conoscenza della sua arte (GONG FU功夫), del Santo ( SHI士) “... è proprio quella che non degenera in mera violenza, ma resta interiormente connessa con i principi del diritto e della giustizia” (commento alla sentenza dell'esagramma 34 del YIJING, riportata da R. Wilhelm).

Nella serie degli esagrammi del calendario la Potenza del Grande è l'immagine successiva all'Equinozio di Primavera (11 - TAI, La Pace). Dunque la Primavera, iniziata il giorno del capodanno cinese, è nel pieno della sua espansione e l'energia del Legno caratterizza questa stagione con la sua dinamicità, capacità di espandersi ed esternarsi. Legato al risveglio, alla nascita, alla rinascita, possiamo definire il Legno come “lo slancio vitale”. Nel Ciclo di Generazione degli Elementi della Tradizione Cinese, il Legno è generato dall’Acqua, l'Inverno, e a sua volta genera il Fuoco, l'Estate. L’emblema dell'ideogramma Legno (MU – 木) rappresenta una pianta, un albero, che si slancia verso l’alto (Cielo, YANG, Estate), ma che rimane ben radicata al suolo (Terra, YIN, Inverno). Nella giornata è il mattino, l’alba, il sorgere del sole. Nell’Uomo è la nascita, l’infanzia.

Esotericamente il Legno è “uscire alla luce”, dunque, rinnovamento, nascita, ma anche, per estensione, rinascita, resurrezione dopo la morte; e non è un caso che il periodo pasquale cada in questi giorni dell'anno. La Pasqua che significa passaggio, rappresenta per il cristiano proprio la “trasformazione” dell'Uomo, operata attraverso il Legno della Croce e il Metallo dei chiodi e della lancia (o alabarda), in un essere Divino o Celeste.



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11 - TAI: La Prosperità, la Pace


di Paolo Raccagni
Gli Esagrammi del Calendario sono una sequenza di immagini legata alla “simbologia” dei mesi dell'anno e sono parte integrante dell'YI JING, testo essenziale (JING) della cultura cinese, formato da sessantaquattro immagini che prendono forma da un tratto spezzato (YIN) e da un tratto intero (YANG). Con la combinazione di questi due tratti, a gruppi di sei, si ottiene una serie di dodici immagini che esprimono la proporzione tra YIN e YANG, ovvero il cambiamento del rapporto tra luce e ombra nell'arco dell'anno. A differenza degli altri esagrammi, le linee di questi dodici non sono mischiate tra loro, ma restano contigue in una successione progressiva che porta al riempimento dell'immagine fino al suo culmine. Il tratto intero cresce nel periodo Primavera-Estate, il tratto spezzato durante l'Autunno-Inverno.

11 - TAI: La Prosperità, la Pace
L'Esagramma che rappresenta La Prosperità, la Pace, è costituito da tre tratti interi (YANG) e tre tratti spezzati (YIN). Il trigramma inferiore, formato dai tre tratti interi, rappresenta il Cielo (QIAN) e quello superiore la Terra (KUN). Questo non vuol dire che il mondo sia sotto-sopra, ma che le due energie si sono completamente “fuse” l'una nell'altra.

L'esagramma del calendario di questo periodo, tra inizio Marzo e inizio Aprile, è TAI (泰 Ricci 4667), la Prosperità. L'ideogramma rappresenta, nella sua forma arcaica, un uomo che lotta nell'acqua, un fiume in piena, una inondazione (Wieger - Lezione 47 O), da qui il concetto di grande, enorme, estremo che non manca di ricondurci ad un altro carattere, TAI (太 Ricci 4660) più conosciuto tra i praticanti del TAI JI QUAN(太極拳). Sempre sul dizionario Ricci della lingua cinese, per quanto riguarda il Libro delle Mutazioni, troviamo questo significato: “Prosperità, sviluppo armonioso, momento ove i contrari comunicano”; e proprio per questo aspetto di armonia e comunicazione che l'esagramma di questo periodo è conosciuto anche con il nome di Pace.

Nell'ambito degli Esagrammi del Calendario in TAI, la lunghezza del giorno equivale a quella della notte: siamo dunque nell'Equinozio di Primavera (21 Marzo). La Primavera ha raggiunto il suo apice e sta evolvendo verso l'Estate, ma questo non comporta che l'inverno sia completamente uscito (i tre tratti yin, in alto, stanno uscendo dall'esagramma) dal periodo stagionale.

TAI rappresenta, dunque, l'armonia del Cielo e della Terra che nel movimento hanno scambiato la loro posizione. Questo scambio permette il “passaggio”, la “comunicazione”, da un polo all'altro: il Cielo, YANG nella sua natura, tende verso l'alto, la Terra, YIN, tende verso il basso. Uno limita l'esuberanza dell'altro sino a trovare il giusto equilibrio tra loro e, per estensione, tra il tempo (Cielo) e lo spazio (Terra). Tutto ciò si traduce nell'equilibrio tra i prodotti del tempo e il luogo di produzione e questo equilibrio si manifesta nell'aumento del raccolto, nella Prosperità (R. Wilhelm).

Ma il Cielo è anche ciò che è grande e la Terra ciò che è piccolo; dunque il grande e il piccolo “comunicano”; il saggio governante ascolta i bisogni del popolo e il popolo si adopera per soddisfare le richieste del sovrano, facendo cessare così ogni ostilità. Se nell'esagramma precedente, LIN - L'Avvicinamento, il dignitario rivolge il suo sguardo accondiscendente al suddito, ora si “attiva” per far propri i bisogni dell'altro; dunque lo scambio non è nel ruolo ma nella reciprocità di questa sovrapposizione (F. Jullien).

TAI è all’Undicesimo posto dell'ordine degli esagrammi, numero che nella tradizione numerologica cinese assegna il valore qualitativo a ciò che sta in mezzo che non può essere catalogato, dunque straordinario. Trovandosi tra il Dieci (5+5 o 5x2) e Dodici (6+6 o 6x2), due numeri che identificano l'Unità ritrovata (il Dieci) e l'organizzazione del sistema di regole (il Dodici), l'Undici rappresenta tutto ciò che è al di fuori di queste regole, dalle abitudini e dalla normalità. Rappresenta ciò che non è racchiuso nello spazio e nel tempo regolamentati; descrive ciò che esce dall'abituale ma che fa sempre parte dell'Unità (TAO). Attraverso questo Numero possiamo, dunque includere tutte le varianti che altrimenti non potremmo classificare.

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