Yi Jing e Piccola Rivoluzione Celeste - Seconda Parte

di Paolo RACCAGNI

In un delle sue “provocazioni taoiste” il M° Georges Charles afferma che “non esiste un Arte Marziale Cinese, come non esiste una Medicina Tradizionale Cinese, …, esiste solo un Pensiero Cinese”.
 Giustamente è solo una provocazione, ma che pone l’attenzione su come il pensiero di questa antica civiltà ha permeato tutte le sue forme d’arte: dalla pittura, alla calligrafia passando dalla musica fino a tutto il repertorio delle arti corporee ginniche e marziali… senza dimenticare la medicina e la cucina.

Per questo, accostare una pratica di Lunga Vita come il QI GONG all’YI JING, l’antico testo di divinazione giunto fino a noi dalla più alta antichità, non è così azzardato come potrebbe sembrare in un primo momento. Entrambi traggono le loro origini da pratiche sciamaniche assai remote: danze per indurre un atteggiamento benevolo delle divinità o per eseguire esorcismi nel trattamento delle malattie, oppure interrogare gli antenati sul buon esito di un’operazione militare, di un matrimonio o di una malattia,…

In questo elaborato si prende in esame un esercizio che con qualche variazione, accomuna tutte le scuole di QI GONG: la Piccola Circolazione Celeste (vedi la Prima Parte). Notando che in diverse riproduzioni schematiche della pratica di questo esercizio l’utilizzazione di immagini tipiche dell’YI JING, gli esagrammi, sono posti in relazione con punti specifici del circuito della Piccola Rivoluzione, mi sono chiesto se vi fosse qualcosa di più oltre alla rappresentazione dell’energia che si manifesta nei diversi “punti” durante le varie fasi di questa “circolazione”.

Con molta curiosità e un poco per gioco, ho iniziato a legare i commenti del testo dell’YI JING, relativi all’immagine, alla fase e alla localizzazione della stessa lungo il circuito della Piccola Rivoluzione Celeste. Con mia sorpresa ho scoperto che il commento, oltre a definire la fase energetica del punto in cui ci si trova, nell’ambito della circolazione, dava anche indicazioni su come svolgere correttamente l’esercizio nonché avvertimenti sulle difficoltà incontrate ed i relativi suggerimenti di come superarle.

Questo modo di “analizzare” l’esercizio mi ha portato a riconsiderare la pratica della Piccola Rivoluzione Celeste, riconoscendole anche il valore di un percorso di crescita personale che conduce, attraverso passaggi ben definiti, ad una migliore conoscenza di sé e dei naturali cicli della vita.

I Dodici Esagrammi della Piccola Rivoluzione Celeste

Primo Esagramma - 復 FU Il Ritorno n° 24

Il Tuono è dentro la Terra:

l’immagine della Svolta

Così gli antichi re al tempo del solstizio
(d’Inverno)
chiudevano i valichi.

Mercanti e stranieri non viaggiavano

e il Sovrano non visitava le contrade.

Il Tuono sotto la Terra, il Tuono che fa vibrare la Terra. Al cuore dell’inverno la Terra è avvolta dall’oscurità, questa è l’immagine che caratterizza il Solstizio d’Inverno. Il sole ha raggiunto il punto più “profondo” nel suo ciclo stagionale, ma l’apogeo è un punto di “svolta”. Il Tuono fa vibrare il ventre della Terra: il Ritorno della luce.

Nel gioco in cui voglio coinvolgervi ci appoggeremo al testo del Libro dei Mutamenti, YI JING (I CHING), per comprendere i vari passaggi che caratterizzano la pratica della Piccola Rivoluzione Celeste. Il primo esagramma che incontriamo della sequenza di dodici, è FU, il Ritorno (La Svolta). Il carattere che gli dona il nome rappresenta una mano, precedentemente rivolta verso l’alto, che ruota il palmo verso il basso. Il suo significato è inverso, opposto, contrario, con anche il senso di “ritornare sui propri passi”.

Fare ritorno è ritornare alla sorgente per ricominciare (P. Faure - YI JING)

Possiamo interpretare questo passaggio come la fase di preparazione alla pratica dell’esercizio. Il periodo del solstizio era un momento dell’anno dedicato ai sacrifici. Tutti sospendevano le loro attività per ritornare al focolare domestico e compiere i riti in onore degli antenati. Un periodo dove i sovrani davano l’esempio: si astenevano dai viaggi, non eseguivano scambi commerciali e non si spostavano, come in autunno, per prendere coscienza dello stato delle province. Il Ritorno è il momento in cui economizzare le energie per rafforzare il rinnovamento, è il momento del riposo e della guarigione.

… vige il principio di far rinvigorire con il riposo la forza che sta affiorando… Tutto deve essere trattato con delicatezza e con riguardo all’inizio affinché il ritorno conduca alla fioritura (il rinnovamento)… Vi è movimento… non ha nulla di forzato… un movimento naturale, generato spontaneamente…
Cose vecchie sono eliminate, cose nuove introdotte.

Questi commenti alla sentenza e all’immagine dell’esagramma FU, ci danno l’indicazione sul tipo di respirazione con cui affrontare l’esercizio e sull’atteggiamento che dobbiamo mantenere durante la pratica,… un atteggiamento che Wilhelm conferma nel seguito dei suoi commenti:

Il ritorno è inerente al corso della natura. Non c’è quindi bisogno di precipitare
le cose con artifici; tutto viene da sé, quando il tempo è maturo.

Questo è il Tao di Cielo e Terra
”.

Il Ritorno, dunque, non è visto come una fase che viene semplicemente “prima”. Fare ritorno significa lasciarsi rinnovare dalla forza naturale di trasformazione. È il ritorno al “Soffio Originale”, alla forza vitale nel suo stato di spontaneità indifferenziata, un processo molto caro al Taoismo.

Secondo Esagramma - 臨 LIN L’Avvicinamento n° 19

Al di sopra del Lago è la Terra: l’immagine dell’Avvicinamento.

Così il nobile è inesauribile nella sua intenzione di insegnare,

e senza limiti nel sostenere e proteggere il popolo.

Le Nebbie si alzano al disopra delle paludi avvolgendo come un velo la Terra in ogni suo angolo. In alcuni testi il Lago è descritto come la bruma, la foschia, la nebbia che sale, in questo caso, dalla terra. Il periodo che caratterizza questo esagramma è inizio febbraio - inizio marzo (il dodicesimo mese)(1) dunque la primavera è vicina e per il calendario cinese anche l’inizio del nuovo anno.

L’Avvicinamento è approcciarsi, nel senso di arrivare da qualche parte, ma anche onorare una visita, vegliare su qualcuno o qualcosa. Queste interpretazioni dell’esagramma LIN evocano sia la spinta primaverile che la sua disposizione accogliente. È il momento felice dell’emozione che segue il risveglio. Ma è anche il momento di confusione e di incertezza che accompagna la fase d’inizio di un’opera.

Il successo è sicuro; vi è solo bisogno di un lavoro deciso e perseverante… Se si
affronta il male
(le difficoltà) prima ancora che sia manifesto, anzi prima che
cominci a muoversi, si potrà padroneggiarlo.

Vi è un bell’augurio al praticante che si pone in questo atteggiamento: il lavoro è iniziato e non è detto che il percorso che stiamo intraprendendo sia facile, privo di dubbi o incertezze, ma lo stimolo è di essere determinati nell’azione. Il nobile che appare nella Grande Immagine è colui che è in grado di sposare in sé queste due forze: la Bruma o il Lago, rappresenta la spinta primaverile, ciò che vivifica; la Terra colei che l’accoglie e che non si nega a questa carezza, anzi che la sostiene e la protegge.

Terzo Esagramma - 泰 TAI La Pace n° 11

Cielo e Terra si congiungono: l’immagine della Pace.

Così il sovrano divide e porta a termine il corso del Cielo e della Terra,

amministra e ordina i doni del Cielo e Terra e così assiste il popolo.

TAI: il Cielo sotto, la Terra sopra. In questa posizione le due grandi forze non si respingono, anzi tendono a compenetrarsi, a fondersi in un amplesso ancestrale nel movimento a loro proprio. Il Cielo, desiderio Yang di pienezza, il cui movimento è verso l’alto, si trova sotto; la Terra, attitudine a cooperare, che tende verso il basso, è sopra. Questa posizione permette dunque ai loro influssi di incontrarsi e armonizzarsi, dando vita ai Diecimila Esseri. Il periodo dell’anno è la primavera (inizio marzo - inizio aprile).

Investito di un soffio immenso, l’universo scopre una nuova freschezza, il desiderio
di generare l’ignoto…
” (Pierre Faure - Le Yi Jing par lui-même).

L’esagramma mostra che in questa fase della pratica la forza Yang è dentro, la forza Yin fuori. In TAI il primo si fa secondo: lo Yang del Cielo, la cui funzione è dirigere, è posto all’interno (trigramma inferiore) in posizione di servizio. Chiuso dallo Yin che lo sovrasta, è portato a guidare senza soccombere alla sua inclinazione: la dominazione. 

"In questo modo ambo le parti hanno ciò che loro compete…

Cielo e Terra sono in comunicazione…

Questo flusso di forze deve essere regolato dal sovrano…

la natura deve essere aiutata nella sua creazione
”.

Invitato a migliorarsi attraverso una benevolenza infinita, il sovrano è parte integrante della grande triade Terra-Uomo-Cielo, nella ripartizione dei Tre Poteri, SAN CAI. Il suo scopo consiste nel realizzare pienamente il cammino dell’universo. Egli non precede l’incontro tra il Cielo e la Terra, lo asseconda. Egli è il legame tra vocazioni che si scambiano e si completano, vegliando su questo strano figlio che è la primavera del mondo. L’attività dell’uomo deve aiutare la natura e agire come la Terra quando limita gli eccessi del Cielo. Qual'è la difficoltà in questa fase? Wilhelm lo spiega nel commento al primo tratto:

“Il pericolo latente è un graduale rilassamento…”.

Quarto Esagramma - 大壯 DA ZHUANG La Potenza del Grande n° 34

Il Tuono sta in alto nel Cielo:

l’immagine della Potenza del Grande.

Così il nobile non percorre sentieri che non corrispondono all’ordine.

L’orbita è ancora in salita. Il periodo dell’anno è fine aprile - fine maggio, il momento successivo all’Equinozio di Primavera. La potenza del Cielo, rafforzata dal Tuono si muove verso l’alto; il Soffio Yang è in piena espansione: questa è la spinta che descrive la Potenza del Grande. Essa è simboleggiata nel testo dell’esagramma dall’immagine di un ariete che incapace di controllare la sua foga, si precipita a più riprese contro gli ostacoli (terza linea dell’esagramma). Voler andare avanti non è in sé un difetto: è necessario però non essere prevalsi dalla propria forza, ma saper mantenerne il controllo.

Grandezza e rettitudine non sono due cose diverse

e senza rettitudine non vi è grandezza
”.

Lo Yang non è immediatamente creativo, ciò richiede un apprendistato; questa è una grande lezione dell’YI JING che ci insegna come trasformare poco a poco la forza bruta in vera “creatività”.

L’ignobile agisce mediante la potenza, il nobile non agisce così.

Controllare i propri impulsi o movimenti azzardati, quando il momento non è opportuno, si guadagna in maturità, si assume spessore, si scopre la capacità di economizzare la propria forza.

Incombe perciò il pericolo che ci si fidi della propria potenza

senza chiedersi ogni volta dove stia il giusto,

che si ricerchi il movimento senza aspettare il tempo opportuno
”.

Il commento alla Sentenza di Wilhelm è molto chiaro; il praticante a questo punto percepisce tutta la potenza dell’esercizio e il rischio è che non distingua tra “potenza e violenza” e perda “l’equilibrio interiore”. Armonia e determinazione sono le parole che accompagnano l’immagine.

Quinto Esagramma - 夬 GUAI La Risolutezza n° 43

Il Lago è asceso al Cielo

l’immagine dello Straripamento

Così il nobile elargisce ricchezza verso il basso

e rifugge dal riposare sulla sua virtù.

L’immagine mostra il Lago sopra il Cielo. La forza sta per “straripare”. Il Soffio si è accresciuto notevolmente e il suo movimento tende al punto più alto (il vertice della testa) per poi scendere a valle come un fiume in piena. Il periodo dell’anno è inizio maggio - inizio giugno.

La Risolutezza (altro nome dato all’esagramma) è un tempo di decisione e di determinazione. La sovrabbondanza dei tratti Yang indica il proseguire imperioso del Soffio. In questa fase della pratica è importante fare in modo che la forza sia incanalata correttamente, in modo che la sua discesa non sia catastrofica. La Bruma, altra definizione data al trigramma DUI il Lago, è segno di incoerenza; è la nebbia che vela la nostra capacità di valutazione accentuando i rischi. Il commento alla Sentenza dell’immagine punta l’indice sull’autocompiacimento:

che condurrebbe a una sicura catastrofe… Quando la gioia sale tanto in alto
(come un Lago che sale al Cielo) essa conduce facilmente alla superbia”.

Come gestire questa situazione? Il nobile non si afferma attraverso una condotta “stravagante”. Egli conosce la lezione del “drago altezzoso” (vedi l’esagramma successivo QIAN - Il Creativo), conosce il suo potenziale e si attiene strettamente a ciò che è in grado di compiere, mantenendosi comunque ancorato ai suoi principi.

e quindi una risolutezza pacata, tranquillamente serena,

è il giusto atteggiamento interiore…

La lotta non deve essere condotta con violenza…

è opportuno cominciare da se stessi

e stare personalmente in guardia contro i
(propri) difetti…

non irrigidirsi in modo caparbio, ma mantenersi aperti agli influssi esterni

attraverso un costante e severo esame di coscienza
”.

Un successivo consiglio è dato dal commento alla prima linea dell’esagramma:

L’entusiasmo spinge a procedere risolutamente...

Ma la resistenza è ancora molto forte...

Allora è opportuno misurare le proprie energie

e impegnarsi solo fin dove si è ancora sicuri del successo
”.

Essere determinati ci dà la possibilità di uscire dall’apatia che si insinua come una nebbia lusinghiera: è attraverso una decisione calma che cessa la tensione e la pressione cade. Appena siamo determinati, i fattori di dubbio spariscono e l’equilibrio si ristabilisce. La fermezza Yang non devia più verso la durezza, la flessibilità Yin non è più fattore di indecisione; le due forze cooperano nuovamente nella direzione scelta” (Pierre Faure - Le Yi Jing par lui-même).

Sesto Esagramma - 乾 QIAN Il Creativo n° 1
Il movimento del Cielo è vigoroso.

Così il nobile rende se stesso forte e instancabile
.

Come espresso nella Sentenza dell’esagramma, la perseveranza ci ha permesso di raggiungere l’apice, il punto più alto, il Cielo:

Il Creativo opera sublime riuscita, propizio per perseveranza.

Il Cielo è il Soffio inesauribile dell'Infinito. È lo Spirito emergente, la forza del rinnovamento, l’attitudine a concepire, a iniziare, ad orientare. Il Cielo è l'immagine del Soffio Creatore che possiede, in se stesso, la risorsa necessaria per procedere e perpetuarsi senza fine. La sua azione è al principio di tutte le trasformazioni. È movimento e azione, il Cielo rappresenta tutto ciò che agisce per moto proprio, anima tutti gli esseri e avanza senza tregua.

Si determina spontaneamente e in modo naturale, il Creativo (il trigramma raddoppiato, Il Cielo sopra il Cielo) non fa che suscitare se stesso, la sua forza si rinnova di volta in volta, come l’alba e il tramonto che si susseguono senza ripetersi mai.

L’uomo santo, possedendo grande chiarezza sulla fine e sul principio

e sul modo in cui i sei gradi
(le sei tappe, i sei tratti) si compiono,

ognuno a suo tempo, sale su di essi come su sei draghi verso il Cielo…"

Tale è il modello che si offre al nobile: trovare in sé la forza che stabilisce la direzione e la continuazione, senza indebolire il processo che si instaura. Esempio difficile per l’essere umano, posto in luogo mediano tra l'incontro del Cielo e della Terra.

Il vero emblema di questo sviluppo non è umano. Esso ha la forma di un animale, ben più abituato a frequentare le profondità celesti: il drago. Il drago è l’immagine di una forza smisurata di cui l’Uomo non può appropriarsi senza subirne sopraffazione e sofferenza. Il suo movimento si svolge con tanta facilità e rapidità che sfugge come la folgore alle facoltà dell’uomo.

… ogni grado raggiunto è contemporaneamente la preparazione per il successivo”.

L’avanzare con determinazione è il movimento del drago che segue in modo irresistibile lungo i differenti tratti dell’esagramma (vedi Qi Gong e Yi Jing - I Sei Draghi Volano in Cielo). Il suo percorso si sviluppa in tre tempi: preparazione, addestramento e volo. Innanzitutto la gestazione e la scoperta, prudente, delle molteplici direzioni del mondo; in seguito solo l’apprendimento della fermezza che lo renderà forte e durevole nonché capace di agire al momento giusto.

Nella linea sovrana dell’esagramma, il quinto tratto, il Creativo prende l’aspetto maestoso di colui che si eleva e sfiora il cielo:

Drago volante nel Cielo.

Propizio è vedere un grande uomo.

Come spesso succede, nei momenti in cui l’entusiasmo, per l’opera che abbiamo compiuto, ci avvolge, il Testo esprime un monito e questo lo troviamo nel commento all’ultima linea:

Drago altezzoso avrà da pentirsi”.

Il drago deve fare attenzione a che la fermezza non si trasformi in rigidità per ciò occorre mantenere una visione ampia e attenta. Nessuna iniziativa stravagante, ancor meno pretenziosa che lo porterebbe ad irrigidirsi, in quel caso la caduta non sarebbe tanto lontana. Occorre mantenere il contatto con la Terra (Yin) altrimenti, in questa fase, rischiamo di non governare il nostro “Spirito” (Yang). Il drago nel Cielo deve mantenere un’alleanza sottile tra la forza e la leggerezza. La flessibilità è il segreto dello Yang.

Settimo Esagramma - 姤 GOU Farsi Incontro n° 44

Sotto il Cielo vi è il Vento:

l’immagine del Farsi Incontro.

Così fa il principe quando emana i suoi ordini

e li proclama alle quattro regioni del Cielo.

Il Cielo è la forza che abita tutti gli esseri e li anima costantemente. Il Vento è il soffio che li piega penetrandoli dall’interno (tratto Yin iniziale dell’esagramma) costringendoli a ritornare nella loro forma.

 Il Cielo è distante dalle cose terrene, ma le mette in moto con il vento.

Il sovrano è distante dal popolo, ma lo mette in moto con i suoi ordini

e manifestando la sua volontà.

Il Vento è il messaggero del Cielo, ne traduce l’ardore frenandone lo slancio per meglio diffondere i suoi ordini ai Quattro Orienti.

In Farsi Incontro c’è la conservazione della forza celeste e contemporaneamente la propagazione simultanea del suo mandato. Movimento di elevazione moderato dal radicamento e dalla penetrazione della Terra. Sotto la pressione del Vento, il Creativo è portato a ruotare il suo moto d’espansione verso l’interno; per l’istanza del Vento, i decreti del Cielo penetrano ovunque.

 Questa fase dà inizio al “ritorno”. Come il sole raggiunge il punto più alto, lo zenit, non resta che scendere e, come nella ascesa per l’attraversamento di una montagna, la discesa avviene sul lato opposto.

È una svolta importante: l’esagramma marca l’entrata in una nuova fase ove le nozioni di gestazione e di interiorizzazione annunciano quella della affermazione. Benché sia ancora predominante nella figura, il soffio Yang è frenato da questo contatto che s’impone e richiama la trasformazione. Come  GUAI, La Risolutezza - l’esagramma 43, esprime il pericolo che minaccia colui che si comporta come un “drago altezzoso” (Il Creativo, sesta linea), il Farsi Incontro racconta la storia di un “drago nascosto” che resta nello Yin obbligato a risparmiare le sue forze (Il Creativo, prima linea). Leggendo il commento di Wilhelm a questo momento del percorso è attribuita una difficoltà:

... una situazione nella quale il principio oscuro (il tratto spezzato), dopo essere stato eliminato (nell’esagramma precedente), segretamente e inaspettatamente si infiltra di nuovo dall’interno e da sotto… sembra così piccolo e debole 
che si pensa di poter scherzare con lui senza rischio”.

La figura comprende una maggioranza di tratti Yang, ma l’abbondanza di fermezza è alle dipendenze del tratto più interno, il tratto iniziale, l’unico tratto Yin dell’esagramma. La simbologia di un “luogo chiuso” è qui molto forte ed è efficacemente esplicitato dalla seconda linea:

Nella vasca (recinto) vi è un pesce. Nessuna macchia.

Il Farsi Incontro è vissuto come una tutela, un involucro che protegge, ma che può anche inibire. Il ritorno allo Yin, sinonimo di rallentamento e contrazione, permette la trasformazione della forza vitale. È un lavoro sul rafforzamento dell’interno non uno sviluppo immediato. È il momento dove la forza appartiene alla flessibilità.

Ottavo Esagramma - 遯 DUN La Ritirata n° 33

Sotto il Cielo vi è il Monte:
l’immagine della Ritirata.

Così il nobile tiene lontano l’ignobile:

non irato, ma pacato.

La Montagna tocca il Cielo. È per toccare il Cielo che gli eremiti si ritirano, preferendo al contatto degli uomini la prossimità a ciò che presiede al funzionamento delle cose. La Montagna è il guardiano del Cielo. Con la sua massa possente, arresta e obbliga ad elevarsi colui che vuole avventurarsi aldilà di questa porta.

Il solido è al posto che gli compete e trova corrispondenza.

Questo significa che si è in armonia col tempo.

È la fase della Piccola Rivoluzione Celeste che invita a percepire l’immensa ciclicità del tempo. Il nobile conosce il tempo, questa capacità gli permette di comprendere quale sia il momento più opportuno per ritirarsi. Fare un passo indietro.

Questa Ritirata non è dovuta ad arbitrio umano,

bensì alle leggi degli accadimenti naturali.


Non c’è movimento senza ritorno, non c’è inspiro senza espiro, non c’è un andare senza un tornare. Egli sa che facendo un passo indietro si prende lo slancio per un passo in avanti.

"… la ritirata è il giusto modo d’agire,

è quello che non consuma le forze
".

Con La Ritirata, si è nella fase discendente del ciclo annuale. Dopo il Solstizio d’Estate, le giornate incominciano impercettibilmente ad accorciarsi. Il Soffio Yang che ha iniziato a decrescere con l’esagramma 44, Il Farsi Incontro, prosegue il suo movimento di ripiegamento con DUN che segna l’entrata nella stagione autunnale.

La ritirata non è da confondersi con la fuga…

Ritirarsi è indizio di forza…

… già nella ritirata si prepara il capovolgimento
.

Il movimento di ripiegamento non deve essere vissuto nella confusione come una disfatta, ma si effettua passo passo con tenacia. Così anche il movimento di interiorizzazione che si intuisce nell’esagramma, deve essere innanzitutto accompagnato, assecondato e considerato come il preambolo di un nuovo ciclo di rinnovamento. Il Soffio si allontana poi ritorna, questo è il grande movimento al quale il Cielo presiede. L’abilità sta nel comprendere l’ineluttabilità di questa alternanza.

Nono Esagramma - 否 PI Il Ristagno n° 12

Cielo e Terra non si uniscono:

l’immagine del Ristagno.

Così il nobile si ritira nel suo valore interiore

per sfuggire alle difficoltà.

Egli non si lascia onorare con appannaggi.

Negli Esagrammi del Calendario PI corrisponde all’Equinozio d’Autunno, quando il Soffio del Cielo si fa più corto, la magnificenza della Terra spinge ancora alla fertilità. Sfortunatamente, questi frutti non sono che la traccia di un’incontro passato. È il tempo dove il dialogo è impossibile. Cielo e Terra non si uniscono più. Dietro al fuoco dei colori, l’avvizzimento che conduce all’inverno, è all’opera. Come la linfa degli alberi che in questo periodo scende verso le radici, così il nobile si ritira al suo interno.

Il Ristagno attesta che il capovolgimento è avvenuto. Questa fase non durerà in eterno. Tuttavia non cessa da sé, bensì occorre il giusto atteggiamento.

I nobili non si lasciano scuotere nei loro principi.

Quando non hanno più la possibilità di agire,

rimangono lo stesso fedeli ai loro principi e si ritirano…

“Egli non si lascia onorare con appannaggi”. In questa fase il rischio per il praticante è di “mostrare il suo talento” cadendo nella presunzione del proprio potere. L’unico modo per evitare “le difficoltà” è restare fedele ai principi della pratica.

Il nobile possiede una grande qualità, quella di vedere la realtà aldilà dell’istante immediato: questa “stagione” non durerà più delle altre. Dunque egli imita la stagione. Quando è il momento del ritorno alla sorgente, porta la sua attenzione verso l’interno ed opera un rafforzamento su sé stesso. Questa fase di difficoltà è il terreno della fioritura futura.

Il pericolo nasce quando ci si sente sicuri al proprio posto. La rovina minaccia quando si cerca di mantenere il proprio possesso. Perciò il nobile non dimentica il pericolo quando è sicuro, la rovina quando sta saldo e, quando c’è l’ordine, lo scompiglio. Così egli raggiunge la sicurezza personale” (Confucio).

Decimo Esagramma - 觀 GUAN La Visione  n° 20

Il Vento soffia sulla Terra

L’immagine della Contemplazione (Visione)

Così gli antichi re visitavano le contrade del mondo,

contemplavano il popolo e dispensavano insegnamento.

L’esagramma GUAN è l’immagine dell’azione del Vento sulla Terra. Il Vento penetra, si allontana per poi propagarsi senza preoccuparsi delle frontiere che separano gli uomini. La Terra si abbandona alla azione del Vento impregnandosi dei suoi “soffi” che la lavorano e la rimodellano.

È il Vento d’autunno che si leva quando l’anno si ritira e che annuncia il decadimento della natura. Sulla Terra la notte si allunga, straniera e inquietante, gettando sul mondo un velo d’incertezza e di oscurità. I confini sono scomparsi, l’ombra s’installa, uno sguardo ordinario non è sufficiente a penetrare l’invisibile.

In autunno, i re d’altri tempi si spostavano nelle regioni per prendere conoscenza dello stato del regno prima di promulgare i loro decreti. Come capaci di una "visione" superiore che permette di penetrare le realtà, indicavano i miglioramenti necessari ed emanavano i loro decreti. È il tempo dedicato alla non-azione, al ritiro e alla Contemplazione.

Lo stesso nome del segno (con un leggero cambiamento del tono) ha un duplice significato: contemplare e essere visto come modello. I re, garanti dei cicli, erano dunque un riferimento prezioso in tempi di disgregazione ed oscurità. Erano anche il modello al quale i sudditi rivolgevano il loro sguardo per cogliere le indicazioni che permetteranno al popolo di adattarsi al funzionamento dell’universo.

Wilhelm, nel commento alla Sentenza, descrive la Contemplazione come: “il supremo raccoglimento interiore … il momento… più sacro” durante i riti sacrificali:

Così essi scorgono le misteriose leggi divine della vita
e le rendono operanti nella propria personalità
grazie all’intensità del raccoglimento interiore…

Anche nella struttura dell’esagramma GUAN ritroviamo sei livelli di difficoltà o in altre parole sei livelli di “visione interiore”, descritti dalle singole linee.

Sei all’inizio significa:
 Contemplazione puerile.

Wilhelm commenta: “Contemplazione a distanza… Egli non deve accontentarsi di una stolta e distratta contemplazione degli influssi dominanti. Deve contemplarli nella loro connessione e tentare di comprenderli”.

Sei al secondo posto significa: Ccontemplazione attraverso lo spiraglio di una porta.

Commento: “Il modo di contemplare è soggettivamente limitato. Si riferisce tutto a se stessi. Non si è capaci di immedesimarsi nell’altro…”

Sei al terzo posto significa: 
la Contemplazione della mia vita…

Commento: “non si guarda più verso l’esterno…, ma si dirige la contemplazione su se stessi per ricevere un orientamento per le proprie decisioni… il superamento dell’ingenuo egoismo… La conoscenza di sé non consiste però nell’occuparsi dei propri pensieri, ma piuttosto degli effetti che partono da noi stessi”.

Sei al quarto posto significa:
 Contemplazione della luce…

Commento: “Qui è raffigurato un uomo che conosce i segreti per far fiorire un regno”.

Nove al quinto posto significa:
 Contemplazione della mia vita…

Commento: “…essere sempre pronto ad esaminare se stesso. Il giusto modo per farlo non consiste però nel meditare su se stessi restando inattivi, ma nell’osservare gli effetti che (le nostre azioni) producono su gli altri…”

Nove sopra significa: 
Contemplazione della sua vita.

Commento: “… qui, nel posto più alto, è eliminato tutto ciò che è personale, riferito al proprio io. Qui viene raffigurato un saggio il quale, estraneo al trambusto del mondo, libero dall’io, contempla le leggi della vita e riconosce così che il bene supremo è sapere come si diventa liberi…”.

Undicesimo Esagramma - 剝 BO La Frantumazione
n° 23

Il Monte poggia sulla Terra:

l’immagine della Frantumazione.

Così i superiori possono assicurare la loro posizione

solo con ricche elargizioni agli inferiori.

La Montagna si appoggia sulla Terra formando un solo corpo. Le due immagini (o trigrammi) evocano la stessa attitudine: dare rifugio e generare. La Terra raccoglie e da alla luce, la Montagna, seppellisce e ricovera, ma è anche la porta da dove si contempla la continuità dei cicli (vedi anche l’esagramma DUN, la Ritirata).

Nella ruota del calendario, la Frantumazione (o l’Usura) è la penultima tappa del ciclo annuale. Corrisponde al periodo inizio novembre - inizio dicembre, tempo di freddo e di oscurità che precede il Solstizio d’Inverno. Il nome della figura descrive il deperimento della vegetazione in questo fine ciclo: BO, costituito dal segno di un coltello e di una fascina di rami secchi caduti a terra, evoca un tempo di potatura, di spoliazione, d’usura: lo stato finale delle forze che si sono spese e bruciate al fuoco della vita al punto di essere totalmente consumate.

Questo deperimento non è una fatalità. La dominante Yin della figura subito mostra delle indicazioni sulla condotta da osservare in tali periodi, condotta chiaramente enunciata nella Sentenza dell’esagramma:

Non è propizio andare in alcun luogo” (R. Wilhelm).

In questa fase di ulteriore interiorizzazione il suggerimento è: “adattarsi ai tempi e stare fermi”.
 
L’alternarsi dei movimenti ascendente e discendente come quelli di andare e tornare, di pienezza e vacuità, fanno parte del ciclo naturale delle cose (YIN YANG). Non vi è possibilità di agire contro di essi, ma occorre “adattarsi”. Ciò significa che il nobile, in tempi di buio totale in cui non esiste alcun modello, segue la Via, il TAO. Assicura i suoi sudditi mantenendo l'ordine delle cose praticando il non agire (WU WEI), garantisce la stabilità dei cicli naturali con la spontaneità (ZI RAN) della propria “semplice esistenza”.

Frantumazione significa putrefazione.

Il frutto deve marcire prima che il nuovo seme possa svilupparsi.

La Terra è il focolare, la dimora, l’interiorità. La Montagna innalza la Terra verso il Cielo, preservando l’eternità del rinnovamento. Dimora degli antenati, forze invisibili che vegliano sul persistere della vita; la Montagna è a conoscenza della rigenerazione che si prepara nell’ombra. “GEN è il trigramma del Nord-Est.
 È il luogo dove i diecimila esseri attendono la fine del loro sviluppo, 
ma anche l’inizio della loro evoluzione” (YI JING - SHUO GUA).

Dodicesimo Esagramma - 坤 KUN Il Ricettivo n° 2

Lo stato della Terra è l’accogliente dedizione.

Così il nobile sorregge
con l’ampiezza della sua natura
il mondo esterno.

Questo è l’esempio che si da al nobile. A immagine della Terra che può sostenere tutto, egli sa coltivare in sé  stesso l’infinita pazienza che permette di accettare esseri e situazioni tali e quali esse si presentano. Le sue qualità di elargizione e di benevolenza vanno di pari passo con una solidità che è fondamento della sua disposizione interiore e dunque del suo “potere personale”. Da ciò prende la forza d’ascoltare, d’accompagnare, di preservare, di prendersi carico. Egli opera con generosità e apporta il suo sostegno senza privilegiare nessuno; si appoggia con semplicità su ciò che è comune agli altri esseri per portarli alla realizzazione della loro natura propria.

La Terra, immensa e malleabile, è l’immagine stessa della elargizione e della generosità. Si conforma alla natura di ogni essere particolare. La Terra accoglie al suo seno tutto ciò che cerca rifugio e sostegno per crescere e giungere a compimento. Forza pacifica e flessibile che si dona e s’attiva in un senso e nell’altro. La Terra è il modello stesso della ricettività: di ciò che richiede assistenza e concorso, qualunque sia l’orientamento o il desiderio.

Se allora non si raccolgono tutte le forze non si può finire il lavoro assegnato…

oltre al tempo del lavoro e dello sforzo vi è anche il tempo dei progetti…

allora si ha bisogno di solitudine.

Siamo alla fase finale del ciclo, ci è richiesto un ultimo sforzo per completare il percorso e giungere alla “sublime riuscita”. Come annunciato dall'esagramma BO, la Frantumazione, l’esagramma precedente, la fine non è altro che un nuovo inizio.

Contrariamente al Creativo, nel quale predomina il rapporto al sé, il momento del Ricettivo è dedicato al rapporto con l’altro: generosità, sostegno, altruismo. Ma la propensione naturale al dono di sé si prolunga nell’attitudine di lasciarsi “alterare” dal flusso esterno. Dobbiamo dunque procedere senza perdere la nostra strada. La flessibilità della Terra non ci deve far perdere il senso di quello su cui stiamo lavorando. La disponibilità dello YIN è impregnata di vuoto, uno spazio di trasformazione al quale fare regolarmente ritorno.

Il segno dello Yin (- -) è significativo in se: due unità separate da uno spazio che non è altro che il vuoto e che, nell’ottica del Libro dei Mutamenti, suscita la trasformazione. È il vuoto che permette il processo d’interiorizzazione e di trasformazione, attraverso il quale tutte le cose realizzate sono le stesse (ipseità) e sono altro (alterità)” (François Cheng).

Piccola Rivoluzione Celeste e diagramma Taoista rovesciato.
L'immagine è Tratta dal libro di Georges Charles "Qi Gong ed Energia Vitale" Ed. Pendragon
leggermente modificata.


(1) Nel testo tradotto da Wilhelm viene indicato il periodo nel dodicesimo mese, tra gennaio e febbraio. Per quando riguarda il periodo dell’anno, in questo elaborato, farò riferimento al testo di Cyrille Javary e Pierre Faure “YI JING - Le Livre des Changements” Ed. Albin Michel


Testi di riferimento bibliografico:
  • G. Charles “Qi Gong ed Energia Vitale” Ed. Pendragon
  • R. Wilhelm “I CHING - Il Libro dei Mutamenti” Ed. Adelphi
  • P. Faure “Le Yi Jing par lui-même” Ed. Alphée
  • C. Javary - P. Faure “YI JING - Le Livre des Changements”
Ed. Albin Michel
  • Francois Jullien “Figure dell'immanenza - Lettura Filosofica del I CHING” Ed. Laterza

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