Nell’architettonica cinese ogni elemento costruttivo richiede l’applicazione dei canoni cosmologici tipici della tradizione. Secondo questa concezione tutte le cose e gli accadimenti sono legati tra loro da una vibrazione cosmica, da un’energia, il QI (氣), onnipresente e che pervade il tutto. Questa energia si anima secondo leggi costanti ma mutevoli, e la loro comprensione permette di conoscere il funzionamento dell’universo.
Anche l’uomo, secondo questi principi, è il frutto di tale energia e ne è anche la sua massima espressione. Per questo le sue azioni si devono conformare ai principi, in modo da rispettare i canoni di bellezza e armonia, non meno le sue opere e le sue creazioni. Questi concetti cosmologici hanno influenzato l’etica e l’estetica dell’arte cinese, dalla pittura alla calligrafia e le realizzazioni architettoniche (compresi giardini e piante in miniatura).
In seguito, attraverso l’opera dei monaci buddisti e non solo, questi concetti attraversarono l’oceano e si diffusero in Giappone influenzando l’arte, la morale, la filosofia finanche le pratiche di governo.
Per questo motivo anche nella cultura più autoctona del Giappone possiamo ritrovare degli elementi architettonici legati ai medesimi concetti. Il TORII, ad esempio, il tipico portale che sovrasta l’entrata dei templi Scintoisti, richiama gli stessi principi provenienti dall’antica civiltà cinese. Le regole di costruzione, dettate dal grande artista giapponese Katsushika Hokusai (1760 – 1849) in uno dei suoi scritti, evidenziano questa interpretazione cosmologica nella relazione che esiste tra simbologia e struttura architettonica di un TORII.
Analizzando il testo vediamo che i Cinque Colori (WU SE – 五色) suddividono lo spazio della trave posta sotto al tetto (SHIMAKI): Nero, Bianco, Giallo, Rosso e Verde. Sempre il numero Cinque è rappresentato nella suddivisione della trave sottostante (NUKI) dai Cinque Movimenti o Agenti (WU XING – 五行): Acqua (SHUI – 水), Metallo (JIN – 金), Terra (TU – 土), Fuoco (HUO – 火) e Legno (MU – 木). I due pilastri (HASHIRA) che sostengono la struttura, rappresentano le Due Energie Fondamentali, lo YIN e lo YANG. Queste due colonne delimitano, in combinazione con il suolo (la Terra) e la trave soprastante (il Cielo), un quadrato perfetto, i cui i lati richiamano i Quattro Animali Mitici (la Fenice, la Tigre, il Drago e la Tartaruga). Ai quattro angoli sono rappresentate le Quattro Stagioni (SI SHI – 四時) Primavera (CHUN – 春), Estate (XIA – 夏), Autunno (QIU – 秋) e Inverno (DONG – 冬).
Lateralmente è visibile una sezione ottagonale del basamento (NEMAKI) su cui poggiano i pilastri. L’ottagono raffigura gli Otto Trigrammi (BAGUA – immagini composte da tre linee intere o spezzate, dalle quali si ottengono i 64 esagrammi dell’YIJING) qui rappresentati solo dai caratteri e posti nell’ordine del Cielo Posteriore: QIAN, KUN, GEN, KAN, XUN, ZHEN, LI e DUI.
Sempre lateralmente e sopra l’ottagono, è disegnata la sezione della trave che regge il tetto, un rettangolo suddiviso in tre parti alle quali sono attribuite le indicazioni: Cinque Movimenti, Tre Luci e Due Figure Elementari.
La trave che regge il tetto richiama a sua volta la definizione classica (secondo il Dizionario Imperiale di KANGXI) di TAI JI, il “Grande Colmo” (o Grande Apice) e il concetto d’interno ed esterno. Dall’esterno (WEI) osserviamo il tetto e il suo apice. Dall’interno (NEI) il nostro occhio cadrà sugli elementi dell’architettura. Come per YIN e YANG (i caratteri e le raffigurazioni più antiche rappresentano la parete in ombra e quella esposta al sole, di una montagna): lo YIN sostiene e nutre lo YANG, a sua volta lo YANG protegge lo YIN, come il tetto protegge la trave. Al di là del “Grande Colmo”, il legame con il TAO.
P. S.: i concetti di cosmogonia sono scritti in cinese pinyin, gli elementi strutturali del TORII sono in giapponese. Il testo è stato elaborato da un articolo di Nicola PICCIOLI, apparso anni fa sulla rivista "Arti d'Oriente" e dal quale ho preso a piene mani. La citazione del "Dizionario Imperiale di Kangxi" è di George CHARLES. Ringrazio entrambi.
In seguito, attraverso l’opera dei monaci buddisti e non solo, questi concetti attraversarono l’oceano e si diffusero in Giappone influenzando l’arte, la morale, la filosofia finanche le pratiche di governo.
Per questo motivo anche nella cultura più autoctona del Giappone possiamo ritrovare degli elementi architettonici legati ai medesimi concetti. Il TORII, ad esempio, il tipico portale che sovrasta l’entrata dei templi Scintoisti, richiama gli stessi principi provenienti dall’antica civiltà cinese. Le regole di costruzione, dettate dal grande artista giapponese Katsushika Hokusai (1760 – 1849) in uno dei suoi scritti, evidenziano questa interpretazione cosmologica nella relazione che esiste tra simbologia e struttura architettonica di un TORII.
Analizzando il testo vediamo che i Cinque Colori (WU SE – 五色) suddividono lo spazio della trave posta sotto al tetto (SHIMAKI): Nero, Bianco, Giallo, Rosso e Verde. Sempre il numero Cinque è rappresentato nella suddivisione della trave sottostante (NUKI) dai Cinque Movimenti o Agenti (WU XING – 五行): Acqua (SHUI – 水), Metallo (JIN – 金), Terra (TU – 土), Fuoco (HUO – 火) e Legno (MU – 木). I due pilastri (HASHIRA) che sostengono la struttura, rappresentano le Due Energie Fondamentali, lo YIN e lo YANG. Queste due colonne delimitano, in combinazione con il suolo (la Terra) e la trave soprastante (il Cielo), un quadrato perfetto, i cui i lati richiamano i Quattro Animali Mitici (la Fenice, la Tigre, il Drago e la Tartaruga). Ai quattro angoli sono rappresentate le Quattro Stagioni (SI SHI – 四時) Primavera (CHUN – 春), Estate (XIA – 夏), Autunno (QIU – 秋) e Inverno (DONG – 冬).
Lateralmente è visibile una sezione ottagonale del basamento (NEMAKI) su cui poggiano i pilastri. L’ottagono raffigura gli Otto Trigrammi (BAGUA – immagini composte da tre linee intere o spezzate, dalle quali si ottengono i 64 esagrammi dell’YIJING) qui rappresentati solo dai caratteri e posti nell’ordine del Cielo Posteriore: QIAN, KUN, GEN, KAN, XUN, ZHEN, LI e DUI.
Sempre lateralmente e sopra l’ottagono, è disegnata la sezione della trave che regge il tetto, un rettangolo suddiviso in tre parti alle quali sono attribuite le indicazioni: Cinque Movimenti, Tre Luci e Due Figure Elementari.
La trave che regge il tetto richiama a sua volta la definizione classica (secondo il Dizionario Imperiale di KANGXI) di TAI JI, il “Grande Colmo” (o Grande Apice) e il concetto d’interno ed esterno. Dall’esterno (WEI) osserviamo il tetto e il suo apice. Dall’interno (NEI) il nostro occhio cadrà sugli elementi dell’architettura. Come per YIN e YANG (i caratteri e le raffigurazioni più antiche rappresentano la parete in ombra e quella esposta al sole, di una montagna): lo YIN sostiene e nutre lo YANG, a sua volta lo YANG protegge lo YIN, come il tetto protegge la trave. Al di là del “Grande Colmo”, il legame con il TAO.
P. S.: i concetti di cosmogonia sono scritti in cinese pinyin, gli elementi strutturali del TORII sono in giapponese. Il testo è stato elaborato da un articolo di Nicola PICCIOLI, apparso anni fa sulla rivista "Arti d'Oriente" e dal quale ho preso a piene mani. La citazione del "Dizionario Imperiale di Kangxi" è di George CHARLES. Ringrazio entrambi.
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