23 BO – 剝: La Frantumazione, l'Usura


di Paolo Raccagni
Gli Esagrammi del Calendario sono una sequenza d’immagini legata alla “simbologia” dei mesi dell’anno e sono parte integrante dell’YI JING, testo essenziale (JING) della cultura cinese, formato da sessantaquattro immagini che prendono forma da un tratto spezzato (YIN) e da un tratto intero (YANG). Con la combinazione di questi due tratti, a gruppi di sei, si ottiene una serie di dodici immagini che esprimono la proporzione tra YIN e YANG, ovvero sia il cambiamento del rapporto tra luce e ombra nell'arco dell'anno. A differenza degli altri esagrammi, le linee di questi dodici non sono mischiate tra loro, ma restano contigue in una successione progressiva che porta al riempimento dell'immagine fino al suo culmine. Il tratto intero cresce nel periodo Primavera-Estate, il tratto spezzato durante l'Autunno-Inverno.

L'esagramma di questo periodo, tra inizio Novembre e inizio Dicembre, è BO (PO 剝 – Ricci 4108), La Frantumazione, Lo Sgretolamento, l'Usura, la Decadenza. È il numero 23 dell'insieme dei sessantaquattro esagrammi che compongono Il Libro delle Mutazioni, YI JING, ed è formato da un tratto intero che copre come un tetto cinque tratti spezzati.

Il trigramma inferiore significa la Terra …; quello superiore il Monte… Ciò suggerisce di adattarsi ai tempi cattivi e di stare fermi… Non è quindi viltà, bensì saggezza, se ci si acconcia e si evita d'agire” (Wilhelm).

BO, La Frantumazione, come esagramma della serie del calendario precede KUN, Il Ricettivo La Terra, il solstizio d'Inverno. “La forza Yin si fa avanti sempre più potente ed è in procinto di rimuovere completamente la forza Yang” (Wilhelm).

Il periodo stagionale corrisponde all'inizio dell'inverno che giungerà al suo apice il 21 dicembre data del solstizio. La costruzione dell’ideogramma enfatizza proprio l’aspetto della stagionalità nei lavori in campagna. Composto da un carattere, a destra, che rappresenta in senso generale una lama, come un coltello o una spada, inserito in un manico lungo e ricurvo all'estremità (刂 DAO - Wieger - Lezione 52 A), con il senso di tagliare. A sinistra è rappresentato un albero (木 MU) sopra al quale scende un'ascia. L'albero è raffigurato con i rami “staccati” dal tronco a seguito della potatura che è propria di questo periodo stagionale, quando la pianta ha perso le foglie e riposa attendendo il freddo dell'Inverno.

La potatura non deve indebolire la pianta con il rischio che in primavera non abbia la forza di ricrescere, ma al contrario liberala da ciò che è superfluo in modo che durante il riposo invernale possa raccogliere le forze per una nuova rinascita.

Il Monte poggia sulla Terra. Se è ripido e stretto e non possiede larga base, deve crollare. Solo elevandosi vasto e grande, non superbo e ripido, la sua posizione è assicurata” (Wilhelm).

La struttura dell'esagramma è costituita, come abbiamo già visto, dal trigramma inferiore KUN, la Terra, e dal trigramma superiore GEN, il Monte. Il commento all'immagine dell'esagramma di Wilhelm è il filo conduttore sul quale si svolge tutto l'ordine delle sentenze. Il Monte rappresenta il Sovrano che si appoggia sui suoi sudditi per governare. Se la sua condotta è saggia e benevola il popolo, la Terra su cui poggia, lo sostiene; un comportamento diverso porta allo sgretolamento del suo potere.

Nei mesi invernali “ci si corica presto, ci si alza tardi, ci si rimette per tutto alla luce del sole... Si sfugge il freddo, si ricerca il calore, non lasciando sfuggire nulla attraverso gli strati della pelle, per paura di essere pericolosamente sforniti dei propri Soffi. Così ci si conforma ai Soffi dell’inverno, via per il mantenimento della tesaurizzazione della vita” (C. Larre - E. R. De La Vallée - “Huangdi Neijing Suwen - Le Domande Semplici dell'Imperatore Giallo” - Ed. Jaca Book).

Così anche il Saggio si adatta e si comporta secondo i tempi. Non è il momento di agire, ma di astenersi da pratiche non adatte al periodo che porterebbero all'usura del Soffio Vitale, per raccogliersi e prepararsi alla rinascita primaverile.

Un altro aspetto importantissimo del Taoismo che l'esagramma della Frantumazione porta in evidenza è il “non intervenire” o “non agire” (WU WEI 无为). Non una inattività assoluta bensì un'azione controllata, conforme alla Via. L'azione dell'Uomo deve dunque seguire la natura del DAO, evitando ogni azione consapevole per raggiungere uno scopo. Ogni intervento umano che si oppone al processo di alternanza cosmica, lo YIN/YANG, come si può intuire, provoca disordine quindi infelicità e dolore.

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20 GUAN – 觀: La Contemplazione, vedere ed essere visti

di Paolo Raccagni

Gli Esagrammi del Calendario sono una sequenza d’immagini legata alla “simbologia” dei mesi dell’anno e sono parte integrante dell’YI JING, testo essenziale (JING) della cultura cinese, formato da sessantaquattro immagini che prendono forma da un tratto spezzato (YIN) e da un tratto intero (YANG). Con la combinazione di questi due tratti, a gruppi di sei, si ottiene una serie di dodici immagini che esprimono la proporzione tra YIN e YANG, ovvero sia il cambiamento del rapporto tra luce e ombra nell'arco dell'anno. A differenza degli altri esagrammi, le linee di questi dodici non sono mischiate tra loro, ma restano contigue in una successione progressiva che porta al riempimento dell'immagine fino al suo culmine. Il tratto intero cresce nel periodo Primavera-Estate, il tratto spezzato durante l'Autunno-Inverno.

L'esagramma di questo periodo, tra inizio Ottobre e inizio Novembre, è GUAN (觀 – Ricci 2785b), La Contemplazione. È il numero 20 dell'insieme dei sessantaquattro esagrammi che compongono Il Libro delle Mutazioni, YI JING, ed è formato da due tratti interi che si sovrappongono a quattro tratti spezzati.

Il vento (XUN il trigramma esterno, quello superiore) giunge ovunque sulla terra (KUN il trigramma interno, quello inferiore) e rivela ogni cosa… Il contemplare è il togliere, l’insegnamento è il dare” (Wilhelm).

Questo è il commento del Wilhelm all'immagine di GUAN, La Contemplazione. Come esagramma della serie del calendario segue PI La Stagnazione, il 12° esagramma che rappresenta l’equinozio d’Autunno. La parte “oscura” avanza e lo Yang perde terreno. Il Saggio rivolge il suo sguardo all’interno.

La costruzione dell’ideogramma enfatizza proprio l’aspetto dello sguardo o del guardare. Composto da un carattere, a destra, che rappresenta in senso generale un uomo e un occhio (見 JIAN - Wieger - Lezione 158 C), con il doppio senso di vedere ed essere visto e dall’altra parte la rappresentazione di un uccello con una specie di cresta (雚 GUAN - Wieger - Lezione 72 J), che caratterizza un uccello notturno come la civetta.

“La civetta capace di vedere nell’oscurità, associata dagli antichi Greci alla saggezza di Atena… Uno sguardo notturno …, interiore, che non esplora con acutezza il mondo esteriore, ma invita a prendere coscienza del modo di percepirlo”. E ancora “... si tratta di scoprire gli aspetti della situazione che a volte ci sfuggono inavvertitamente o di solito, per rifiuto di vederle” (C. J. D. Javary – Pierre Faure).
L’esagramma ha una valenza doppia data dal tono con il quale è pronunciato (Wilhelm) e questa sua duplicità è confermata dal Dizionario Ricci della Lingua Cinese: guardare lontano, vedere, contemplare, osservare, apparire, punto di vista; ma anche luogo elevato, monastero taoista e per quanto riguarda il Libro delle Mutazioni, “percezione dell’invisibile”, momento in cui si percepisce l’influsso delle energie nascoste. L’esagramma intrinseco di GUAN è rappresentato dal Monte (o da una torre) sopra alla Terra, un punto elevato dal quale si può osservare lontano, ma che può essere visto anche da lontano. Elevare il proprio sguardo. Non sempre occorre salire su una montagna per allargare il proprio punto di vista ed andare oltre la superficialità, a volte occorre rivolgerlo al proprio interno per cercare la risposta.

Per quanto riguarda l’Uomo è il momento dei bilanci. La Contemplazione è il proseguimento di un percorso iniziato con l’esagramma 33 – La Ritirata, continuato con l’esagramma 12 – La Stagnazione. L’Autunno dell’Uomo che inizia mettendosi in disparte dando la possibilità di crescere a chi proseguirà la sua opera, rivolgere lo sguardo all’interno con l’attenzione a ciò che si è compiuto.
Lo stesso percorso può essere visto anche come la preparazione a un lavoro “interno” (NEI DAN) o ad una pratica meditativa: ci si pone in disparte, perfino sopra un monte, ci si ferma e si rivolge lo sguardo al “centro” di noi stessi.
 
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