di Paolo Raccagni
Nella pratica del QI GONG della Scuola SAN YI QUAN si fa riferimento spesso a ad una serie di Coppie Simboliche. Queste coppie formate da termini tra loro opposti aiutano e accompagnano il praticante nel portare l'attenzione o intenzione, alla sensazione da ricercare in quell'attimo della pratica. Questa sequenza di Coppie Simboliche è tipica dell'esercizio "Appoggiarsi allo Yin e Abbracciare lo Yang" dove sono citate nel particolare, ma le possiamo trovare in tutti gli esercizi e concatenamenti dei vari stili di QI GONG.
"Il QI GONG non è altro che alzare e abbassare le braccia tutto il resto è poesia"
(Citazione di un grande maestro di Qi Gong ma non ricordo chi)
(Citazione di un grande maestro di Qi Gong ma non ricordo chi)
Salire – Scendere
Nell’alternanza tra Yin e Yang, Salire - Scendere indica
il movimento (DONG) che anima la vita (SHENG) in tutti i suoi principi, regole e
manifestazioni. Il movimento di risalita, fase Yang, è determinato dalla “spinta”
vitale che ogni essere ha al momento della nascita e che lo accompagnerà fino
al alla sua maturità, il punto più alto del ciclo, lo Zenit. Seguirà poi il movimento
di discesa, fase Yin, dove la spinta vitale si affievolisce fino a cessare
completamente nel punto più basso del ciclo, il Nadir. Questa rappresentazione
ciclica che nella “tradizione” si raffigura attraverso il periodo circadiano,
dal sorgere del sole fino al tramonto e alla sua scomparsa dall’orizzonte, ma
anche attraverso il susseguirsi delle stagioni, descrive le varie condizioni in
cui si manifesta il Soffio, il QI. Il succedersi dello Yin e dello Yang, da una
fase discendente dove il QI andrà a condensarsi in materia e assumerà una
forma (XING), all’elevazione dove non vi sarà più forma ma solo energia (QI). Questo movimento
o dinamismo, è assimilato nei testi classici allo scorrere dell’acqua che se
mantenuta in movimento, porta nutrimento, rinnova e trasforma, dunque sostiene
la vita, se ristagna la sua capacità di portare e mantenere la vita si
esaurisce.
Nella pratica del QI GONG Salire - Scendere si può esprimere
in diverse varianti (come ad esempio: estendere - piegare, aprire – chiudere,
mobilizzare – stabilizzare, avanzare – indietreggiare, ecc.) ma con l’unico
scopo di mettere in movimento il QI e una volta che il QI è mobilizzato
dirigerlo, ovver,o utilizzarlo in un’azione utile. È possibile dare una lettura
più esoterica come “elevarsi” e “abbandonare”, non intervenire (WU WEI) o
meglio ancora agire secondo la Via, il DAO (ZIRAN la spontaneità). Questi due
termini (elevarsi e abbandonare) rievocano l’indicazione confuciana di “Sollevarsi al di sopra di se stessi e
abbandonarsi agli altri”, dove l’abbandono non è il “lasciarsi andare”
ma mettersi a disposizione (mettere al bando, imbandire) dunque essere in uno
stato di disponibilità, di apertura, sia fisica che mentale. Salire - Scendere
identifica il lavoro (GONG) di armonizzazione tra l’alto e il basso, in altre
parole stabilire un equilibrio tra il più sottile e il più concreto, tra il
Cielo e la Terra, tra Spirito ed Essenza, tra Struttura (ossa e articolazioni)
e Forma (muscoli e tendini), il tutto animato (dare un’anima) da un "movimento
efficace". Salire - Scendere, come andare - venire, avanzare - indietreggiare,... presuppone un concetto di spazio.
Inspiro – Espiro
Un’altra coppia simbolica è Inspiro - Espiro. Questa coppia
esprime un’altra visione dell’alternanza tra Yin e Yang che attraverso il
movimento respiratorio preannuncia le relazioni Interno (NEI) – Esterno (WEI),
Entrare (RU) – Uscire (CHU). Inspirazione – Espirazione evoca il movimento
(azione) dello spirito (spir) verso l’interno (in) e verso l’esterno (ex),
dunque respirare è mettere in relazione ciò che è "invisibile" (interno) con ciò
che è "visibile" (esterno) “… ed il susseguirsi
dell’inspiro e dell’espiro porta all’incarnazione del QI” (J. M. Kespi).
Anche in questo caso avvengono dei cambiamenti, delle
trasformazioni (HUA) che presuppongono un successivo passaggio, un’evoluzione. Non
sono più solo i due principi fondamentali, Yin e Yang, Cielo e Terra a essere
coinvolti ma anche la loro massima “manifestazione” nel visibile, l’Uomo.
Entrare – Uscire, in questo caso, è l’Uomo che si distingue dalle acque
mischiate del Caos iniziale (HUN DUN), appare, assume un forma, esce alla vita
(SHENG) e prende un nome (MING) per poi ritornare, rientrare, al senza - forma,
senza – nome, all’indistinto, al Caos. Entrare – Uscire, due movimenti indissolubili
tra loro, legati alla vita (SHENG) e alla morte (SI), al visibile, a ciò che è
manifesto, grossolano, e all’invisibile, a ciò che resta segreto e sottile. Si
dice che a ogni respirazione vi è una morte (espiro) e una rinascita (inspiro).
Respirare è di volta in volta portare a compimento, prima della
rinascita (Dopo il Compimento, 63° esagramma dell’ YI JING – 6+3=9 massimo dello Yang), per poi
rigenerarsi, rinascere, prima del compimento (Il non Compiuto, 64° esagramma – 6+4=10 ritorno
all’Unità fondamentale).
Riempire – Vuotare
Nella visione “tradizionale” il corpo umano risponde alla
stessa immagine dell’impero nella sua configurazione territoriale e
organizzazione del comando. In questo concetto il Cuore (XIN) è considerato sia
il Centro (ZHONG) dell’impero sia l’Imperatore (WANG). È il Centro dell’Uomo,
ove tutto emana e tutto converge, è la sua vita, la sede delle sue emozioni e
dei suoi affetti, … ed è per mezzo del Cuore che l’Uomo realizza il suo destino
(MING). È la Sede degli Spiriti (SHEN), il luogo prescelto ove stabilirsi ed è
attraverso di loro che l’Uomo comunica con il Cielo. Si legge nel Capitolo 3
del DAO DE JING “I Santi vuotavano il
Cuore, riempivano il Ventre, calmavano la volontà, rendevano dure le ossa”.
Per adempiere il suo compito, accogliere gli Spiriti, il Cuore deve restare
vuoto. Vuoto da pregiudizi e desideri, vuoto come il mozzo della ruota, che “non ha attività ne esistenza proprie, ma al
di fuori del quale non esiste realtà, libertà, verità…” (M. Granet – Il Pensiero Cinese – Adelphi). L’attitudine
del Cuore è di accogliere ogni cosa senza escludere nulla e nessuno, accettarla
così com’è, senza alcuna pregiudiziale.
“Il Vuoto (XU) esprime
la capacità di accogliere, la ricettività, l’attrazione; il Pieno (SHI) la
capacità di penetrare”. Ancora Riempire – Vuotare, la capacità del Cuore di
accogliere e di lasciare andare, senza attaccarsi a ciò che può ostacolare la “Purezza del Vuoto” come l’ambizione o il
desiderio. “Vuotare il Cuore e riempire
il Ventre è l’Antica Arte del Cuore” (C. Larre). È la possibilità di creare
l’armonia (HE) tra i visceri (FU) e gli organi (ZHANG), tra ciò che è Vuoto e
sarà riempito (Tonificare) e ciò che è Pieno e sarà vuotato (Disperdere).
Riempire il ventre permette ai Soffi (QI), essenza dell’Uomo, di concentrarsi in
esso così da vuotare il Cuore e permettere l’armonia tra i Cinque Spiriti (WU
SHEN) emanati dai Cinque Organi (WU ZHANG).
“Il Vuoto attira il
Pieno, il Pieno contiene il Vuoto”. Riempire - Vuotare ci riporta in oltre, a due
concetti dell’Alchimia Interna (NEI DAN) “Si
tratta ancora una volta di dissolvere (solve) e concentrare (coagula) per
giungere alla Grande Opera che possiamo comparare, senza troppi rischi, al TAO”
(G. Charles - Le Rituel du Dragon -
Ed. Chariot d’Or).
Pienezza – Vacuità
Pienezza – Vacuità. Quest’ultima coppia indica, con due
termini opposti, il frutto della calma mentale, un’esperienza che queste due parole, per il limite dato dalla loro dualità
intrinseca, stenta a descrivere. Un concetto tra Armonia e Trasformazione, tra
Pieno e Vuoto, dove Vuoto non si riferisce alla mente ... ma a ciò che è oltre
la mente.
Per i testi citati e consultati, vedi la bibliografia del blog.
Per i testi citati e consultati, vedi la bibliografia del blog.
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